Insomma, il cavaliere pare avere finalmente capito che i sotterfugi politici non pagano. Il suo incubo più grande, i processi Mills e diritti Mediaset, avanzano inesorabili e occorre bloccarli mettendoci la faccia. La partita non è semplice ma va giocata, perché dal suo esito dipendono le sorti della legislatura. La norma ghediniana che prevede che una sentenza definitiva non vale come prova per i coimputati nel medesimo procedimento non è passata, e un'eventuale condanna definitiva di Mills - manca solo il verdetto della Cassazione - sancirebbe automaticamente la responsabilità di Berlusconi con tutto quello che ne consegue. E d'altra parte lo stesso Mills non poteva essere più chiaro al riguardo: "O tutti e due colpevoli o innocenti".
E allora si va in Parlamento, dove, si vocifera, il cavaliere dovrebbe tenere un discorso "alto" al Senato il giorno della presentazione della legge che dovrebbe nelle intenzioni essere una riforma della giustizia; legge che dovrebbe essere pronta la prossima settimana e a cui gli uomini più fedeli stanno febbrilmente lavorando. Una legge che uccida di colpo i processi del cavaliere cercando di fare meno danni possibile, visto che, come molti spesso dimenticano, non solo di quelli del cavaliere si tratta, ma di tutti quelli in Italia che rientrano nella categoria. Motivo per cui il Quirinale tiene le antenne ben dritte.
Per questo il Colle mette "paletti ben precisi" spalleggiato da finiani e Lega. Sul tavolo ci sono due proposte, una sulla prescrizione breve che risolverebbe perfettamente i problemi del Cavaliere e "spegnerebbe" subito il processo Mills, ma con quello farebbe morire centinaia di reati. È la soluzione che più allarma il Colle, ma su cui gli alleati hanno posto un veto. C'è poi la soluzione di riserva, il processo breve, che chiude comunque le inchieste milanesi ma con qualche margine di dubbio che non va giù a Berlusconi, e ha un impatto meno grave sui processi soprattutto se limitato al primo grado.
Insomma, Berlusconi si presenterà in Parlamento e cercherà di spiegare tutto questo agli italiani. E qui non è escluso che ci ritroveremo davanti il solito pistolotto con cui ormai ci tortura da anni: la magistratura politicizzata che vuole sovvertire il responso di chi è stato eletto direttamente dal popolo. Quanto ci scommettete che l'"alto" discorso, se lo farà davvero, sarà questo?
Una volta il Parlamento era il luogo dove venivano discusse le leggi approvate dal consiglio dei ministri e scritte nell'interesse di tutti. Anche oggi dovrebbe essere così, e forse in parte lo è ancora. Ci riserviamo, come cittadini e attenti osservatori esterni, di valutare se la "riforma della giustizia" che salverà Berlusconi dai suoi processi risponderà anche a questi requisiti.
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