Non è un auspicio, intendiamoci, anzi, come ho già scritto più volte in passato, a mio avviso l'ultimo che dovrebbe andarci di mezzo è proprio Google. Per il semplice motivo che, al di là del fatto specifico, non può essere ritenuto responsabile un fornitore di servizi di quello che combinano gli utenti. Il ogni caso si tratta di opinione mia. Tutto questo solo per segnalare che il processo in corso contro Google ha visto oggi il pubblico ministero chiedere la condanna di 4 alti dirigenti del motore di ricerca in seguito alla vicenda, accaduta nel 2006 in un liceo torinese, del disabile vessato da alcuni idioti che avevano poi caricato il video della bravata su GoogleVideo - ne parlai all'epoca in questo mio vecchio post -.
Le richieste di condanna vanno da un minimo di 6 mesi a un anno per concorso in diffamazione e violazione della privacy. Questa, naturalmente, è solo la richiesta. La sentenza è prevista per gennaio. I pm titolari dell'inchiesta hanno argomentato sostenendo che "La tutela dei diritti fondamentali non può essere calpestata sulla base soltanto del diritto d'impresa" e che Google avrebbe dovuto "lanciare un sevizio responsabile, che non può calpestare i diritti fondamentali". La difesa, invece, si muove sostanzialmente sostenendo (a mio avviso giustamente) che "il comportamento di Google è pienamente legittimo secondo il diritto italiano. Le contestazioni a Google sono del tutto infondate e si arriva a una richiesta di condanna basata di fatto su una responsabilità oggettiva di Google che nulla ha a che vedere coi fatti contestati".
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