Mi sono imbattuto poco fa, mentre consultavo la mia webmail, nel banner pubblicitario che vedete qui sotto:
Non so perché, ma ho notato subito come il messaggio pubblicitario al centro sia perfettamente attinente con gli altri due.
:-)
venerdì 31 agosto 2007
Non è ora di lasciarla in pace?
Oggi, con una cerimonia, verrà celebrato l'anniversario di morte della donna probabilmente più torturata della storia della Gran Bretagna: Lady D, la principessa che ha avuto la sola colpa di innamorarsi di quella specie di cavallo bolso con le orecchie a sventola che è Carlo d'Inghilterra.
Non volevo scrivere un post su Diana, ma lo faccio solo per dire che non se ne può più. Anche ieri sera il tg5 le ha dedicato un servizio di quasi 10 minuti: eccheccavolo! Ma alla gente frega così tanto? Si continua a parlarne (forse più adesso che quando era viva): celebrazioni, eventi, tabloid, foto, concerti, i figli che (giustamente) ogni tanto si incazzano, maggiordomi parassiti, libri, biografie.
Oggi si celebra il decennale della morte. Bene, c'è un solo modo per ricordarla e celebrarla degnamente: lasciarla in pace. Per lei e per noi.
Non volevo scrivere un post su Diana, ma lo faccio solo per dire che non se ne può più. Anche ieri sera il tg5 le ha dedicato un servizio di quasi 10 minuti: eccheccavolo! Ma alla gente frega così tanto? Si continua a parlarne (forse più adesso che quando era viva): celebrazioni, eventi, tabloid, foto, concerti, i figli che (giustamente) ogni tanto si incazzano, maggiordomi parassiti, libri, biografie.
Oggi si celebra il decennale della morte. Bene, c'è un solo modo per ricordarla e celebrarla degnamente: lasciarla in pace. Per lei e per noi.
giovedì 30 agosto 2007
Due parole sui lavavetri (e su Bertinotti)
Tiene banco in questi giorni - avrete notato - la questione lavavetri, partita dalla decisione del comune di Firenze di applicare la linea dura nei loro confronti (denuncia penale, possibile arresto, ecc...). La cosa, capirete, ha evidentemente subito innescato un turbolento giro di prese di posizione: chi condivide il provvedimento, chi lo condanna, chi è indifferente, ecc...
Il pensiero di chi è contro la linea dura si può riassumere grosso modo nelle parole dette ieri da Bertinotti alla festa dell'Udc:
Se anche le forze dell'ordine e la magistratura si impegnassero seriamente per cercare di mettere le mani sui "pezzi grossi", quanto credete che resterebbero dentro prima di riprendere il lavoro interrotto una volta presi? Qualche mese? Un anno? Due? E nel frattempo pensate che non ci sia subito qualcun'altro che prende il loro posto e riorganizza la cosa? Il discorso di Bertinotti avrebbe senso se ai criminali, una volta presi, venisse fatta scontare la pena per intero, oppure se venissero presi, impacchettati e restituiti al mittente, anche i sostituti. Cosa sostanzialmente inapplicabile, come dicevo.
I comuni decidono di cominciare dal basso? Benissimo. Ben venga. Io sono tutti i giorni sulla strada per lavoro e posso dire per esperienza che non se ne può più, almeno qui. Non ci credete? Se capitate qua, provate a farvi il tratto di statale Rimini - Riccione: ad ogni semaforo che ne sono ameno 4. Insistenti, molesti, prepotenti spesso (specie quando si imbattono in donne sole al volante). Si è visto un lieve miglioramento della situazione solo da quando ha preso piede la moda delle rotonde (non è che possono correre dietro alle macchine), ma è una goccia nel mare.
Ma probabilmente, come accade sempre, il can can finirà presto. Passato il "bulirone" le cronache avranno un nuovo scoop da seguire e la faccenda cadrà nel dimenticatoio.
I lavavetri continueranno tranquillamente a importunare noi che sulla strada ci lavoriamo, ma Bertinotti - da dietro i vetri scuri della sua auto blu con autista - manco se ne accorgerà.
Il pensiero di chi è contro la linea dura si può riassumere grosso modo nelle parole dette ieri da Bertinotti alla festa dell'Udc:
«Dalla polemica voglio tenermi fuori. Ma io per cultura e per lunga esperienza dubito sempre quando la severità interviene sugli ultimi invece che sui primi colpevoli, in questo caso il racket».Bertinotti sbaglia, e questa affermazione è secondo il mio modesto parere l'ennesima dimostrazione di quanto poco sappiano gli abitanti del palazzo di ciò che succede nel mondo reale (in questo caso sulla strada). Sbaglia non perché non sia giusto il concetto che ha espresso, ma semplicemente perché è inapplicabile. Per combattere infatti le organizzazioni criminali che tirano le fila del business dei lavavetri, occorre come requisito fondamentale una cosa che in italia non c'è: la certezza della pena.
Se anche le forze dell'ordine e la magistratura si impegnassero seriamente per cercare di mettere le mani sui "pezzi grossi", quanto credete che resterebbero dentro prima di riprendere il lavoro interrotto una volta presi? Qualche mese? Un anno? Due? E nel frattempo pensate che non ci sia subito qualcun'altro che prende il loro posto e riorganizza la cosa? Il discorso di Bertinotti avrebbe senso se ai criminali, una volta presi, venisse fatta scontare la pena per intero, oppure se venissero presi, impacchettati e restituiti al mittente, anche i sostituti. Cosa sostanzialmente inapplicabile, come dicevo.
I comuni decidono di cominciare dal basso? Benissimo. Ben venga. Io sono tutti i giorni sulla strada per lavoro e posso dire per esperienza che non se ne può più, almeno qui. Non ci credete? Se capitate qua, provate a farvi il tratto di statale Rimini - Riccione: ad ogni semaforo che ne sono ameno 4. Insistenti, molesti, prepotenti spesso (specie quando si imbattono in donne sole al volante). Si è visto un lieve miglioramento della situazione solo da quando ha preso piede la moda delle rotonde (non è che possono correre dietro alle macchine), ma è una goccia nel mare.
Ma probabilmente, come accade sempre, il can can finirà presto. Passato il "bulirone" le cronache avranno un nuovo scoop da seguire e la faccenda cadrà nel dimenticatoio.
I lavavetri continueranno tranquillamente a importunare noi che sulla strada ci lavoriamo, ma Bertinotti - da dietro i vetri scuri della sua auto blu con autista - manco se ne accorgerà.
mercoledì 29 agosto 2007
Declini mentali
Leggo su Repubblica che una neurologa e ricercatrice britannica sponsorizza un software che dovrebbe proteggere il cervello dai segni del tempo.
Secondo la professoressa Greenfield, l'esercizio fisico può aiutare il nostro fisico a rimanere in forma nonostante l'avanzare degli anni. Ma per la mente occorrono esercizi ad hoc, e tenere il cervello in attività è altrettanto importante perché "può rallentare, ritardare e proteggere contro la decadenza connessa all'età".Non metto in discussione, ovviamente, la bontà e l'utilità del software in questione. Tuttavia non posso fare a meno di pensare che da noi, per mantenere in attività il cervello ed impedirne l'atrofizzazione, basterebbe spegnere la televisione.
ICI e Chiesa, qualcuno vuole vederci chiaro
La Commissione Europea ha inviato una seconda richiesta di chiarimenti all'Italia in merito alla nota questione delle presunte agevolazioni fiscali di cui godrebbe la Chiesa nel nostro paese. La questione è nota già da tempo e ogni tanto rifà capolino.
In particolare, quello che fa sentire "puzza di bruciato" all'Unione Europea, sarebbe la norma inserita nella finanziaria 2006 del governo Berlusconi che di fatto esenta dal pagamento dell'ICI gli immobili ecclesiali "ad uso non 'esclusivamente' commerciale", come riportato dalla Stampa:
Naturalmente la risposta delle alte sfere ecclesiali non si è fatta attendere. Cito in proposito dal Corriere le parole di mons. Betori:
Tutto questo senza contare altre cose, di alcune delle quali ho già parlato in passato, tipo il fiume di milioni di euro che annualmente confluiscono nelle casse vaticane derivanti da quello che è chiamato l'Obolo di San Pietro, o dal contorto meccanismo di attribuzione dell'8 x mille, solo per fare due esempi. Quindi mons. Betori fa benissimo a ricordare a tutti che la Chiesa è esentata, assieme alle onlus, dal pagamento dell'ICI in quanto "soggetto attivo nel contrastare il disagio e la povertà", ma farebbe altrettanto bene - se non altro in ossequio alle recenti parole del suo collega Bertone - a evidenziare che l'eventuale aggravio derivante dal pagamento dell'ICI probabilmente non inciderebbe più di tanto nel bilancio di una Chiesa che, per sua stessa ammissione, finanziariamente scoppia di salute.
In particolare, quello che fa sentire "puzza di bruciato" all'Unione Europea, sarebbe la norma inserita nella finanziaria 2006 del governo Berlusconi che di fatto esenta dal pagamento dell'ICI gli immobili ecclesiali "ad uso non 'esclusivamente' commerciale", come riportato dalla Stampa:
[...] Ora l’Italia rischia di essere sanzionata dall’Unione Europea per violazione della concorrenza. Difatti, per vanificare gli effetti di una clamorosa sentenza emessa nel 2004 dalla Cassazione che aveva dato torto alla Chiesa costringendola anche a pagare 5 anni di arretrati, il 2 dicembre 2005, ricorrendo al voto di fiducia, il governo Berlusconi, come chiedeva la Cei (Conferenza episcopale italiana), esenta dall’Ici le attività commerciali svolte da confessioni religiose e onlus. A parole il governo Prodi si prefigge di cancellare subito la riforma, ripristinando il pagamento dell’Ici sugli immobili degli enti ecclesiastici destinati allo svolgimento di attività commerciali. Ma l’art. 39 del decreto legge Bersani, scritto in perfetto «burocratese», lascia di fatto in vigore l’esenzione. [...]Naturalmente, per ora, le intenzioni della Commissione Europea sono unicamente quelle di acquisire "informazioni supplementari" riguardo a tutta la questione e, al momento, non risulta aperta nessuna formale inchiesta. Per correttezza, va anche precisato che non è solo la Chiesa Cattolica a beneficiare di queste agevolazioni, ma lo sono anche le onlus e in generale gli enti di rilevanza sociale non commerciali.
Naturalmente la risposta delle alte sfere ecclesiali non si è fatta attendere. Cito in proposito dal Corriere le parole di mons. Betori:
[...] «Non possiamo fare a meno di precisare che l'esenzione dall'Ici è materia del tutto estranea agli accordi concordati, che nulla prevedono al riguardo, e ricordare ancora una volta che essa si applica alle sole attività religiose e di rilevanza sociale, che deriva dalla legislazione ordinaria ed è del tutto uguale a quella di cui si giovano gli altri enti non commerciali, in particolare il terzo settore», scrive mons. Betori. «Chi contesta un tale atteggiamento dello Stato verso soggetti senza fine di lucro operanti per la promozione sociale in campo esistenziale, sanitario, culturale, educativo, ricreativo e sportivo, manifesta una sostanziale sfiducia nei confronti di molteplici soggetti sociali di diversa ispirazione, particolarmente attivi nel contestare il disagio e la povertà. Sarebbe incongruo che lo Stato gravasse quelle realtà, ecclesiali e non, che perseguono fini di interesse collettivo». [...]A mio parere - a margine di tutta la questione - il punto non è tanto se siano ravvisabili gli estremi che dimostrino eventuali aiuti di stato illegali nell'esenzione dell'ICI (cosa di cui si occuperà eventualmente l'antitrust), quanto se sia giusto che la Chiesa goda di questo beneficio, che - va ricordato - è solo l'ultimo di una serie piuttosto lunga, che va dall'abbattimento dell'Ires del 50% all'esenzione dall'Irap, dall'esenzione del pagamento dell'Irpef per i dipendenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano all'abolizione di qualsiasi tassa immobiliare e addirittura doganale (fonte).
Tutto questo senza contare altre cose, di alcune delle quali ho già parlato in passato, tipo il fiume di milioni di euro che annualmente confluiscono nelle casse vaticane derivanti da quello che è chiamato l'Obolo di San Pietro, o dal contorto meccanismo di attribuzione dell'8 x mille, solo per fare due esempi. Quindi mons. Betori fa benissimo a ricordare a tutti che la Chiesa è esentata, assieme alle onlus, dal pagamento dell'ICI in quanto "soggetto attivo nel contrastare il disagio e la povertà", ma farebbe altrettanto bene - se non altro in ossequio alle recenti parole del suo collega Bertone - a evidenziare che l'eventuale aggravio derivante dal pagamento dell'ICI probabilmente non inciderebbe più di tanto nel bilancio di una Chiesa che, per sua stessa ammissione, finanziariamente scoppia di salute.
martedì 28 agosto 2007
Per due giorni siamo stati tutti pirati
E' probabile che durante gli ultimi 2 o 3 giorni chi abbia tentato di validare la propria copia di Windows regolarmente registrata, oppure abbia cercato di scaricare patch varie e aggiornamenti, si sia trovato accomunato ai cosiddetti "pirati" che utilizzano copie contraffatte dei vari Windows in circolazione.
La notizia è stata pubblicata ieri da The Register, che racconta come a causa di un problema nel server che gestisce il Windows Genuine Advantage, all'improvviso tale sistema abbia cominciato a classificare tutti i sistemi operativi come abusivi. Ora, stando a quanto dichiara Microsoft, il problema dovrebbe essere stato risolto, anche se non posso verificare di persona (dovrei avere da qualche parte su qualche hard disk una copia regolarmente registrata di Windows, ma non ho né la voglia né il tempo di andare a controllare).
