E così il caso di Emanuela Orlandi è tornato a occupare un posto di rilievo nelle cronache nere nostrane. Non è che fino adesso ci sia granché di nuovo, intendiamoci, almeno ufficialmente. Sono gli stessi investigatori che ci vanno molto cauti, ammettendo però che le probabilità di essere ormai arrivati all'identificazione di colui che per ultimo parlò con la ragazza sono piuttosto buone. Come però scriveva il Corriere appena stamattina, la vicenda Orlandi non si esaurisce col rapimento della ragazza; anzi, questo è solo il primo anello (o l'ultimo) di una catena che passa attraverso la figura del cardinale Marcinkus, lo IOR, la banda della magliana, la vicenda del Banco Ambrosiano, il banchiere Calvi. Tutti elementi e situazioni che, scrive sempre il Corriere, a vario titolo si possono ricondurre al rapimento della ragazza avvenuto 26 anni fa.
Nel frattempo, appena pochi giorni fa, un altro caso è tornato a fare capolino sulle prime pagine, quello di Simonetta Cesaroni, la ragazza romana uccisa nel 1990 nell'ormai famoso stabile di via Poma. A distanza di quasi vent'anni dal quel delitto, le ultime indagini tecniche hanno dato esiti che avvalorerebbero la tesi che vedrebbe responsabile l'ex fidanzato dell'epoca. Insomma, due casi di cronaca nera vecchi di una ventina d'anni si riaprono. Gli appassionati del genere avranno nel prossimo futuro di che appassionarsi. Una cosa riguardo alla vicenda Orlandi non sapevo: "Renatino", cioè Enrico De Pedis, uno dei boss della banda della magliana, l'hanno sepolto nella cripta della basilica di Sant'Apollinare a Roma, nelle vicinze della quale c'era la scuola di musica che frequentava la ragazza sequestrata.
Dan Brown non avrebbe saputo fare di meglio.
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