giovedì 5 novembre 2009

Maroni l'ho allevato io

Simpatico il siparietto di ieri tra Maroni e Bossi. Simpatico naturalmente fino a un certo punto, perché l'argomento del contendere di simpatico ha ben poco. Si parla infatti di sicurezza, sicurezza pubblica. Maroni è perfettamente conscio dell'entità dei tagli che il governo ha fatto alla sicurezza, tagli che porteranno ad avere 40.000 poliziotti in meno sulle strade nei prossimi anni. Ed è altresì perfettamente conscio, anche se non lo dice mai, della cantonata pazzesca presa con la buffonata delle ronde - a proposito, strano che nessun leghista commenti questa storia.

Insomma, al Viminale c'è lui, e sa perfettamente come sono messe le finanze della Polizia. E quindi, giustamente, s'incavola e sbotta, chiedendo di smetterla di tagliare sempre lì.

Sulla sicurezza «non vogliamo avere vincoli di maggioranza»: se dunque dall'opposizione arriveranno proposte concrete «per dare più soldi alla polizia», la Lega «è pronta a sostenerle». Per la prima volta il ministro dell'Interno Roberto Maroni ammette che i tagli hanno inciso pesantemente sulle risorse a disposizione del comparto e perciò avverte gli alleati: se da «ambienti governativi» saranno avanzate nuove richieste di tagli, «noi voteremo contro».

Eh no, così non si fa. Non sia mai che una volta che un ministro della maggioranza dice una cosa sensata la passi liscia.

«Maroni l'ho allevato io quando era ragazzino e quindi farà quello che dice la Lega - sentenzia il Senatur - Noi manteniamo la parola: abbiamo fatto le elezioni con Berlusconi, non con l'opposizione. E per avere fondi tratteremo con il ministro Tremonti».

Maroni l'avrà anche allevato lui. Forse però era meglio se allevava anche un po' di buon senso.

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