Quanto successo è comunque l'ennesima dimostrazione di come, spesso, i sistemi adottati dalle software house per cercare di contrastare la pirateria si ritorcano in realtà contro gli utenti legittimi. Succede così anche per la musica regolarmente acquistata in rete coi vari lucchetti DRM.
C'è poco da fare: come ho già spiegato in altre occasioni, ogni volta che utilizziamo prodotti "contaminati" da una qualsiasi tecnologia di controllo, non siamo mai effettivi titolari di ciò che abbiamo regolarmente acquistato. Succede ad esempio coi vari Windows e con l'Office di Microsoft, che, contrariamente a quanto molti credono, non sono nostri una volta pagati. Quello che paghiamo è solamente la licenza di utilizzare tali prodotti; licenza che può essere revocata a insindacabile giudizio di zio Bill.
La dimostrazione di quanto detto sopra l'abbiamo avuta pochi giorni fa con la nota questione dei video regolarmente acquistati dagli utenti su GoogleVideo. Una mattina Google si sveglia e decide che quei video non si possono più vedere. Punto. Ovviamente, in questo caso, l'intoppo del WGA è dovuto esclusivamente a un inconveniente tecnico, ma, volenti o nolenti, a rimetterci sono stati principalmente gli incolpevoli utenti in possesso di regolare licenza.
La notizia è stata pubblicata ieri da The Register, che racconta come a causa di un problema nel server che gestisce il Windows Genuine Advantage, all'improvviso tale sistema abbia cominciato a classificare tutti i sistemi operativi come abusivi. Ora, stando a quanto dichiara Microsoft, il problema dovrebbe essere stato risolto, anche se non posso verificare di persona (dovrei avere da qualche parte su qualche hard disk una copia regolarmente registrata di Windows, ma non ho né la voglia né il tempo di andare a controllare).
Quanto successo è comunque l'ennesima dimostrazione di come, spesso, i sistemi adottati dalle software house per cercare di contrastare la pirateria si ritorcano in realtà contro gli utenti legittimi. Succede così anche per la musica regolarmente acquistata in rete coi vari lucchetti DRM.
C'è poco da fare: come ho già spiegato in altre occasioni, ogni volta che utilizziamo prodotti "contaminati" da una qualsiasi tecnologia di controllo, non siamo mai effettivi titolari di ciò che abbiamo regolarmente acquistato. Succede ad esempio coi vari Windows e con l'Office di Microsoft, che, contrariamente a quanto molti credono, non sono nostri una volta pagati. Quello che paghiamo è solamente la licenza di utilizzare tali prodotti; licenza che può essere revocata a insindacabile giudizio di zio Bill.
La dimostrazione di quanto detto sopra l'abbiamo avuta pochi giorni fa con la nota questione dei video regolarmente acquistati dagli utenti su GoogleVideo. Una mattina Google si sveglia e decide che quei video non si possono più vedere. Punto. Ovviamente, in questo caso, l'intoppo del WGA è dovuto esclusivamente a un inconveniente tecnico, ma, volenti o nolenti, a rimetterci sono stati principalmente gli incolpevoli utenti in possesso di regolare licenza.
"Fucilate" padane
Non c'è niente da fare: è un fiume in piena. Nonostante la questione dei fucili sia un suo vecchio cavallo di battaglia e nonostante i media (e Napolitano) continuino a dar peso ai suoi deliri (vabbè, siamo ancora in agosto), lui "spara", anche se per adesso solo con le parole.
Spara, con quel suo fare e dire un pò sgraziato, di cose come sciopero fiscale (attività già svolta in privato da milioni di italiani) ed eventuale ricorso ai fucili. Lo so, così, di primo acchito, magari sull'onda emozionale del leader che invita le masse alla rivoluzione (che se fosse rivoluzione vera non ci sarebbe neanche niente di male), verrebbe quasi da dargli ragione.
In fondo se ci pensiamo fa un pò girare le scatole vedere ad esempio che a certi ricchi campioni vengono condonati svariati milioni di euro mentre tu che magari lavori dalla mattina alla sera come un negro devi pagare fino all'ultimo centesimo.E' innegabile. Ti viene voglia di rivoltarti, di fare qualcosa, forse anche di prendere i fucili.
Ma la vera rivoluzione non è quella proposta dal leader leghista. Potrei azzardare che la vera rivoluzione sarebbe che le tasse le pagassero tutti, in modo che poi tutti possano raccoglierne i frutti: frutti che si tradurrebbero in imposte più giuste, più eque, più basse e magari con una contropartita in servizi adeguata a quanto versato.
I fucili li usasse per andare a quaglie.
Spara, con quel suo fare e dire un pò sgraziato, di cose come sciopero fiscale (attività già svolta in privato da milioni di italiani) ed eventuale ricorso ai fucili. Lo so, così, di primo acchito, magari sull'onda emozionale del leader che invita le masse alla rivoluzione (che se fosse rivoluzione vera non ci sarebbe neanche niente di male), verrebbe quasi da dargli ragione.
In fondo se ci pensiamo fa un pò girare le scatole vedere ad esempio che a certi ricchi campioni vengono condonati svariati milioni di euro mentre tu che magari lavori dalla mattina alla sera come un negro devi pagare fino all'ultimo centesimo.E' innegabile. Ti viene voglia di rivoltarti, di fare qualcosa, forse anche di prendere i fucili.
Ma la vera rivoluzione non è quella proposta dal leader leghista. Potrei azzardare che la vera rivoluzione sarebbe che le tasse le pagassero tutti, in modo che poi tutti possano raccoglierne i frutti: frutti che si tradurrebbero in imposte più giuste, più eque, più basse e magari con una contropartita in servizi adeguata a quanto versato.
I fucili li usasse per andare a quaglie.
lunedì 27 agosto 2007
A scuola "comanda" ancora zio Bill
Pensavo che la lenta ma costante rivoluzione che sta gradualmente portando enti, amministrazioni e governi di tutto il mondo ad abbandonare i formati chiusi (Word e company per intenderci) in favore di quelli aperti (OpenOffice.org, Firefox, ecc...), avesse coinvolto anche la scuola nostrana. Mi sbagliavo.
Davo oggi infatti un'occhiata ai libri scolastici che adotterà la maggiore delle mie figlie, Michela, che dal prossimo settembre, abbandonate le scuole elementari, comincerà la prima media. Ovviamente non mi soffermo sulla questione caro libri, spesa in parte ridimensionata dalla bravura di mia moglie Chiara che è riuscita nel non facile intento di reperirne un certo numero nell'usato con notevole risparmio di soldini, ma sui libri stessi.
Passo un pò in rassegna quelli acquistati finora (alcuni mancano ancora all'appello) e mi soffermo su quello di informatica. Visto che dell'argomento qualcosina ci capisco decido di dargli un'occhiata un pò più approfondita degli altri. Sapevo già per esperienza che in genere i libri di informatica per le scuole viaggiano a senso unico (Windows, Windows e ancora Windows) e quindi non mi sono fatto delle grosse illusioni in proposito. Pensavo però, vista oltretutto la consistenza del volume, che ci fosse stato spazio anche per argomenti "alternativi".
Già guardando la copertina, però, ho capito l'andazzo. Il libro si chiama infatti "Clippy Junior. Comunicare, scrivere e calcolare col PC", e in bella vista campeggia appunto l'immagine che vedete all'inizio di questo articolo: Clippy appunto, il famoso assistente dell'Office targato Microsoft. Brevemente, per chi non lo sapesse, si tratta sostanzialmente di una specie di personaggio animato basato sull'algoritmo Baesyan, che ha la funzione di supportare l'utente che sta utilizzando l'applicazione con consigli e suggerimenti sul da farsi.
Vabbè, apro e dò un'occhiata all'indice: "Il computer nella comunicazione", "Il pc: come è fatto e a cosa serve", "Alla scoperta di Windows". Ecco qua, appena al terzo capitolo comincia la tiritera zerbino sul sistema operativo di zio Bill: il desktop, le finestre, uscire da Windows (magari), ecc... Noto anche un'interessante rimando a una pagina (di estrema attualità) in cui viene spiegato come formattare un floppy, uno di quei gloriosi dispositivi del passato che già da qualche anno riposano nei musei dedicati alla storia dell'informatica, ma che l'autore del libro ha pensato bene di riattualizzare (avrà pensato che, nonostante siano in circolazione dispositivi in grado di memorizzare svariate centinaia di GigaByte. qualcosa in un MByte e mezzo scarso ci può sempre stare).
Vabbè, sfoglio ancora un pò: arrivo al capitolo internet (www, chi l'ha inventato, a cosa serve, ecc...) e trovo subito "La finestra di Internet Explorer", un semplice paragrafo in cui viene elogiato e spiegato ai giovani scolari come utilizzare uno dei programmi più bacati e insicuri di tutta la storia dell'informatica. Interessante poi l'approccio alla spiegazione:
[...] "Esistono vari browser per navigare in internet: Netscape Navigator e Explorer" [...]
Bello. Internet Explorer (il più bacato) e Netscape (attualmente praticamente morto e sepolto), l'accoppiata vincente per le nuove generazioni di internauti. Complimenti. Ovviamente su Firefox o sull'ottimo Opera neppure una menzione. E neppure viene preso come modello di spiegazione l'ultima versione (IE7) del browser Microsoft, ma addirittura la 5.5 (sì, avete capito bene) seduta su un robusto e solido Windows 98 (il sistema operativo Microsoft precedente a quello prima di quello di oggi: così, sempre per restare nell'attualità).
Sarebbe interessante andare avanti, ma non ne vale la pena. Tutto il resto infatti non è altro che un polpettone pubblicitario su Outlook, Office e compagnia bella sulla quale non si può che stendere un velo pietoso. Dov'è Fioroni? Qualcuno gli ha per caso fatto vedere questo libro? Dove sono quelli che quasi ogni giorno si sciacquano la bocca blaterando di innovazione nelle scuole? E' questa l'innovazione? Internet Explorer (5.5) e Windows 98?
Nessuno pretende - ci mancherebbe - un corso di insegnamento di Linux (anche se sarebbe auspicabile), ma almeno la menzione. Anche se lo standard è ancora Windows, spiegare ai ragazzi che siste qualcos'altro: che pc non è automaticamente sinonimo di zio Bill. E se proprio si deve insegnare Windows, farlo almeno con le versioni aggiornate: così com'è equivale ad andare a scuola guida imparando su una macchina di 30 anni fa, con tanto di carburatore e motore ad aste e bilancieri.
L'innovazione, appunto.
Davo oggi infatti un'occhiata ai libri scolastici che adotterà la maggiore delle mie figlie, Michela, che dal prossimo settembre, abbandonate le scuole elementari, comincerà la prima media. Ovviamente non mi soffermo sulla questione caro libri, spesa in parte ridimensionata dalla bravura di mia moglie Chiara che è riuscita nel non facile intento di reperirne un certo numero nell'usato con notevole risparmio di soldini, ma sui libri stessi.
Passo un pò in rassegna quelli acquistati finora (alcuni mancano ancora all'appello) e mi soffermo su quello di informatica. Visto che dell'argomento qualcosina ci capisco decido di dargli un'occhiata un pò più approfondita degli altri. Sapevo già per esperienza che in genere i libri di informatica per le scuole viaggiano a senso unico (Windows, Windows e ancora Windows) e quindi non mi sono fatto delle grosse illusioni in proposito. Pensavo però, vista oltretutto la consistenza del volume, che ci fosse stato spazio anche per argomenti "alternativi".
Già guardando la copertina, però, ho capito l'andazzo. Il libro si chiama infatti "Clippy Junior. Comunicare, scrivere e calcolare col PC", e in bella vista campeggia appunto l'immagine che vedete all'inizio di questo articolo: Clippy appunto, il famoso assistente dell'Office targato Microsoft. Brevemente, per chi non lo sapesse, si tratta sostanzialmente di una specie di personaggio animato basato sull'algoritmo Baesyan, che ha la funzione di supportare l'utente che sta utilizzando l'applicazione con consigli e suggerimenti sul da farsi.
Vabbè, apro e dò un'occhiata all'indice: "Il computer nella comunicazione", "Il pc: come è fatto e a cosa serve", "Alla scoperta di Windows". Ecco qua, appena al terzo capitolo comincia la tiritera zerbino sul sistema operativo di zio Bill: il desktop, le finestre, uscire da Windows (magari), ecc... Noto anche un'interessante rimando a una pagina (di estrema attualità) in cui viene spiegato come formattare un floppy, uno di quei gloriosi dispositivi del passato che già da qualche anno riposano nei musei dedicati alla storia dell'informatica, ma che l'autore del libro ha pensato bene di riattualizzare (avrà pensato che, nonostante siano in circolazione dispositivi in grado di memorizzare svariate centinaia di GigaByte. qualcosa in un MByte e mezzo scarso ci può sempre stare).
Vabbè, sfoglio ancora un pò: arrivo al capitolo internet (www, chi l'ha inventato, a cosa serve, ecc...) e trovo subito "La finestra di Internet Explorer", un semplice paragrafo in cui viene elogiato e spiegato ai giovani scolari come utilizzare uno dei programmi più bacati e insicuri di tutta la storia dell'informatica. Interessante poi l'approccio alla spiegazione:
[...] "Esistono vari browser per navigare in internet: Netscape Navigator e Explorer" [...]
