sabato 7 novembre 2009

Siamo un popolo di cocainomani?

Il vecchio luogo comune della droga dei ricchi è finito. Tramontato definitivamente. E non certo da adesso, dopo che l'Osservatorio europeo sulle droghe ha pubblicato a Bruxelles il rapporto 2009 sulla situazione della diffusione delle droghe in Europa. Un rapporto in cui non si può fare a meno di notare come il nostro continente sia praticamente sepolto sotto una spessa coltre di neve. Che ovviamente non sono i minuscoli cristalli di ghiaccio che imbiancano i nostri cortili a Natale.

Ecco qualche dato.

Oltre 13 milioni di europei adulti hanno provato cocaina nella loro vita. Di questi, 7,5 milioni sono giovani (15-34 anni), tre milioni dei quali l'hanno usata negli ultimi 12 mesi.

L'Italia in questa triste classifica è naturalmente in ottima posizione.

l'Italia si conferma uno dei Paesi a più alta prevalenza, insieme a Danimarca, Spagna, Irlanda e Regno Unito. In questa cinquina, avverte l'Oedt, nell'ultimo anno l'uso tra i giovani si è attestato tra il 3,1% e il 5,5%, mentre nella maggior parte degli altri Paesi europei si registra una tendenza alla stabilizzazione o all'aumento del consumo nella fascia d'età 15-34 anni.

Che l'Italia fosse un paese di cocainomani non è insomma un segreto. Famosa è rimasta quell'espressione pronunciata da Giuliano Amato nel 2007 ("C'è una spaventosa domanda di cocaina"), riferendosi agli ingenti quantitativi sequestrati nel napoletano all'epoca. E basta scrorrere un po' le cronache di questi ultimi anni per farsene un'idea.

A Firenze, nel 2007, analizzando l'impianto fognario della città fu trovato l'equivalente di quasi 500.000 dosi di cocaina sniffata solo da luglio a Natale. Due anni prima, 2005, stesso discorso analizzando le acque del Po. Stesso ritornello a Torino (ottobre 2006) e Roma - qui addirittura la cocaina fu trovata nell'aria con i picchi maggiori attorno alla Sapienza. Non mancano naturalmente parlamentari e politici in genere (dico, scherziamo?); senza stare a scomodare il recente caso Marrazzo, o quello dell'anno scorso di Cosimo Mele, come dimenticarsi del mitico test a sorpresa ai parlamentari fatto dalle Iene, dove venne fuori che un terzo degli esaminati risultava aver assunto sostanze stupefacenti?

Ma, come dicevo all'inizio, non sono più solo vip, artisti, politici annoiati o ricchi imprenditori in cerca di sballo a fare uso di cocaina.

Per mezzo secolo la cocaina è stata la droga delle élite. Il consumo di massa esplode negli anni Ottanta, con gli yuppies, negli Stati Uniti. L’Italia ci arriva qualche anno dopo, in un clima da Milano da bere, inseguendo lo slogan americano “soldi, sesso, successo”. Rispetto al passato i prezzi sono crollati, rendendo la coca accessibile a tutti. Ecco perché: l’aumento della domanda a cui è corrisposto un aumento dell’offerta (con sequestri, in crescita, pari a 710 tonnellate confiscate nel mondo, equivalenti a 412 tonnellate di cocaina pura); la spinta dei trafficanti a prediligere il mercato europeo, concentrandovi maggiori quantità di droga che fanno scendere la quotazione. E ancora il consumo crescente, che assieme alla forza della valuta europea rispetto al dollaro “ha costituito un importante fattore di attrazione” spiega l’Oedt. L’ultima “Relazione annuale sullo stato della tossicodipendenza in Italia” presentata in Parlamento a giugno, parla di un milione di consumatori tra i 14 e gli 80 anni. Secondo altre stime potrebbero essere almeno il doppio: “I giovani di solito ammettono di prendere la coca, gli adulti no. Quindi è ragionevole pensare che in Italia i consumatori siano addirittura due milioni”. (fonte)

Anche Oliviero Beha, ieri, sul Fatto, ha pubblicato un ottimo articolo in proposito. Eccone un estratto.

No qui sono anche poveri, e si drogano per tirare avanti come fossero degli atleti del successo o anche solo della sopravvivenza, si dopano per “essere all’altezza” e non rimanere indietro in una competizione esistenziale che travolge di frequente tutto, sentimenti, famiglie , professioni e qualunque tipo di valore tradizionale. L’importante è “farcela”, e per farcela si fanno. Curioso paradosso: è una specie di gara sportiva senza niente di sportivo, mentre lo sport troppo spesso ricorre al doping e alla mancanza di regole esattamente come il resto che vorrebbe/dovrebbe sublimare. Oggi consuma cocaina a prezzi quasi stracciati un numero esorbitante di italiani, quasi fosse una specie di “aiutino” come dice la mammana televisiva. Sniffano artisti, pseudoartisti e muratori, impiegati e operai, manager e sottomanager in una scala quasi senza censo, giovani e vecchi con tutte le classificazioni del caso, uomini e donne. E troppo spesso gli incidenti stradali smascherano la dipendenza di chiunque sia al volante da alcool e droghe, cocaina appunto in primis. (fonte)

Mi sembra che il quadro sia abbastanza chiaro. Così come è altrettanto chiara la risposta al titolo del post.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

c'è una cosa riguardo la cocaina, che non si legge mai sui giornali.
esiste una cocaina per ricchi, tagliata poco e più pura, e una per meno ricchi, tagliata male usando paracetamolo o tachipirina o altre sostanze simili oppure semplice calce in polvere e contenente circa il 20% del principio attivo, che per chi vuole "farsi" è più che sufficiente.
quest ultimo tipo di cocaina è quella più in uso tra giovani, poveri, borghesi e taccagni che non vogliono spendere troppo.
Nella mia città il consumo è molto diffuso. Nel mio condominio, per fare un esempio, ci sono diversi consumatori e un paio di spacciatori.
e gli spacciatori spacciano molto tra avvocati, liberi professionisti ecc ecc, come si è potuto leggere nella cronaca locale di qualche mese fa.
SArebbe interessante scrivere chiaramente che chi si compra la coca, in realtà sniffa intonaco o aspirina ma mi pare che nessuno voglia dirlo chiaramente, potrebbe aiutare molto a non acquistarla.

Andrea Sacchini ha detto...

Nel mio condominio, per fare un esempio, ci sono diversi consumatori e un paio di spacciatori.

Mmh... bel posticino. :-)

Anonimo ha detto...

scherzi! è una zona residenziale.
nei quartieri popolari non ti dico..

due anni fa in un condominio trovarono una raffineria di coca, diversi spacciatori e tutti consumatori. era una zona popolare.

Anonimo ha detto...

ah mi sono dimenticato.

la chicca riguarda un luogo di spaccio e di compravendita in un bar. un luogo di spacciatori e consumatori assai conosciuto. un traffico durato circa 6 anni. fin qui tutto ok se non fosse che il bar si trovava di fronte alla locale caserma dei carabinieri!!

Il cattivo Otto ha detto...

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