Innanzitutto è bene ricordare, magari a futura memoria, chi sono i firmatari principali: Gasparri, Quagliariello e Bricolo (quest'ultimo è della Lega, pensate). Se invece avete voglia di un po' di legal-burocratese il testo integrale è qui. Non occorre fare particolari commenti in merito, è sufficiente menzionare i punti principali. I commenti poi vengono da soli.
Allora, il fulcro di tutto sono i tempi - la "durata ragionevole" l'hanno chiamata - che determinano la caduta in prescrizione del processo. E qui, per capire un po' cosa intendono loro con questa fine dicitura occorre rifarsi a quanto scritto espressamente nel testo.
"Non sono considerati irragionevoli i periodi che non eccedono la durata di due anni per il primo grado, di due anni per il grado di appello e di ulteriori due anni per il giudizio di legittimità, nonché di un altro anno in ogni caso di giudizio di rinvio. Il giudice, in applicazione dei parametri di cui al comma 2, può aumentare fino alla metà i termini di cui al presente comma".
Ecco, per i nostri fervidi legislatori, in pratica, un processo penale deve avere questi tempi (sintetizzo): 2 anni per il primo grado, 2 anni per l'appello, 2 anni per la Cassazione. Stop. Se è così, bene, altrimenti tanti saluti e chi s'è visto s'è visto. Questo vale per i processi per reati con pene inferiori ai 10 anni ad esclusione dei reati "gravi" (la lista completa la trovate al link sopra). Al comma 2 dell'art 3 si specifica che Le disposizioni dell’articolo 2 si applicano ai processi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, ad eccezione di quelli che sono pendenti avanti alla Corte d’appello o alla Corte di cassazione (sarebbe la famosa "norma transitoria" che salva il premier).
Ora, non sto a esaminare nel dettaglio i tre articoli che compongono questa porcata, anche perché non sono in possesso delle adeguate competenze, mi limito a riportare un po' quali saranno gli effetti qualora il tutto diventasse legge.
Innanzitutto saltano subito i processi Mills e diritti Mediaset a carico del presidente del Consiglio (altrimenti cosa la facevano a fare?). Ma non è finita qui. Una prima lista dei procedimenti che morirebbero subito la dà Repubblica:
...lo scandalo Parmalat che ha coinvolto oltre 100mila risparmiatori con un buco da 14 miliardi di euro, sarebbe già prescritto. E così altri processi, come quello Cirio a Roma. Difficilmente invece arriverebbero alla fine Antonveneta a Milano, il processo Eternit a Torino o lo scandalo rifiuti a Napoli. La mannaia della prescrizione breve grava su tutti i più celebri dibattimenti in corso, nei quali sono imputati nomi altisonanti, come l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, il presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, ex imprenditori del calibro di Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti, ma anche politici come Antonio Bassolino.
Scrive sempre il quotidiano di De Benedetti:
I calcoli sono semplici. Se il processo deve durare al massimo sei anni e vengono assegnati due anni di tempo per ogni grado di giudizio (in Italia ne sono previsti tre), già finire il primo grado diventa un'impresa ardua. Anche perché l'inizio del processo verrebbe calcolato non dalla prima udienza dibattimentale, ma dalla richiesta di rinvio a giudizio. E in media i processi italiani durano otto anni.
Felice Casson, magistrato, si spinge oltre:
il Petrolchimico di Porto Marghera, quello dell’Eternit in corso a Torino per le centinaia di morti di amianto. O, ancora, il processo Cirio-Parmalat. In tutti questi casi è impossibile chiudere il processo in sei anni perché ci sono indagini estremamente complesse dal punto di vista investigativo e scientifico, proprio perché è necessario accertare le responsabilità, se queste ci sono. Per non parlare poi dei processi ancora più complessi, come quelli che riguardano la criminalità organizzata, il terrorismo, la bancarotta fraudolenta. Ci sono perizie valutarie e bancarie che richiedono a volte oltre un anno: vuol dire che in questo modo si brucia già metà del tempo».
Ora, sarà curioso vedere come un tale provvedimento, eventualmente, riuscirà a passare il vaglio della Corte Costituzionale, perché è scontato che il primo magistrato che si troverà a dover applicare una cosa simile solleverà immediatamente eccezione di costituzionalità davanti alla Consulta.
Anche alcune reazioni dei diretti interessati meritano di essere riportate.
"Incosituzionale" e "imbarazzante": così il presidente emerito della Consulta Antonio Baldassarre, considerato vicino al centro destra, giudica il ddl sul processo breve. E spiega ,dicendosi "desolato innanzitutto come cittadino", che il provvedimento viola il principio di uguaglianza soprattutto perché si applica a "reati gravissimi, come quelli di corruzione e concussione" mentre tra quelli esclusi ce ne sono alcuni "lievi". "Non è una cosa seria,visto che stiamo parlando di leggi e non di regali". (fonte)
Adesso fate un po' i vostri conti. Intendiamoci, questo è solo il primo passaggio al Senato, manca ancora la Camera, e ci sono serie possibilità che il tutto venga modificato o addirittura stracciato prima di diventare legge definitiva. Ma, se per caso dovesse passare, provate a immaginare di mettervi nei panni di un truffato nel crac della Parmalat, oppure mettetevi nei panni di un familiare delle persone che hanno perso la vita per la vicenda dell'amianto a Torino.
Adesso pensate che non avrete mai giustizia ma in compenso avrete salvato il presidente del consiglio.
3 commenti:
..poi si indignano se vengono minacciati di morte..
Le minacce non servono a niente. Servirebbe gente informata che si rende conto di che tipo di personaggio è.
E che magari smettesse anche di votarlo.
servirebbe anche gente intelligente ma forse è chiedere troppo.
Il fatto è che la gente si rispecchia in Berlusconi. Il nostro è un Paese in cui i farabutti in genere vengono esaltati. forse siamo un popolo di farabutti, dopo essere stati un popolo di poeti e artisti.
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