Bello. Internet Explorer (il più bacato) e Netscape (attualmente praticamente morto e sepolto), l'accoppiata vincente per le nuove generazioni di internauti. Complimenti. Ovviamente su Firefox o sull'ottimo Opera neppure una menzione. E neppure viene preso come modello di spiegazione l'ultima versione (IE7) del browser Microsoft, ma addirittura la 5.5 (sì, avete capito bene) seduta su un robusto e solido Windows 98 (il sistema operativo Microsoft precedente a quello prima di quello di oggi: così, sempre per restare nell'attualità).
Sarebbe interessante andare avanti, ma non ne vale la pena. Tutto il resto infatti non è altro che un polpettone pubblicitario su Outlook, Office e compagnia bella sulla quale non si può che stendere un velo pietoso. Dov'è Fioroni? Qualcuno gli ha per caso fatto vedere questo libro? Dove sono quelli che quasi ogni giorno si sciacquano la bocca blaterando di innovazione nelle scuole? E' questa l'innovazione? Internet Explorer (5.5) e Windows 98?
Nessuno pretende - ci mancherebbe - un corso di insegnamento di Linux (anche se sarebbe auspicabile), ma almeno la menzione. Anche se lo standard è ancora Windows, spiegare ai ragazzi che siste qualcos'altro: che pc non è automaticamente sinonimo di zio Bill. E se proprio si deve insegnare Windows, farlo almeno con le versioni aggiornate: così com'è equivale ad andare a scuola guida imparando su una macchina di 30 anni fa, con tanto di carburatore e motore ad aste e bilancieri.
L'innovazione, appunto.
domenica 26 agosto 2007
Non è che...
Allora, prima abbiamo avuto l'invasione dei dentifrici contraffatti al cui interno c'era il solvente, poi è stata la volta dei giochi con la vernice al piombo e i piccoli magneti che potevano essere ingeriti dai bambini, quindi sono arrivati i bavaglini di Winnie the Pooh al vinile e piombo e la notizia del felice esito del crash test della Chery Amulet.
Per chiudere in bellezza oggi veniamo a sapere che un milione di kit per la diagnosi del diabete, ovviamente prodotti in Cina, sono contraffatti, inattendibili, e quindi "potenzialmente letali".
Scusate, non è che questi cinesi stanno cominciando un pò a rompere le balle?
Per chiudere in bellezza oggi veniamo a sapere che un milione di kit per la diagnosi del diabete, ovviamente prodotti in Cina, sono contraffatti, inattendibili, e quindi "potenzialmente letali".
Scusate, non è che questi cinesi stanno cominciando un pò a rompere le balle?
sabato 25 agosto 2007
Il gioco del fotomontaggio è finito
Da gaming.ngi.it:
Io penso proprio di no. L'errore più grande che hanno fatto le due ragazze, a mio avviso, infatti, è stato quello di sottovalutare l'immensa portata del potenziale mediatico di circolazione di immagini e notizie, iniziato con giornali e tv e proseguito poi - in seguito alla discutibile idea di manipolare quella foto - sul web.
Non era mia intenzione scrivere un post sui fatti di Garlasco, paese già sufficientemente al centro di un massacro mediatico come pochi (oltretutto sostanzialmente inutile), una vicenda questa che dovrebbe essere sottratta alla curiosità morbosa dei media (e allo squallore di certi personaggi). E infatti non lo è. Garlasco dovrebbe essere lasciato in pace, e con lui i protagonisti di questa vicenda, almeno finché non ci saranno novità nell'inchiesta.
Non so di preciso cosa abbiano voluto dimostrare le due cugine col loro gesto; se lo scopo era avere maggiore popolarità o altro ancora, spero comunque che sia servito loro di lezione.
Direi che con quest'ultimo post di Sagaris si può chiudere in bellezza.Chissà se le gemelle Kappa, cugine della povera ragazza uccisa in circostanze (ancora) misteriose in quel di Garlasco, avevano previsto tutto questo quando hanno deciso di dare in pasto ai media il grossolano fotomontaggio (spacciato inizialmente, e imprudentemente, come foto autentica) che vedete in alto.
Abbiamo riso, abbiamo scherzato, siamo addirittura finiti sui TG e sui giornali.
Penso sia il caso di fermarci qui per evitare di passare dalla parte del torto, dalla parte di quelli che approfittando dell'onda d'urto cercano un attimo di notorietà
Nessuno voleva ciò. L'idea è nata come scherzo, come gioco e come attimo di risate, sicuramente non per cercare di dimostrare qualcosa a qualcuno
Dopo la belleza di 2,636 risposte, con fotomontaggi accettabili o non, con risate e partecipazione di una buona fetta di forum nonchè di persone che si sono iscritte solo per dire "la loro", il gioco qui finisce.
Questo thread andrà fra qualche giorno in "forum memorabilia" per un ricordo.
Un bel gioco dura poco, se vogliamo evitare di scadere su cose ormai non più divertenti, chiudiamo qui il contest dei fotomontaggi.
Se vogliamo discuterne ancora, c'è questo thread, ma non è per postare ancora fotomontaggi.
Grazie ancora a tutti, soprattutto per la comprensione.
Grazie a tutti i mod/admin che si sono smazzati per pattugliare questo thread giorno e notte ed evitare uscite sgradevoli.
E' incredibile il potere che ha "il popolo di internet".. e questa è solo una piccola dimostrazione, forse "un esperimento".
Cerchiamo quindi di non esagerare per evitare che la "bomba mediatica" si rivolti su di noi in maniera poco gradevole.
Io penso proprio di no. L'errore più grande che hanno fatto le due ragazze, a mio avviso, infatti, è stato quello di sottovalutare l'immensa portata del potenziale mediatico di circolazione di immagini e notizie, iniziato con giornali e tv e proseguito poi - in seguito alla discutibile idea di manipolare quella foto - sul web.
Non era mia intenzione scrivere un post sui fatti di Garlasco, paese già sufficientemente al centro di un massacro mediatico come pochi (oltretutto sostanzialmente inutile), una vicenda questa che dovrebbe essere sottratta alla curiosità morbosa dei media (e allo squallore di certi personaggi). E infatti non lo è. Garlasco dovrebbe essere lasciato in pace, e con lui i protagonisti di questa vicenda, almeno finché non ci saranno novità nell'inchiesta.
Non so di preciso cosa abbiano voluto dimostrare le due cugine col loro gesto; se lo scopo era avere maggiore popolarità o altro ancora, spero comunque che sia servito loro di lezione.
Si fa prima a oscurare un blog o tutta la piattaforma?
Della nota questione dell'oscuramente del blog di Piero Ricca si è ampiamente parlato in rete, perché ha rappresentato una palese violazione del diritto di ognuno di esprimere le proprie idee. La cosa, ovviamente, ha dato fastidio (e non potrebbe essere diversamente), ma c'è qualcuno che è riuscito a fare ancora meglio.
In Turchia, ad esempio, le autorità non si sono limitate a chiudere come da noi un singolo blog, no, hanno inibito l'accesso a tutti i blog ospitati sulla nota piattaforma wordpress.com. Per colpa infatti di alcuni "cattivoni" (blogger ritenuti 'scomodi' o quantomeno diffamatori) risultano inaccessibili qualcosa come un milione di blog turchi.
La notizia è stata diffusa da globalvoiceonline.org, un sito che si occupa di segnalare e catalogare tutti i casi nel mondo in cui i titolari di siti e blog vengono perseguitati e/o censurati dai relativi governi.
Mi viene da ridere quando sento qui noi qualcuno parlare di "regime".
(via Luca Conti)
In Turchia, ad esempio, le autorità non si sono limitate a chiudere come da noi un singolo blog, no, hanno inibito l'accesso a tutti i blog ospitati sulla nota piattaforma wordpress.com. Per colpa infatti di alcuni "cattivoni" (blogger ritenuti 'scomodi' o quantomeno diffamatori) risultano inaccessibili qualcosa come un milione di blog turchi.
La notizia è stata diffusa da globalvoiceonline.org, un sito che si occupa di segnalare e catalogare tutti i casi nel mondo in cui i titolari di siti e blog vengono perseguitati e/o censurati dai relativi governi.
Mi viene da ridere quando sento qui noi qualcuno parlare di "regime".
(via Luca Conti)
venerdì 24 agosto 2007
Matrimoni
Briatore e la Gregoraci che si sposano, con Fede e Berlusconi come testimoni, è uno di quegli avvenimenti sui quali avrei tante cose da dire. Ma tante.
Non dico niente solo perché ho paura di fare la fine di Piero Ricca.
Non dico niente solo perché ho paura di fare la fine di Piero Ricca.
Il medioevo ai giorni nostri
Il 28 agosto, e cioè tra 4 giorni, la donna che vedete nella foto qui a fianco (fonte: www.repubblica.it) sarà costretta a prendere un aereo che dall'Inghilterra, dove le è stato negato l'asilo politico, la riporterà a casa sua, in Iran. E non potrà opporsi in nessun modo.
E sapete cosa la aspetta una volta che sarà arrivata a destinazione? Verrà uccisa. Proprio così, verrà uccisa - in seguito a una sentenza emessa da un tribunale religioso islamico - per aver commesso un crimine gravissimo e terribile: essere omosessuale.
Eh sì, perché ai giorni nostri ci sono ancora posti in cui esistono leggi che puniscono questo gravissimo crimine con la pena di morte. E uno di questi è proprio l'Iran. L'Iran di quell'Ahmadinejad, di cui spesso si occupano le cronache, massima rappresentazione del conservatorismo religioso islamico più radicale.
Pegah Emambakhsh, la donna protagonista della storia, non appena toccherà il suolo del suo paese verrà arrestata e lapidata (maggiori dettagli sulla sua storia li trovate qui, qui e qui). La lapidazione, per chi eventualmente non lo sapesse, è un tipo di pena di morte ancora molto in voga nei paesi di tradizione islamica, che ha il "pregio" di procurare una morte molto lenta del condannato tra atroci sofferenze (non mi dilungo su questo aspetto, se vi interessano i dettagli potete dare un'occhiata qui).
Pegah, salvo novità dell'ultima ora, verrà lapidata dunque martedì prossimo.
Ovviamente, le considerazioni che si potrebbero fare sull'intera vicenda sono tante. Ci si potrebbe chiedere ad esempio com'è possibile che nel terzo millennio ci siano paesi in cui l'omosessualità non solo sia considerata fuorilegge, ma venga punita con la morte. Per gli islamici è un crimine così grave? Evidentemente sì. E mi domando a questo punto cosa succeda a chi commette crimini ancora più gravi, ad esempio un omicidio, sempre ammesso che per loro commettere un omicidio sia a questo punto effettivamente più grave di una relazione omosessuale.
Leggo infatti sempre nella pagina di Repubblica che ho linkato sopra:
Ora - verrebbe da dire - è naturale che ogni paese abbia il diritto di filarsi da sé la propria storia e di vivere secondo i propri criteri e principi (un discorso che a suo tempo sarebbe stato legittimo applicare all'Iraq, prima che l'"esportazione della democrazia" lo riducesse a quello che è oggi). Ma, nel contempo, sarebbe altrettanto interessante capire dove finisce quello che viene comunemente chiamato Principio di Autodeterminazione dei Popoli (il diritto di gestirsi da sé di cui parlavo prima) e dove cominciano invece le convenzioni internazionali e i diritti umani.
Nel caso dell'Iran mi sembra chi ci siano pochi dubbi in proposito.
E sapete cosa la aspetta una volta che sarà arrivata a destinazione? Verrà uccisa. Proprio così, verrà uccisa - in seguito a una sentenza emessa da un tribunale religioso islamico - per aver commesso un crimine gravissimo e terribile: essere omosessuale.
Eh sì, perché ai giorni nostri ci sono ancora posti in cui esistono leggi che puniscono questo gravissimo crimine con la pena di morte. E uno di questi è proprio l'Iran. L'Iran di quell'Ahmadinejad, di cui spesso si occupano le cronache, massima rappresentazione del conservatorismo religioso islamico più radicale.
Pegah Emambakhsh, la donna protagonista della storia, non appena toccherà il suolo del suo paese verrà arrestata e lapidata (maggiori dettagli sulla sua storia li trovate qui, qui e qui). La lapidazione, per chi eventualmente non lo sapesse, è un tipo di pena di morte ancora molto in voga nei paesi di tradizione islamica, che ha il "pregio" di procurare una morte molto lenta del condannato tra atroci sofferenze (non mi dilungo su questo aspetto, se vi interessano i dettagli potete dare un'occhiata qui).
Pegah, salvo novità dell'ultima ora, verrà lapidata dunque martedì prossimo.
Ovviamente, le considerazioni che si potrebbero fare sull'intera vicenda sono tante. Ci si potrebbe chiedere ad esempio com'è possibile che nel terzo millennio ci siano paesi in cui l'omosessualità non solo sia considerata fuorilegge, ma venga punita con la morte. Per gli islamici è un crimine così grave? Evidentemente sì. E mi domando a questo punto cosa succeda a chi commette crimini ancora più gravi, ad esempio un omicidio, sempre ammesso che per loro commettere un omicidio sia a questo punto effettivamente più grave di una relazione omosessuale.
