L'atteggiamento di Fini, i cui rapporti col cavaliere erano ancora ieri definiti ottimi da quest'ultimo, dimostra l'ennesima balla raccontata da Berlusconi. Il titolone di Sallustri, insomma, lascia ben pochi dubbi su chi siano allo stato attuale, e non solo da adesso per la verità, i due principali "nemici" che secondo il cavaliere tramerebbero nell'ombra.
Con Napolitano - e questo si sapeva - i rapporti, già non idilliaci, si sono interrotti bruscamente all'indomani della sentenza della Consulta sul lodo Alfano, quando un Berlusconi incavolatissimo lo bollò con un eloquente "Il Capo dello Stato sapete voi da che parte sta". E da lì non si sono più riannodati. Con Fini, invece, il colpo di grazia sui rapporti si è avuto appena l'altro ieri, quando per colpa di un finiano doc è saltata una leggina studiata apposta da Ghedini per dribblare il processo Mills.
L'ultima chance è andata in fumo tra mercoledì e venerdì pomeriggio. Sembrava quasi fatta per la prescrizione breve studiata da Ghedini. Col taglio del quarto di pena in più frutto degli "atti interruttivi", il reato di corruzione si cancellerebbe in otto anziché in dieci anni. E dunque il processo Mills salterebbe. Ma serve una legge in tempi brevissimi. Pensano di infilare la norma, che è già pronta, nel decreto sugli obblighi comunitari che da martedì prossimo è in aula al Senato. Berlusconi è talmente convinto che l'operazione riesca che i suoi ministri più fedeli ne parlano in giro come di una cosa fatta. E invece il finiano Andrea Ronchi, il ministro per le Politiche comunitarie cui fa capo il decreto, fa saltare il piano. (fonte)
Insomma siamo alla guerra, se ancora non si fosse capito, e il Giornale non è certo a corto di munizioni.
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