Leggo infatti sempre nella pagina di Repubblica che ho linkato sopra:
La Repubblica Islamica Iraniana, si legge in un recente rapporto, è "più omofobica di qualsiasi altro paese al mondo o quasi. La tortura e la condanna a morte di lesbiche, gay e bisessuali, caldeggiate dal governo e contemplate dalla religione, fanno sì che l'Iran sembri agire in barba a tutte le convenzioni sottoscritte a livello internazionale in tema di diritti umani".A ulteriore testimonianza di ciò, il Daily Mail ha pubblicato ieri un articolo con tanto di eloquente foto (qui) che racconta della condanna a 80 frustate inflitte a un giovane colpevole di essersi ubriacato e aver fatto "sesso fuori dal matrimonio". La condanna è stata eseguita in strada da due ufficiali di Polizia davanti a un migliaio di "spettatori".
Ora - verrebbe da dire - è naturale che ogni paese abbia il diritto di filarsi da sé la propria storia e di vivere secondo i propri criteri e principi (un discorso che a suo tempo sarebbe stato legittimo applicare all'Iraq, prima che l'"esportazione della democrazia" lo riducesse a quello che è oggi). Ma, nel contempo, sarebbe altrettanto interessante capire dove finisce quello che viene comunemente chiamato Principio di Autodeterminazione dei Popoli (il diritto di gestirsi da sé di cui parlavo prima) e dove cominciano invece le convenzioni internazionali e i diritti umani.
Nel caso dell'Iran mi sembra chi ci siano pochi dubbi in proposito.
giovedì 23 agosto 2007
Easter egg in Firefox
Apprendo adesso, dal blog del mio amico Rocco, dell'esistenza del Libro di Mozilla.
Se usate Firefox e volete leggerne un'anteprima, digitate nella barra degli indirizzi esattamente i termini che vedete qui sotto (compreso il doppio punto):
:-)
Se usate Firefox e volete leggerne un'anteprima, digitate nella barra degli indirizzi esattamente i termini che vedete qui sotto (compreso il doppio punto):
about:mozilla
:-)
Confessioni di uno stupido
Da Repubblica:
Non so di preciso, in generale, quali siano i motivi che spingono questi criminali a compiere questi atti. Alcuni danno la colpa ai pastori, che credono così di rinnovare le aree dedicate al pascolo, altri ai bracconieri, che appiccano il fuoco in zone specifiche (perdendone poi il controllo) per cercare di spingere gli animali in altre zone in cui possono essere più facilmente cacciati.
Qui entra in gioco il fattore stupidità. Che può avere, a mio avviso, due valenze: stupidità dei motivi e stupidità fine a sé stessa. I due esempi che ho citato qui sopra (pastori e cacciatori) potrebbero essere assimilati alla stupidità motivata, per così dire. Cioè si appicca un incendio (azione stupida) al fine di ottenere un risultato. La confessione del 17enne che ho citato a inizio articolo, invece, potrebbe essere un ottimo esempio di stupidità fine a sé stessa. Cioè si appicca un incendio per "l'emozione di vedere un bosco bruciare".
Non saprei dire, sinceramente, quale delle due sia più pericolosa.
"Lo fanno tutti, volevo provarne anch'io l'emozione". L'emozione di appiccare un rogo e guardare le fiamme mangiarsi un bosco. Così un piromane diciassettenne ha spiegato il suo gesto ai carabinieri che lo avevano arrestato, ancora con l'accendino in mano, per aver dato inizio a un incendio nel parco naturale del Gargano.Se c'è una cosa per la quale questa estate 2007 verrà ricordata in futuro, saranno sicuramente gli incendi, che hanno devastato e deturpato irrimediabilmente ettari ed ettari del nostro patrimonio boschivo.
Non so di preciso, in generale, quali siano i motivi che spingono questi criminali a compiere questi atti. Alcuni danno la colpa ai pastori, che credono così di rinnovare le aree dedicate al pascolo, altri ai bracconieri, che appiccano il fuoco in zone specifiche (perdendone poi il controllo) per cercare di spingere gli animali in altre zone in cui possono essere più facilmente cacciati.
Qui entra in gioco il fattore stupidità. Che può avere, a mio avviso, due valenze: stupidità dei motivi e stupidità fine a sé stessa. I due esempi che ho citato qui sopra (pastori e cacciatori) potrebbero essere assimilati alla stupidità motivata, per così dire. Cioè si appicca un incendio (azione stupida) al fine di ottenere un risultato. La confessione del 17enne che ho citato a inizio articolo, invece, potrebbe essere un ottimo esempio di stupidità fine a sé stessa. Cioè si appicca un incendio per "l'emozione di vedere un bosco bruciare".
Non saprei dire, sinceramente, quale delle due sia più pericolosa.
mercoledì 22 agosto 2007
Davide la sa lunga
Davide Marrone è il ragazzo che vedete qui a fianco. Leggo dal corriere:
"In molti lo hanno chiamato il “Bill Gates italiano”. Ma lui rabbrividisce a sentire il nomignolo: «Io uso solo Linux e il paragone con il guru di Microsoft non è che mi piaccia molto. Piuttosto si potrebbe dire che sono lo Zennström o il Friis italiani»."
Beh, così, giusto per fare una battuta, verrebbe da dire che questa è la dimostrazione che chi usa Linux ha una marcia in più. :-)
No, più semplicemente (si fa per dire) Davide è colui che ha sviluppato un software in java che si scarica gratuitamente e si installa sul telefonino permettendo di scambiarsi sms a 1 cent l'uno (l'articolo del Corriere che ne parla è qui).
La sua iniziativa ha avuto talmente tanto successo che attualmente il sito dal quale si scarica il software è offline a causa del sovraccarico di accessi, obbligando il programmatore ad appoggiarsi momentaneamente a blogger.com (qui).
Malati di sms drizzate le orecchie: forse questo è il vostro asso di briscola! :-)
"In molti lo hanno chiamato il “Bill Gates italiano”. Ma lui rabbrividisce a sentire il nomignolo: «Io uso solo Linux e il paragone con il guru di Microsoft non è che mi piaccia molto. Piuttosto si potrebbe dire che sono lo Zennström o il Friis italiani»."
Beh, così, giusto per fare una battuta, verrebbe da dire che questa è la dimostrazione che chi usa Linux ha una marcia in più. :-)
No, più semplicemente (si fa per dire) Davide è colui che ha sviluppato un software in java che si scarica gratuitamente e si installa sul telefonino permettendo di scambiarsi sms a 1 cent l'uno (l'articolo del Corriere che ne parla è qui).
La sua iniziativa ha avuto talmente tanto successo che attualmente il sito dal quale si scarica il software è offline a causa del sovraccarico di accessi, obbligando il programmatore ad appoggiarsi momentaneamente a blogger.com (qui).
Malati di sms drizzate le orecchie: forse questo è il vostro asso di briscola! :-)
Il virus di Hallmark.com
Era da un pò che non parlavo più di virus, e-mail truffaldine e tentativi di infezione vari. Visto che un messaggio di questo tipo è riuscito a bypassare la spamfolder della mia webmail, ho deciso di approfittarne per analizzarla un pò in dettaglio. Così se per caso la ricevete anche voi sapete cosa dovete fare.
L'e-mail in questione è piuttosto subdola perché cerca di scavalcare la normale diffidenza dell'utente sfruttando il nome e la notorietà di un sito internet attraverso il quale è possibile, tra le altre cose, mandare e-cards di vario tipo ad amici e conoscenti. Il sito in questione è questo: http://www.hallmark.com, e naturalmente con l'invio dell'e-mail non c'entra niente (anzi, essendo già al corrente di questo giro di e-mail, ha anche predisposto una pagina per mettere in guardia gli utenti).
Ecco il testo dell'e-mail:
Come vedete, nel testo ci sono due link (li ho evidenziati in blu): il primo ("here") è quello pericoloso, perché cliccandoci sopra si viene reindirizzati direttamente all'eseguibile che installa il virus nel pc, questo:
Il secondo, invece, rimanda alla pagina (innocua) del sito da cui è possibile inviare le e-cards agli amici: questa (notate in primo piano il link da cui si accede alla pagina con le spiegazioni su come comportarsi in caso si ricevano e-mail di questo tipo).
Come ulteriore verifica della pericolosità del file evidenziato (gift.exe) l'ho scaricato sul mio pc e l'ho fatto analizzare dall'antivirus online Kapersky. Ed ecco, come mi aspettavo, il risultato:
Ecco qua: l'eseguibile Windows installa nel pc il virus chiamato Virus.Win32.Parite.b, che è una variante del già noto Virus.Win32.Parite.a, già in circolazione addirittura dal 2002 (qualche dettaglio tecnico in più sul metodo di infezione lo trovate qui).
I consigli per evitare di cadere in questi trabocchetti sono sempre quelli: prudenza e diffidenza. Mai cliccare disinvoltamente sui link contenuti nelle e-mail inattese o dal mittente sconosciuto. Stessa accortezza anche se il mittente ci sembra noto. I virus nella stragrande maggioranza dei casi (vedi questo) sono scritti appositamente per Windows, e se il passaggio a sistemi più sicuri (Linux o Mac) può apparire un ostacolo difficilmente sormontabile, cerchiamo almeno di tenere in ordine (antivirus, firewall, ecc...) quello di zio Bill.
L'e-mail in questione è piuttosto subdola perché cerca di scavalcare la normale diffidenza dell'utente sfruttando il nome e la notorietà di un sito internet attraverso il quale è possibile, tra le altre cose, mandare e-cards di vario tipo ad amici e conoscenti. Il sito in questione è questo: http://www.hallmark.com, e naturalmente con l'invio dell'e-mail non c'entra niente (anzi, essendo già al corrente di questo giro di e-mail, ha anche predisposto una pagina per mettere in guardia gli utenti).
Ecco il testo dell'e-mail:
Hello! You have recieved a Hallmark E-Card.
To see it, click here, There's something special about that E-Card feeling. We invite you to make a friend's day and send one.
Hope to see you soon, Your friends at Hallmark.
Come vedete, nel testo ci sono due link (li ho evidenziati in blu): il primo ("here") è quello pericoloso, perché cliccandoci sopra si viene reindirizzati direttamente all'eseguibile che installa il virus nel pc, questo:
Il secondo, invece, rimanda alla pagina (innocua) del sito da cui è possibile inviare le e-cards agli amici: questa (notate in primo piano il link da cui si accede alla pagina con le spiegazioni su come comportarsi in caso si ricevano e-mail di questo tipo).
Come ulteriore verifica della pericolosità del file evidenziato (gift.exe) l'ho scaricato sul mio pc e l'ho fatto analizzare dall'antivirus online Kapersky. Ed ecco, come mi aspettavo, il risultato:
Ecco qua: l'eseguibile Windows installa nel pc il virus chiamato Virus.Win32.Parite.b, che è una variante del già noto Virus.Win32.Parite.a, già in circolazione addirittura dal 2002 (qualche dettaglio tecnico in più sul metodo di infezione lo trovate qui).
I consigli per evitare di cadere in questi trabocchetti sono sempre quelli: prudenza e diffidenza. Mai cliccare disinvoltamente sui link contenuti nelle e-mail inattese o dal mittente sconosciuto. Stessa accortezza anche se il mittente ci sembra noto. I virus nella stragrande maggioranza dei casi (vedi questo) sono scritti appositamente per Windows, e se il passaggio a sistemi più sicuri (Linux o Mac) può apparire un ostacolo difficilmente sormontabile, cerchiamo almeno di tenere in ordine (antivirus, firewall, ecc...) quello di zio Bill.
martedì 21 agosto 2007
Brevi considerazioni sullo sciopero fiscale
Alcuni pensieri sparsi che mi sono venuti in mente dopo le recenti sparate del senatùr sull'invito allo sciopero fiscale:
- lo sciopero fiscale non mi sembra una novità, visto che è già da tantissimo tempo praticato in privato da ampie fasce della popolazione italiana (è sufficiente vedere il livello di evasione fiscale nel nostro paese)
- invitare la gente a non pagare le tasse (che in sostanza significa gabbare il fisco) non è apologia di reato?
- ma Bossi non prende lo stipendio da quella Roma a cui non vorrebbe più pagare le tasse?
- perché ogni volta che l'Umberto fa una delle sue deliranti uscite suscita le reazioni indignate degli altri politici? La miglior arma per dare a queste sciocchezze il peso che meritano non sarebbe l'indifferenza?
I 20 motivi (futili e pretestuosi) per non fare figli
Secondo me ci sono persone che scrivono libri con l'unico fine di venderli. Poi non importa cosa ci mettono dentro e se quello che scrivono in realtà non lo pensano: l'importante è che il libro venda e faccia guadagnare. Se eventualmente fa anche scandalo, poi, è ancora meglio.
Il libro del quale penso questo è No kid, scritto da una psicanalista francese coll'intento di illustrare in dettaglio i motivi per cui sarebbe meglio non procreare. Di questo libro si è occupato, tra gli altri, anche il Corriere con un articoletto (qui). L'elenco dei venti motivi, invece, per cui - sempre secondo l'illustre scrittrice - sarebbe meglio non procreare li trovate qui sotto (questo è il link):
Ovviamente il fatto che io non condivida molti dei punti elencati non significa automaticamente che per qualcun'altro non siano invece totalmente condivisibili (anzi, se qualcuno vuol dire la sua in proposito è il benvenuto), ci mancherebbe. Vediamo.
Punto 1: "il parto è una tortura".
Qui, ovviamente, ho dovuto interpellare Chiara, non avendo io diretta esperienza in merito ^^, la quale mi ha effettivamente confermato che è vero. L'unica cosa che l'autrice ha semmai omesso di evidenziare è il dopo. Il parto - è vero - è in genere doloroso, ma le sensazioni successive ripagano abbondantemente il dolore provato.
Punto 2: "diventerete dispensatrici ambulanti di cibo".
A parte il fatto che non ho capito bene il senso di questa affermazione (sempre ammesso che ce l'abbia). In ogni caso non vedo dove sia il problema. Quando le mie figlie erano piccoline, con un minimo di organizzazione abbiamo sempre trovato il modo di fare le nostre gite e i nostri viaggi con loro al seguito, e con pochissimi problemi. Il problema non è tanto diventare dispensatrici di cibo, quanto semmai riuscire a far fronte economicamente ai costi di tale cibo (ne riparlerò più avanti).
Punto 3: "lotterete per continuare a divertirvi".
Beh, se l'autrice (la quale tra l'altro è mamma pure lei) non si è divertita nel crescere i suoi figli, si è persa la parte migliore. Mi dispiace per lei.
Punto 4: "perderete i contatti con gli amici".
Balla colossale. A noi è accaduto esattamente l'opposto.
Punto 5: "dovrete imparare un linguaggio da veri idioti per riuscire a comunicare coi vostri figli".
Naturale. Se lei ha fatto crescere i suoi esclusivamente davanti alla televisione è logico che poi per comprenderli abbia dovuto imparare un linguaggio da idioti.
Punto 6: "i figli uccideranno il vostro desiderio".
Qui non mi dilungo. Comunque non mi (ci) risulta. :-)
Punto 7: "i figli suonano la campana a morto della vostra vita di coppia". Secondo Chiara nel nostro caso è il computer che sta uccidendo la vita di coppia. :-)
Punto 8: "fare figli è da conformisti".
Questa affermazione non merita commento.
Punto 9: "fare figli costa".
Beh, ogni tanto qualcuna la dice anche giusta, anche se il discorso sarebbe un tantino più complesso. Non sono i figli in sé che costano, è la società che ti impone il "prezzo" della loro messa al mondo e crescita.
Punto 10: "verrete ingannati pensando che non esista niente come un figlio perfetto".
Vedi punto 8.
Punto 11: "sarete inevitabilmente deluse dai vostri figli".
Mi dispiace per lei se ha avuto questa disgrazia.
Punto 12: "tutti si aspetteranno che voi siate una madre prima che una professionista e una donna".
A parte il fatto che non si capisce perché non si possa essere madre e donna allo stesso tempo, in ogni caso non vedo eventualmente dove sia il problema nell'essere madre prima che professionista. Anzi (risposta di Chiara).
Punto 13: "le famiglie sono un incubo".
Affermazione troppo generica. Dovrebbe spiegarsi meglio.
Punto 14: "i figli mettono fine ai vostri sogni dell'infanzia".
Balla (risposta di Chiara).
Punto 15: "non smetterete di desiderare la completa felicità per la vostra prole".
C'è qualcosa di male in questo? Ed è un buon motivo per non fare figli?
Punto 16: "stare a casa a badare i figli è incredibilmente noioso".
Vedi punto 14.
Punto 17: "dovrete scegliere tra maternità e carriera".
Parzialmente vero. Con qualche sacrificio è comunque possibile conciliare le due cose.
Punto 18: "quando arriva un figlio di solito scompare il padre".
Vedi punto 8.
Punto 19: "ci sono già troppi bambini sul pianeta".
Eccola qua, lo sapevo, un'altra sostenitrice della dottrina Malthusiana. :-)
Punto 20: "i figli sono pericolosi: vi portano in tribunale senza pensarci un secondo".
Questa è scema (risposta di Chiara). :-)
Ovviamente ho scelto un approccio semiserio per controbattere ad alcune delle affermazioni della scrittrice (più che altro per restare sullo stesso piano). Oltretutto i 20 punti elencati sono solamente una sintesi elaborata dal Times degli originali 40 esposti dalla psicanalista, e, per farsi un'idea completa e meno superficiale, bisognerebbe leggere il libro, dove sicuramente avrà approfondito ogni singolo punto.
L'obiezione di fondo che comunque mi sento di fare a quanto sostiene l'autrice del libro, è quella di aver esaminato e preso in considerazione solo gli aspetti "negativi", se così si può dire, della questione figli. Ora - è inutile negarlo - sarebbe da ipocriti affermare che mettere al mondo dei figli e crescerli sia un affare tutto rose e fiori. Io stesso sono il primo a dire che ci sono momenti in cui pensi "ma chi me l'ha fatto fare?", ma è altrettanto ipocrita esaminare solo questi aspetti senza mettere sull'altro piatto della bilancia la contropartita in soddisfazioni e gioia del mettere su famiglia.
Insomma, mi viene difficile pensare che l'esperienza di mamma dell'autrice sia stata così negativa (se così fosse perché ne avrebbe fatti 2?), ma in qualche modo il libro va venduto.
Il libro del quale penso questo è No kid, scritto da una psicanalista francese coll'intento di illustrare in dettaglio i motivi per cui sarebbe meglio non procreare. Di questo libro si è occupato, tra gli altri, anche il Corriere con un articoletto (qui). L'elenco dei venti motivi, invece, per cui - sempre secondo l'illustre scrittrice - sarebbe meglio non procreare li trovate qui sotto (questo è il link):
1) Il parto è una torturaDunque, io ho 4 figli (2 naturali e due adottati di recente ^_^), quindi penso di avere una certa esperienza in materia, tale da permettermi di controbattere ad alcune delle sciocchezze elencate qui sopra. A dire il vero non so neanche se ne valga la pena, visto che - come ho già detto - secondo me il vero motivo per cui l'ha fatto è esclusivamente economico, ma tant'è.
2) Diventerete dispensatrici ambulanti di cibo
3) Lotterete per continuare a divertirvi
4) Perderete i contatti con gli amici
5) Dovrete imparare un linguaggio da veri idioti per riuscire a comunicare con i vostri figli
6) I figli uccideranno il vostro desiderio
7) I figli suonano la campana a morto della vostra vita di coppia
8) Fare figli è da conformisti
9) I figli costano
10) Verrete ingannati pensando che non esista niente come un figlio perfetto
11) Sarete inevitabilmente delusi dai vostri figli
12) Tutti si aspetteranno che voi siate una madre prima che una professionista e una donna
13) Le famiglie sono un incubo
14) I figli mettono fine ai vostri sogni dell’infanzia
15) Non smetterete di desiderare la completa felicità per la vostra prole
16) Stare a casa a badare ai figli è incredibilmente noioso
17) Dovrete scegliere fra maternità e carriera
18) Quando arriva un figlio, di solito scompare il padre
19) Ci sono già troppi bambini sul pianeta
20) I figli sono pericolosi: vi portano in tribunale senza pensarci un secondo.
Ovviamente il fatto che io non condivida molti dei punti elencati non significa automaticamente che per qualcun'altro non siano invece totalmente condivisibili (anzi, se qualcuno vuol dire la sua in proposito è il benvenuto), ci mancherebbe. Vediamo.
Punto 1: "il parto è una tortura".
Qui, ovviamente, ho dovuto interpellare Chiara, non avendo io diretta esperienza in merito ^^, la quale mi ha effettivamente confermato che è vero. L'unica cosa che l'autrice ha semmai omesso di evidenziare è il dopo. Il parto - è vero - è in genere doloroso, ma le sensazioni successive ripagano abbondantemente il dolore provato.
Punto 2: "diventerete dispensatrici ambulanti di cibo".
A parte il fatto che non ho capito bene il senso di questa affermazione (sempre ammesso che ce l'abbia). In ogni caso non vedo dove sia il problema. Quando le mie figlie erano piccoline, con un minimo di organizzazione abbiamo sempre trovato il modo di fare le nostre gite e i nostri viaggi con loro al seguito, e con pochissimi problemi. Il problema non è tanto diventare dispensatrici di cibo, quanto semmai riuscire a far fronte economicamente ai costi di tale cibo (ne riparlerò più avanti).
Punto 3: "lotterete per continuare a divertirvi".
Beh, se l'autrice (la quale tra l'altro è mamma pure lei) non si è divertita nel crescere i suoi figli, si è persa la parte migliore. Mi dispiace per lei.
Punto 4: "perderete i contatti con gli amici".
Balla colossale. A noi è accaduto esattamente l'opposto.
Punto 5: "dovrete imparare un linguaggio da veri idioti per riuscire a comunicare coi vostri figli".
Naturale. Se lei ha fatto crescere i suoi esclusivamente davanti alla televisione è logico che poi per comprenderli abbia dovuto imparare un linguaggio da idioti.
Punto 6: "i figli uccideranno il vostro desiderio".
Qui non mi dilungo. Comunque non mi (ci) risulta. :-)
Punto 7: "i figli suonano la campana a morto della vostra vita di coppia". Secondo Chiara nel nostro caso è il computer che sta uccidendo la vita di coppia. :-)
Punto 8: "fare figli è da conformisti".
Questa affermazione non merita commento.
Punto 9: "fare figli costa".
Beh, ogni tanto qualcuna la dice anche giusta, anche se il discorso sarebbe un tantino più complesso. Non sono i figli in sé che costano, è la società che ti impone il "prezzo" della loro messa al mondo e crescita.
Punto 10: "verrete ingannati pensando che non esista niente come un figlio perfetto".
Vedi punto 8.
Punto 11: "sarete inevitabilmente deluse dai vostri figli".
Mi dispiace per lei se ha avuto questa disgrazia.
Punto 12: "tutti si aspetteranno che voi siate una madre prima che una professionista e una donna".
A parte il fatto che non si capisce perché non si possa essere madre e donna allo stesso tempo, in ogni caso non vedo eventualmente dove sia il problema nell'essere madre prima che professionista. Anzi (risposta di Chiara).
Punto 13: "le famiglie sono un incubo".
Affermazione troppo generica. Dovrebbe spiegarsi meglio.
Punto 14: "i figli mettono fine ai vostri sogni dell'infanzia".
Balla (risposta di Chiara).
Punto 15: "non smetterete di desiderare la completa felicità per la vostra prole".
C'è qualcosa di male in questo? Ed è un buon motivo per non fare figli?
Punto 16: "stare a casa a badare i figli è incredibilmente noioso".
Vedi punto 14.
Punto 17: "dovrete scegliere tra maternità e carriera".
Parzialmente vero. Con qualche sacrificio è comunque possibile conciliare le due cose.
Punto 18: "quando arriva un figlio di solito scompare il padre".
Vedi punto 8.
Punto 19: "ci sono già troppi bambini sul pianeta".
Eccola qua, lo sapevo, un'altra sostenitrice della dottrina Malthusiana. :-)
Punto 20: "i figli sono pericolosi: vi portano in tribunale senza pensarci un secondo".
Questa è scema (risposta di Chiara). :-)
Ovviamente ho scelto un approccio semiserio per controbattere ad alcune delle affermazioni della scrittrice (più che altro per restare sullo stesso piano). Oltretutto i 20 punti elencati sono solamente una sintesi elaborata dal Times degli originali 40 esposti dalla psicanalista, e, per farsi un'idea completa e meno superficiale, bisognerebbe leggere il libro, dove sicuramente avrà approfondito ogni singolo punto.
L'obiezione di fondo che comunque mi sento di fare a quanto sostiene l'autrice del libro, è quella di aver esaminato e preso in considerazione solo gli aspetti "negativi", se così si può dire, della questione figli. Ora - è inutile negarlo - sarebbe da ipocriti affermare che mettere al mondo dei figli e crescerli sia un affare tutto rose e fiori. Io stesso sono il primo a dire che ci sono momenti in cui pensi "ma chi me l'ha fatto fare?", ma è altrettanto ipocrita esaminare solo questi aspetti senza mettere sull'altro piatto della bilancia la contropartita in soddisfazioni e gioia del mettere su famiglia.
Insomma, mi viene difficile pensare che l'esperienza di mamma dell'autrice sia stata così negativa (se così fosse perché ne avrebbe fatti 2?), ma in qualche modo il libro va venduto.
lunedì 20 agosto 2007
Gialli (ir)risolti
Finalmente (si fa per dire) sappiamo cosa ha detto Materazzi a Zidane nella finale dei mondiali dell'anno scorso in Francia. Leggo in questo articolo del Corriere:
"Lo rivela «Tv Sorrisi e Canzoni» [e chi altrimenti?] nel numero in edicola lunedì 20 agosto, facendo così luce su un «giallo» rimasto finora irrisolto"Un giallo irrisolto? Perché, c'era ancora qualcuno a cui gliene fregava qualcosa?
Milano e i gatti neri
Circola da qualche giorno prima di Ferragosto la notizia che a Milano si sarebbero verificate un certo numero di sparizioni di gatti neri. I suddetti felini sarebbero stati per la maggior parte utilizzati per riti satanici, e molti uccisi nella convinzione balorda che portino sfiga.
La prima a parlarne è stata l'AIDAA in questo articolo pubblicato sul suo sito, articolo che è stato poi preso come fonte dalle varie testate nazionali che hanno rilanciato la notizia: Corriere, Ansa, Tgcom, Stampa, ecc...
Non so, sinceramente, quanto fondamento abbia questa notizia. Il Giornale, ad esempio, avanza qualche dubbio in merito bollando la notizia come possibile "balla ferragostana". E' tuttavia credenza abbastanza diffusa che il gatto nero porti sfiga (superstizione risalente ai tempi dell'Inquisizione), così come il numero 17, il 13, il colore viola, e altre cretinate simili.
Se avete un gatto nero di cui volete sbarazzarvi perché pensate porti sfortuna, fatemelo sapere, le mie figlie saranno liete di accoglierlo come compagno di giochi di Birba e Sissi.
La prima a parlarne è stata l'AIDAA in questo articolo pubblicato sul suo sito, articolo che è stato poi preso come fonte dalle varie testate nazionali che hanno rilanciato la notizia: Corriere, Ansa, Tgcom, Stampa, ecc...
Non so, sinceramente, quanto fondamento abbia questa notizia. Il Giornale, ad esempio, avanza qualche dubbio in merito bollando la notizia come possibile "balla ferragostana". E' tuttavia credenza abbastanza diffusa che il gatto nero porti sfiga (superstizione risalente ai tempi dell'Inquisizione), così come il numero 17, il 13, il colore viola, e altre cretinate simili.
Se avete un gatto nero di cui volete sbarazzarvi perché pensate porti sfortuna, fatemelo sapere, le mie figlie saranno liete di accoglierlo come compagno di giochi di Birba e Sissi.
domenica 19 agosto 2007
Sono destinato a rimanere disoccupato?
Ogni tanto qualcuno lancia l'allarme: i quotidiani cartacei, e più in generale la stampa che "si tiene in mano" e si compra in edicola, è destinata al dimenticatoio, soppiantata da internet. E' successo spesso, anche anni addietro, che qualcuno abbia più volte formulato questa previsione, puntualmente smentita ogni volta dai fatti.
Oggi leggo su Affari Italiani una nuova previsione di questo tipo, formulata da un nutrito gruppo di direttori e vice direttori di note testate italiane riuniti a simposio in quel di Cortina. La data enunciata da costoro - in cui appunto le edicole dovrebbero chiudere i battenti - viene collocata in un lasso di tempo che va dal 2010 al 2012. Le considerazioni che si potrebbero fare in merito a questa catastrofica previsione sono molte. Una su tutte: cosa faccio io dopo?
Questo perché, come è noto, lavoro nel ramo e nel 2012 sarei ancora troppo giovane per andare in pensione. :-)
Questa è la considerazione personale (e, se volete, un pò egoistica) della vicenda; considerazione che tra l'altro non trova conforto nei dati che circolano sulla diffusione della stampa. La diatriba tra chi vede quella tradizionale in coma profondo e chi la vede in ottima salute non è per la verità nuova, ma, come dicevo, si trascina da anni.
Se ci riferiamo ai puri dati oggettivi verrebbe da dire che la previsione dell'imminente morte della carta stampata sia un tantino azzardata. Secondo la World Association of Newspapers, infatti, l'organizzazione che raccoglie gli editori di 72 paesi e rappresenta circa 18.000 testate, negli ultimi 5 anni il volume di vendita e diffusione della stampa (cartacea) è aumentata a livello mondiale del 2,3%.
Le cose non vanno male neppure per quanto riguarda il panorama italiano, almeno per quel che concerne la diffusione dei quotidiani. In questa pagina del sito della FIEG si legge infatti:
E, sinceramente, non potrebbe essere diversamente, almeno secondo la mia opinione. E' vero che internet ha l'indubbio vantaggio di poter consultare le notizie in tempo reale, praticamente mentre accadono, ma penso che il "fascino" di acquistare in edicola il giornale ancora umido di inchiostro, sedersi con calma a un tavolino - magari mentre si sorseggia il caffé - per sfogliarlo con calma, sia una sensazione che difficilmente si prova davanti al freddo monitor del pc. Sarà forse perché io - pur essendo fondamentalmente un "tecnologico" - sono anche un nostalgico, oppure perché ho sempre avuto questa abitudine, non so, fatto sta che a me questa sorta di "rituale" piace. E, come dimostrano i dati, non solo a me.
Ovviamente internet non sta lì a guardare, ed è verosimile pensare che prima o poi un giorno la campana a morte per la stampa tradizionale suonerà per davvero. L'unica chance che in futuro avrà di sopravvivere all'egemonia delle informazioni in rete sarà la diversificazione dei contenuti. Non potrà ovviamente puntare a competere con internet sul piano della tempestività dell'informazione perché sarebbe fregata in partenza, ma dovrà piuttosto puntare sulla completezza dei dettagli e sull'approfondimento dei contenuti e delle opinioni.
Una sfida che permetterà a essa di sopravvivere e a me di riuscire ad arrivare alla pensione senza cambiare mestiere.
Oggi leggo su Affari Italiani una nuova previsione di questo tipo, formulata da un nutrito gruppo di direttori e vice direttori di note testate italiane riuniti a simposio in quel di Cortina. La data enunciata da costoro - in cui appunto le edicole dovrebbero chiudere i battenti - viene collocata in un lasso di tempo che va dal 2010 al 2012. Le considerazioni che si potrebbero fare in merito a questa catastrofica previsione sono molte. Una su tutte: cosa faccio io dopo?
Questo perché, come è noto, lavoro nel ramo e nel 2012 sarei ancora troppo giovane per andare in pensione. :-)
Questa è la considerazione personale (e, se volete, un pò egoistica) della vicenda; considerazione che tra l'altro non trova conforto nei dati che circolano sulla diffusione della stampa. La diatriba tra chi vede quella tradizionale in coma profondo e chi la vede in ottima salute non è per la verità nuova, ma, come dicevo, si trascina da anni.
Se ci riferiamo ai puri dati oggettivi verrebbe da dire che la previsione dell'imminente morte della carta stampata sia un tantino azzardata. Secondo la World Association of Newspapers, infatti, l'organizzazione che raccoglie gli editori di 72 paesi e rappresenta circa 18.000 testate, negli ultimi 5 anni il volume di vendita e diffusione della stampa (cartacea) è aumentata a livello mondiale del 2,3%.
Le cose non vanno male neppure per quanto riguarda il panorama italiano, almeno per quel che concerne la diffusione dei quotidiani. In questa pagina del sito della FIEG si legge infatti:
"Accanto alle ombre, vi sono comunque luci che per i quotidiani sono rappresentate dal buon andamento della diffusione e della lettura. Nel 2006, le copie vendute sono tornate a crescere (+1,9%), dopo un quinquennio di continue flessioni. Il trend positivo sembra essere confermato anche dai dati relativi al primo trimestre del 2007. Sul piano della lettura, i miglioramenti sono ancor più significativi: il numero di lettori di quotidiani è salito nel 2006 del 5,1% e l’indice di penetrazione è passato dal 41,7% del 2005 al 44,3%. Tradotto in valori assoluti, tale indice sta a significare che i lettori di quotidiani sono oggi circa 22 milioni."Sostanzialmente, quindi, direi che nonostante la progressiva digitalizzazione dell'informazione la gente apprezza ancora il giornale fresco di stampa acquistato in edicola al mattino.
E, sinceramente, non potrebbe essere diversamente, almeno secondo la mia opinione. E' vero che internet ha l'indubbio vantaggio di poter consultare le notizie in tempo reale, praticamente mentre accadono, ma penso che il "fascino" di acquistare in edicola il giornale ancora umido di inchiostro, sedersi con calma a un tavolino - magari mentre si sorseggia il caffé - per sfogliarlo con calma, sia una sensazione che difficilmente si prova davanti al freddo monitor del pc. Sarà forse perché io - pur essendo fondamentalmente un "tecnologico" - sono anche un nostalgico, oppure perché ho sempre avuto questa abitudine, non so, fatto sta che a me questa sorta di "rituale" piace. E, come dimostrano i dati, non solo a me.
Ovviamente internet non sta lì a guardare, ed è verosimile pensare che prima o poi un giorno la campana a morte per la stampa tradizionale suonerà per davvero. L'unica chance che in futuro avrà di sopravvivere all'egemonia delle informazioni in rete sarà la diversificazione dei contenuti. Non potrà ovviamente puntare a competere con internet sul piano della tempestività dell'informazione perché sarebbe fregata in partenza, ma dovrà piuttosto puntare sulla completezza dei dettagli e sull'approfondimento dei contenuti e delle opinioni.
Una sfida che permetterà a essa di sopravvivere e a me di riuscire ad arrivare alla pensione senza cambiare mestiere.
sabato 18 agosto 2007
Posizioni strane
Nessun riferimento all'antico testo indiano sul comportamento sessuale umano, ma solo alla posizione in cui ho beccato dormire oggi pomeriggio Birba e Sissi:
La linea di codice che fa impazzire Internet Explorer 6
Un blogger giapponese, Hamachiya2, ha casualmente scoperto una semplice linea di codice in grado di mandare in crash la versione 6 di Internet Explorer. Questa:
La notizia è riportata in questo articolo di Megalab.it, che fornisce anche un link per chi vuole fare il test online. Cliccando qui con la vecchia versione di IE, infatti, il browser dovrebbe crashare accompagnato dalla relativa notifica di Windows.
Inutile dire che i browser alternativi, come al solito, a differenza di IE6, interpretano correttamente la linea di codice incriminata (assieme, pare, alla versione 7 del browser Microsoft).
Purtroppo IE (anche nella sua vecchia versione) è ancora molto diffuso tra gli utenti, la maggioranza dei quali probabilmente non sa di utilizzare uno dei software più bacati (e attaccati) di tutta la storia dell'informatica. Naturalmente va detto che anche i browser alternativi a IE sono spesso soggetti ad attacchi ed exploit che ne compromettono la sicurezza di utilizzo, ma la differenza nei tempi di correzione dei problemi (ricordate i 12 giorni di Firefox?), la dicono lunga sull'affidabilità di quest'ultimo rispetto a IE.
La notizia è riportata in questo articolo di Megalab.it, che fornisce anche un link per chi vuole fare il test online. Cliccando qui con la vecchia versione di IE, infatti, il browser dovrebbe crashare accompagnato dalla relativa notifica di Windows.
Inutile dire che i browser alternativi, come al solito, a differenza di IE6, interpretano correttamente la linea di codice incriminata (assieme, pare, alla versione 7 del browser Microsoft).
Purtroppo IE (anche nella sua vecchia versione) è ancora molto diffuso tra gli utenti, la maggioranza dei quali probabilmente non sa di utilizzare uno dei software più bacati (e attaccati) di tutta la storia dell'informatica. Naturalmente va detto che anche i browser alternativi a IE sono spesso soggetti ad attacchi ed exploit che ne compromettono la sicurezza di utilizzo, ma la differenza nei tempi di correzione dei problemi (ricordate i 12 giorni di Firefox?), la dicono lunga sull'affidabilità di quest'ultimo rispetto a IE.
venerdì 17 agosto 2007
I Lindaco a Poggio Berni
Questa sera (venerdì), dopo le 21, se capitate dalle parti di Poggio Berni, vi consiglio di fare un salto su in collina all'anfiteatro all'aperto (via Roma, di fronte al comune). Si esibiranno infatti gratuitamente i Lindaco, un caro gruppo di amici (io e il chitarrista Alberto abbiamo suonato insieme per due anni nei Ravens).
Si tratta di una cover band delle canzoni di Lucio Battisti che sta ottenendo un certo successo qui nella nostra zona e anche fuori. Lo so, sono dei brutti ceffi, ma suonano da dio. (:-))
Si tratta di una cover band delle canzoni di Lucio Battisti che sta ottenendo un certo successo qui nella nostra zona e anche fuori. Lo so, sono dei brutti ceffi, ma suonano da dio. (:-))
giovedì 16 agosto 2007
Messaggi (dai tg)
Stavo guardando giusto il tg5 quando l'altra sera è stato trasmesso il famoso video di Valentino in cui racconta la sua verità (Paperopoli, ecc...). E avevo inteso che il filmato era un'esclusiva proprio del tg di Mediaset. Poi ho letto che la stessa sera è stato trasmesso anche dal tg1.
Bene. Se la moda prende piede, ogni volta che un presunto evasore fiscale (ovviamente vip) deve raccontare la sua verità, potrebbero organizzare dei messaggi a reti unificate (rai1, rai2, rai3, rete4, canale5, italia1) - tipo quello di fine anno del capo dello stato - con incluso magari un passaggio su Second Life.
Dopo Ferragosto
Evidentemente i postumi ferragostani non sono stati ancora completamente smaltiti dalla redazione online di Repubblica, visto che sono riusciti a infilare ben 4 errori tutti nello stesso giorno.
I miliardi sono diventati "milardi":
Attacca è diventato "attaca":
Michael Moore (che si dovrebbe pronunciare 'Maicol') è diventato "Michel":
Fabrizio de André si scrive con l'accento acuto e non grave:
Lo so, forse sono stato eccessivamente pignolo; visto però che il sito di Repubblica gode un certo seguito, un pò di attenzione in più...
I miliardi sono diventati "milardi":
Attacca è diventato "attaca":
Michael Moore (che si dovrebbe pronunciare 'Maicol') è diventato "Michel":
Fabrizio de André si scrive con l'accento acuto e non grave:
Lo so, forse sono stato eccessivamente pignolo; visto però che il sito di Repubblica gode un certo seguito, un pò di attenzione in più...
Nella m***a fino al collo
In questo periodo giù a Rimini sono tutti a mollo come se si trovassero ai Tropici. D'altra parte, come si sa, l'attrattiva maggiore di chi viene in vacanza qui è il mare. Eppure sono convinto che se molti bagnanti prima di partire avessero dato un'occhiata alla tabella qui sotto, se ne sarebbero rimasti a casa o avrebbero cambiato destinazione:
La tabeIla in questione è stata pubblicata sul sito del Ministero della Salute (qui), e in essa sono elencati i tratti di mare non balneabili a causa dell'inquinamento (triangolino rosso) della costa riminese (inquinamento dovuto all'elevata concentrazione di batteri fecali, un modo elegante per dire "merda").
Guarda caso questi tratti si trovano tutti in corrispondenza dei fiumi e dei torrenti che sfociano a mare: Ventena, Conca, Marano e Marecchia. Questo ovviamente la dice lunga sullo stato di utilizzo dei depuratori nel riminese.
Bene. In questo mare i turisti ci fanno allegramente il bagno, nonostante ciò che Ivan e compagni vanno dicendo da tempo.
La tabeIla in questione è stata pubblicata sul sito del Ministero della Salute (qui), e in essa sono elencati i tratti di mare non balneabili a causa dell'inquinamento (triangolino rosso) della costa riminese (inquinamento dovuto all'elevata concentrazione di batteri fecali, un modo elegante per dire "merda").
Guarda caso questi tratti si trovano tutti in corrispondenza dei fiumi e dei torrenti che sfociano a mare: Ventena, Conca, Marano e Marecchia. Questo ovviamente la dice lunga sullo stato di utilizzo dei depuratori nel riminese.
Bene. In questo mare i turisti ci fanno allegramente il bagno, nonostante ciò che Ivan e compagni vanno dicendo da tempo.
Prova pratica di DRM by Google
Questo articolo è stato modificato dopo la pubblicazione iniziale.
Era da un pò che non toccavo più l'argomento DRM. E dire che nel mio sito internet prima, e nel mio blog poi, non mi sono certo risparmiato nel cercare di illustrare la palese contraddizione e l'ingiustizia insite in questo sistema di controllo dei diritti digitali da parte delle major musicali, cinematografiche e dei detentori dei diritti di copyright (una breve rassegna di miei articoli in proposito la trovate qui).
Perché sono tornato sull'argomento? Perché Google, da ieri, ha revocato agli utenti che hanno legittimamente acquistato i video sul proprio portale il diritto di vederli. Lo so, la materia DRM può sembrare qualcosa di noioso, di astratto, di lunare, di "ma a noi che ce ne frega?". Beh, chi ha acquistato legalmente su qualche portale tracce musicali protette con questo sistema e una volta scaricato il file si è accorto che suonava solo su un particolare player multimediale e non poteva essere masterizzato su cd, sa cosa voglio dire.
Ieri, come dicevo, la massima espressione di questo "sopruso" (non mi viene in mente termine più adatto) si è palesata sotto l'egida del colosso di Mountain View. Ne parla Paolo Attivissimo in un articolo sul suo blog: dateci un'occhiata anche se l'argomento non vi interessa, è breve ma molto chiaro (lo trovate qui).
Per il resto non che dirvi. Difficile davanti a queste cose non giustificare chi si scarica la musica o i film da qualche circuito p2p. Il DRM, nella sua accezione peggiore, è una inutile vessazione, che penalizza l'utente onesto che acquista in modo legale musica in rete e allo stesso tempo non contribuisce minimamente a fermare il fenomeno della pirateria.
Aspettiamo con ansia il giorno in cui i signori che stanno ai vertici dell'entertainment capiranno un tantino le dinamiche della diffusione della cultura in rete e si regoleranno di conseguenza.
Aggiornamento 22/08/2007.
Google pare abbia avuto un parziale ripensamento. Maggiori dettagli qui.
Era da un pò che non toccavo più l'argomento DRM. E dire che nel mio sito internet prima, e nel mio blog poi, non mi sono certo risparmiato nel cercare di illustrare la palese contraddizione e l'ingiustizia insite in questo sistema di controllo dei diritti digitali da parte delle major musicali, cinematografiche e dei detentori dei diritti di copyright (una breve rassegna di miei articoli in proposito la trovate qui).
Perché sono tornato sull'argomento? Perché Google, da ieri, ha revocato agli utenti che hanno legittimamente acquistato i video sul proprio portale il diritto di vederli. Lo so, la materia DRM può sembrare qualcosa di noioso, di astratto, di lunare, di "ma a noi che ce ne frega?". Beh, chi ha acquistato legalmente su qualche portale tracce musicali protette con questo sistema e una volta scaricato il file si è accorto che suonava solo su un particolare player multimediale e non poteva essere masterizzato su cd, sa cosa voglio dire.
Ieri, come dicevo, la massima espressione di questo "sopruso" (non mi viene in mente termine più adatto) si è palesata sotto l'egida del colosso di Mountain View. Ne parla Paolo Attivissimo in un articolo sul suo blog: dateci un'occhiata anche se l'argomento non vi interessa, è breve ma molto chiaro (lo trovate qui).
Per il resto non che dirvi. Difficile davanti a queste cose non giustificare chi si scarica la musica o i film da qualche circuito p2p. Il DRM, nella sua accezione peggiore, è una inutile vessazione, che penalizza l'utente onesto che acquista in modo legale musica in rete e allo stesso tempo non contribuisce minimamente a fermare il fenomeno della pirateria.
Aspettiamo con ansia il giorno in cui i signori che stanno ai vertici dell'entertainment capiranno un tantino le dinamiche della diffusione della cultura in rete e si regoleranno di conseguenza.
Aggiornamento 22/08/2007.
Google pare abbia avuto un parziale ripensamento. Maggiori dettagli qui.
mercoledì 15 agosto 2007
Vuoi fare il test sulla sicurezza informatica?
Non so quanti di voi, oggi, saranno davanti al pc invece che al mare, in montagna o a spasso con la famiglia. Comunque sia vi segnalo un test de La Stampa, la quale, in vena di quiz ferragostani, propone alcuni quesiti per valutare un pò il nostro grado di conoscenza delle basilari regole di sicurezza informatica.
L'idea non sarebbe neanche malvagia, se non fosse che alcune delle domande ricalcano lo stile "di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?", e quindi anche se la risposta non la si sa la si indovina per esclusione delle alternative. E vabbè...
Comunque sia, se volete farlo anche voi, andate qui e cliccate "quiz" in fondo all'articolo (se vi va potete scrivere nei commenti qui sotto come è andata).
Dopo vi dico quanto ho fatto io. :)
L'idea non sarebbe neanche malvagia, se non fosse che alcune delle domande ricalcano lo stile "di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?", e quindi anche se la risposta non la si sa la si indovina per esclusione delle alternative. E vabbè...
Comunque sia, se volete farlo anche voi, andate qui e cliccate "quiz" in fondo all'articolo (se vi va potete scrivere nei commenti qui sotto come è andata).
Dopo vi dico quanto ho fatto io. :)
martedì 14 agosto 2007
Monopoli di Stato, Valentino Rossi e Branko
Qual'è il sottile filo che lega i tre soggetti del titolo? Tutto parte da un articolo pubblicato dal buon BigFab nel suo blog (qui), nel quale espone alcune considerazioni in merito alla notizia della mega evasione fiscale di cui sarebbero responsabili i Monopoli di Stato. L'inchiesta è partita da due giornalisti del Secolo XIX, ed è stata pubblicata a maggio (qui).
Riassumendo brutalmente (i dettagli li potete leggere nell'articolo che ho linkato), tutto ruoterebbe attorno al mancato collegamento via modem di circa 2/3 delle slot machine e videopoker sparsi per la penisola alla Sogei, la società che si occupa del controllo sul pagamento delle imposte. Da ciò scaturirebbe una mancata denuncia di introiti, con relativo mancato pagamento delle imposte, per una somma che si avvicinerebbe ai cento miliardi di euro. Quisquilie rispetto alla tanto strombazzata presunta evasione di Valentino, della quale ho parlato anch'io l'altro ieri.
A questo proposito è interessante notare un fatto. Chi ha parlato di questa storia a parte - ovviamente - lo stesso Secolo XIX titolare dell'inchiesta e Beppe Grillo (qui)? Nessuno. O meglio, nessuno dei "grandi" organi di informazione (unica eccezione il Corriere che a fine maggio ha pubblicato un articoletto qui). Né Ansa, né Repubblica, né AdnKronos, né nessun altro si sono presi la briga di dare un pò di spazio alla cosa. Ma come - verrebbe da dire -, quando l'evasore è Valentino la notizia diventa immediatamente di dominio planetario e quando lo sono i Monopoli non interessa a nessuno?
Se non fosse stato per Beppe Grillo la cosa sarebbe probabilmente morta lì. Gli unici, oltre al comico genovese, che hanno fatto da passa parola alla notizia sono stati infatti i piccoli siti di informazione indipendenti e i blog, i tanto vituperati blog, che sempre più spesso arrivano là dove altri si fermano.
D'altra parte i grandi organi di informazione bisogna capirli: le notizie importanti da dare sono altre, tipo Briatore che sposa la Gregoraci, la moglie di Cosimo Mele che perdona il marito fedifrago, o l'Oroscopo di Branko, pubblicato sabato in prima pagina (sì, avete capito bene) sul Messaggero.
Per i Monopoli non c'è fretta.
Riassumendo brutalmente (i dettagli li potete leggere nell'articolo che ho linkato), tutto ruoterebbe attorno al mancato collegamento via modem di circa 2/3 delle slot machine e videopoker sparsi per la penisola alla Sogei, la società che si occupa del controllo sul pagamento delle imposte. Da ciò scaturirebbe una mancata denuncia di introiti, con relativo mancato pagamento delle imposte, per una somma che si avvicinerebbe ai cento miliardi di euro. Quisquilie rispetto alla tanto strombazzata presunta evasione di Valentino, della quale ho parlato anch'io l'altro ieri.
A questo proposito è interessante notare un fatto. Chi ha parlato di questa storia a parte - ovviamente - lo stesso Secolo XIX titolare dell'inchiesta e Beppe Grillo (qui)? Nessuno. O meglio, nessuno dei "grandi" organi di informazione (unica eccezione il Corriere che a fine maggio ha pubblicato un articoletto qui). Né Ansa, né Repubblica, né AdnKronos, né nessun altro si sono presi la briga di dare un pò di spazio alla cosa. Ma come - verrebbe da dire -, quando l'evasore è Valentino la notizia diventa immediatamente di dominio planetario e quando lo sono i Monopoli non interessa a nessuno?
Se non fosse stato per Beppe Grillo la cosa sarebbe probabilmente morta lì. Gli unici, oltre al comico genovese, che hanno fatto da passa parola alla notizia sono stati infatti i piccoli siti di informazione indipendenti e i blog, i tanto vituperati blog, che sempre più spesso arrivano là dove altri si fermano.
D'altra parte i grandi organi di informazione bisogna capirli: le notizie importanti da dare sono altre, tipo Briatore che sposa la Gregoraci, la moglie di Cosimo Mele che perdona il marito fedifrago, o l'Oroscopo di Branko, pubblicato sabato in prima pagina (sì, avete capito bene) sul Messaggero.
Per i Monopoli non c'è fretta.
lunedì 13 agosto 2007
Camomilla
Il Codacons ha proclamato per ferragosto lo "sciopero bianco degli automobilisti". In pratica, nel suddetto giorno di festa, gli automobilisti sono invitati a lasciare nel garage la macchina, e in più, il 13 (oggi), 14 e 15, sono invitati a boicottare le compagnie più costose, o almeno quelle che non diminuiranno il prezzo alla pompa di almeno 3 cent/litro.
L'iniziativa della nota associazione di consumatori è senz'altro positiva (anche se gli accorgimenti suggeriti dovrebbero essere osservati sempre e non solo a farragosto) e si prefigge lo scopo di sensibilizzare gli utenti sulle "intollerabili speculazioni sui prezzi dei carburanti, che si impennano ad ogni esodo facendo uscire milioni di euro in più dalle tasche delle famiglie in viaggio", si legge nella pagina in cui è reclamizzata l'iniziativa.
Vengono quindi elencati alcuni accorgimenti (in verità già noti) per ridurre il consumo di benzina e risparmiare un pò di soldini: andare piano, tenere una guida morbida, luci spente, marce alte, ecc..
Nel primo dei punti indicati (quello relativo al piede pesante), leggo (il neretto è mio):
L'iniziativa della nota associazione di consumatori è senz'altro positiva (anche se gli accorgimenti suggeriti dovrebbero essere osservati sempre e non solo a farragosto) e si prefigge lo scopo di sensibilizzare gli utenti sulle "intollerabili speculazioni sui prezzi dei carburanti, che si impennano ad ogni esodo facendo uscire milioni di euro in più dalle tasche delle famiglie in viaggio", si legge nella pagina in cui è reclamizzata l'iniziativa.
Vengono quindi elencati alcuni accorgimenti (in verità già noti) per ridurre il consumo di benzina e risparmiare un pò di soldini: andare piano, tenere una guida morbida, luci spente, marce alte, ecc..
Nel primo dei punti indicati (quello relativo al piede pesante), leggo (il neretto è mio):
Specie in città, tra un semaforo e l’altro, è dimostrato che non recuperate praticamente nulla, anche se vi mettete a fare le gare con il vicino. Quelli dietro, pian pianino, vi raggiungeranno. Se siete nervosi e siete in ritardo, fate un respiro profondo o prendete una camomilla.Ecco, alla camomilla come antidoto per combattere il nervosismo da ritardo e traffico intenso non avevo mai pensato. Bisognerà che me ne ricordi la prossima volta che mi trovo imbottigliato a Rimini nel traffico delle otto.
domenica 12 agosto 2007
Mi dite qualcosa del Mac?
Ho notato da alcuni commenti che lasciate, e dai report di accesso a questo blog (immagine qui a fianco), che molti di voi utilizzano con soddisfazione un computer Macintosh.
La mia domanda è molto semplice: mi dite qualcosa del Mac?
Potete dire quello che volete e prendere in considerazione gli aspetti che più vi interessano. Io non ho mai usato un Mac; sono nato - informaticamente - con Windows e sono attualmente un felice utente Linux.
Mettiamola così: io devo acquistare un pc nuovo e voi dovete darmi dei buoni motivi per dare i miei soldi ad Apple. Ci state?
La mia domanda è molto semplice: mi dite qualcosa del Mac?
Potete dire quello che volete e prendere in considerazione gli aspetti che più vi interessano. Io non ho mai usato un Mac; sono nato - informaticamente - con Windows e sono attualmente un felice utente Linux.
Mettiamola così: io devo acquistare un pc nuovo e voi dovete darmi dei buoni motivi per dare i miei soldi ad Apple. Ci state?
Evidentemente non siamo simpatici
Ormai è chiaro: a molti non siamo simpatici. Alludo - ovvio - a noi, poveri blogger, che usiamo il nostro piccolo angolino di internet per dire ciò che ci frulla in testa.
Avevo avuto già sentore di questa cosa in tempi non sospetti, quando ancora questo blog non esisteva e usavo il mio piccolo sito per dire le mie cose. Nel corso del tempo le conferme non sono mancate. Qualche giorno fa, ad esempio, siamo stati accusati di essere dei bugiardi. E vabbè.
L'altro ieri è arrivato Luca Conti, a segnalare sul suo blog un altro interessante scritto apparso sulla versione cartacea di un inserto de La Stampa. In questo articolo (articolo?) veniamo questa volta accusati di essere dei "miserabili con la puzza sotto il naso".
Anche in questo caso, come ho già scritto in altre occasioni, replicare significa abbassarsi al livello dell'autore dell'articolo, quindi lascio perdere, tanto sapete già come la penso. Oltretutto l'articolista, a riprova che spesso le argomentazioni di chi ci dà contro attingono a storie già viste e sentite, fa riferimento a uno scritto di tale Lardellier già pubblicato a settembre dell'anno scorso da Repubblica, e già commentato da me qui.
Detto questo detto tutto.
Se comunque avete 5 minuti da perdere e volete darci un'occhiata, il jpg dell'articolo è qui.
(via Pandemia)
Avevo avuto già sentore di questa cosa in tempi non sospetti, quando ancora questo blog non esisteva e usavo il mio piccolo sito per dire le mie cose. Nel corso del tempo le conferme non sono mancate. Qualche giorno fa, ad esempio, siamo stati accusati di essere dei bugiardi. E vabbè.
L'altro ieri è arrivato Luca Conti, a segnalare sul suo blog un altro interessante scritto apparso sulla versione cartacea di un inserto de La Stampa. In questo articolo (articolo?) veniamo questa volta accusati di essere dei "miserabili con la puzza sotto il naso".
Anche in questo caso, come ho già scritto in altre occasioni, replicare significa abbassarsi al livello dell'autore dell'articolo, quindi lascio perdere, tanto sapete già come la penso. Oltretutto l'articolista, a riprova che spesso le argomentazioni di chi ci dà contro attingono a storie già viste e sentite, fa riferimento a uno scritto di tale Lardellier già pubblicato a settembre dell'anno scorso da Repubblica, e già commentato da me qui.
Detto questo detto tutto.
Se comunque avete 5 minuti da perdere e volete darci un'occhiata, il jpg dell'articolo è qui.
(via Pandemia)
sabato 11 agosto 2007
Ferragosto? Mmh...
Sarà che fino a un'ora fa veniva giù un'acqua da diluvio universale, sarà il cielo scuro, sarà che la temperatura si è abbassata, sarà che Marco - qui di fronte a casa mia - ha chiuso il bar e se n'è andato in ferie. Sono sincero: non mi sembra il classico clima pre-ferragostano, ho più l'impressione di essere già in autunno inoltrato.
Il ché - detto per inciso - non mi dispiace affatto.
Requisiti minimi per il successo: la mediocrità
Domenica scorsa, a Montefiore Conca, bellissimo paesino dell'entroterra romagnolo, Luciano Moggi ha tenuto una specie di incontro pubblico sulla piazzetta del paese durante il quale ha cercato di spiegare "la sua verità" (non so se ci avete fatto caso: ogni volta che un personaggio pubblico risulta impelagato in fatti giudiziari deve sempre raccontare la sua verità. Vabbè...).
Leggo sull'articolo del Carlino che ho linkato sopra:
Quello che dà fastidio non è tanto la vicenda in sé, né il fatto che Moggi sia stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere e frode sportiva assieme ai suoi degni compari (in fondo se la legge è uguale per tutti anche lui è innocente fino a sentenza definitiva), quanto il fatto che se ne parli, che le cronache continuino a occuparsi di lui. Che quando il potente cade siano tutti pronti a dargli contro e appena rialza un pò la testa sia di nuovo osannato e idolatrato.
Non ne posso più di leggere nella prime pagine "Moggi ha fatto questo, Moggi ha fatto quest'altro". Possibile che l'attenzione dei media debba essere monopolizzata da questa gente? Possibile che le cronache si debbano occupare di cosa combinano Lele Mora, Corona e Fiorani? Possibile - in definitiva - che la gente sia così attratta da personaggi mediocri, nulli, privi si spessore e di "consistenza"?
Mi pare che stiamo assistendo a un upgrade: la mediocrità elevata al rango di eccellenza.
Leggo sull'articolo del Carlino che ho linkato sopra:
"Alla fine, 'Lucianone' ne è uscito da vincitore, applauditissimo, reclamato per una foto e un autografo, strattonato da chi lo vuole presidente del consiglio e star assoluta."Curioso questo atteggiamento della stampa e della gente in generale: prima, subito dopo l'esplosione dello scandalo, è stato crocifisso dai media come responsabile di tutti i mali del calcio italiano. Ora che le acque si sono un pò calmate è partito invece il processo di beatificazione: acclamato, applaudito, manca solo che gli si chieda scusa per il disturbo.
Quello che dà fastidio non è tanto la vicenda in sé, né il fatto che Moggi sia stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere e frode sportiva assieme ai suoi degni compari (in fondo se la legge è uguale per tutti anche lui è innocente fino a sentenza definitiva), quanto il fatto che se ne parli, che le cronache continuino a occuparsi di lui. Che quando il potente cade siano tutti pronti a dargli contro e appena rialza un pò la testa sia di nuovo osannato e idolatrato.
Non ne posso più di leggere nella prime pagine "Moggi ha fatto questo, Moggi ha fatto quest'altro". Possibile che l'attenzione dei media debba essere monopolizzata da questa gente? Possibile che le cronache si debbano occupare di cosa combinano Lele Mora, Corona e Fiorani? Possibile - in definitiva - che la gente sia così attratta da personaggi mediocri, nulli, privi si spessore e di "consistenza"?
Mi pare che stiamo assistendo a un upgrade: la mediocrità elevata al rango di eccellenza.
venerdì 10 agosto 2007
Non ce l'ho con loro
Io non ce l'ho con Gentilini e Caruso per le cose che hanno detto, perché incavolarsi con loro vorrebbe dire in qualche modo abbassarsi al loro livello (tra l'altro non ho ancora capito bene cosa ci fa Caruso in parlamento).
Ce l'ho coi media in generale per non avere il coraggio di relegare certe idiozie in un trafilettino in ottava pagina.
Dolci evasioni
[...] "Godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura. E andate chissà dove per non pagar le tasse, col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe". [...]
Francesco Guccini - Cirano
Quando ho letto la notizia della presunta evasione fiscale di Valentino, mi sono subito balzati in mente i versi che leggete qui sopra, che appartengono a una delle più belle poesie in musica scritte dal grande Francesco (il testo completo è qui).
Valentino è un grande campione, non si discute. Io stesso non ho difficoltà ad ammettere di seguire con interesse le sue funamboliche evoluzioni motociclistiche. La domanda che mi sorge spontanea, però, è: perché molto spesso i grandi campioni di qualche disciplina sportiva non sono altrettanto campioni di civiltà e correttezza?
Valentino è solo l'ultimo della serie; l'elenco dei grandi campioni dello sport che hanno avuto problemi col fisco è infatti piuttosto lungo (contribuenti.it ne elenca alcuni qui). Ovviamente l'elusione degli obblighi fiscali non è appannaggio esclusivo di noti personaggi sportivi, ma anche di personaggi dello spettacolo (chi non ricorda il caso Pavarotti?) e, purtroppo, di molti anonimi liberi professionisti, tipo dentisti, ecc...
Più difficile, semmai, è cercare di capire quali siano i motivi (veri) che spingono questi personaggi a ricorrere a trucchetti vari (tipo residenze all'estero) per sfuggire ai voraci tentacoli del fisco di casa nostra. A mio parere è solo una questione di prospettiva. Se infatti guardiamo la vicenda dal punto di vista di una persona normale - tipo, che so, un semplice impiegato da 1000 euro al mese - diventa difficile giustificare un'evasione di questo tipo.
Se infatti, per ipotesi, Valentino avesse fatto tutto alla luce del sole dichiarando in Italia tutti i suoi guadagni e pagandoci sopra quanto dovuto, gliene sarebbero rimasti comunque sempre fin troppi. E' vero che il fisco italiano è noto - anche all'estero - per la sua voracità, ma uno che incamera certe cifre sarebbe logico pensare che non gli importi più di tanto se anche un quarto di quello che guadagna (ipotesi) se ne dovesse andare in tasse. Questo potrebbe essere il ragionamento di una persona "normale".
Evidentemente, però, quando si raggiungono certi livelli (di guadagno) qualcosa cambia (la famosa prospettiva di cui parlavo prima), ed entrano in gioco forse altri fattori (e qui entro nel campo delle ipotesi, bisognerebbe chiedere ai diretti interessati). Uno di questi fattori potrebbe essere rappresentato da una sorta di "presa di coscienza" del fatto che sia un peccato che una parte così cospicua del proprio patrimonio se ne debba andare in tasse, e quindi se esiste il modo (legale o no non importa) per evitarlo, ben venga.
Un'altra spiegazione potrebbe essere il famoso "così fan tutti". Valentino infatti potrebbe giustamente (si fa per dire) pensare: "Cavolo, gli altri campioni fanno tutti così. Io chi sono il più pataca*?" Oppure, ancora, il tutto potrebbe essere conseguenza della ben nota sindrome chiamata "avidità incontrollata e difficile da guarire", una patologia che si manifesta con il bisogno irrefrenabile di accumulare denaro in maniera spropositata anche quando se ne ha già fin troppo e alla fine è probabile che non si sappia neppure come spenderlo.
Così, a occhio, la terza ipotesi che ho menzionato mi pare la più plausibile, anche se quella del "così fan tutti" non mi sembra completamente scartabile. In ogni caso, trovo che i versi di Guccini che ho riportato a inizio articolo siano particolarmente azzeccati.
* "pataca" è un'espressione che non esiste sul dizionario. E' molto utilizzata qui da noi in Romagna come sinonimo di "fesso".
Francesco Guccini - Cirano
Quando ho letto la notizia della presunta evasione fiscale di Valentino, mi sono subito balzati in mente i versi che leggete qui sopra, che appartengono a una delle più belle poesie in musica scritte dal grande Francesco (il testo completo è qui).
Valentino è un grande campione, non si discute. Io stesso non ho difficoltà ad ammettere di seguire con interesse le sue funamboliche evoluzioni motociclistiche. La domanda che mi sorge spontanea, però, è: perché molto spesso i grandi campioni di qualche disciplina sportiva non sono altrettanto campioni di civiltà e correttezza?
Valentino è solo l'ultimo della serie; l'elenco dei grandi campioni dello sport che hanno avuto problemi col fisco è infatti piuttosto lungo (contribuenti.it ne elenca alcuni qui). Ovviamente l'elusione degli obblighi fiscali non è appannaggio esclusivo di noti personaggi sportivi, ma anche di personaggi dello spettacolo (chi non ricorda il caso Pavarotti?) e, purtroppo, di molti anonimi liberi professionisti, tipo dentisti, ecc...
Più difficile, semmai, è cercare di capire quali siano i motivi (veri) che spingono questi personaggi a ricorrere a trucchetti vari (tipo residenze all'estero) per sfuggire ai voraci tentacoli del fisco di casa nostra. A mio parere è solo una questione di prospettiva. Se infatti guardiamo la vicenda dal punto di vista di una persona normale - tipo, che so, un semplice impiegato da 1000 euro al mese - diventa difficile giustificare un'evasione di questo tipo.
Se infatti, per ipotesi, Valentino avesse fatto tutto alla luce del sole dichiarando in Italia tutti i suoi guadagni e pagandoci sopra quanto dovuto, gliene sarebbero rimasti comunque sempre fin troppi. E' vero che il fisco italiano è noto - anche all'estero - per la sua voracità, ma uno che incamera certe cifre sarebbe logico pensare che non gli importi più di tanto se anche un quarto di quello che guadagna (ipotesi) se ne dovesse andare in tasse. Questo potrebbe essere il ragionamento di una persona "normale".
Evidentemente, però, quando si raggiungono certi livelli (di guadagno) qualcosa cambia (la famosa prospettiva di cui parlavo prima), ed entrano in gioco forse altri fattori (e qui entro nel campo delle ipotesi, bisognerebbe chiedere ai diretti interessati). Uno di questi fattori potrebbe essere rappresentato da una sorta di "presa di coscienza" del fatto che sia un peccato che una parte così cospicua del proprio patrimonio se ne debba andare in tasse, e quindi se esiste il modo (legale o no non importa) per evitarlo, ben venga.
Un'altra spiegazione potrebbe essere il famoso "così fan tutti". Valentino infatti potrebbe giustamente (si fa per dire) pensare: "Cavolo, gli altri campioni fanno tutti così. Io chi sono il più pataca*?" Oppure, ancora, il tutto potrebbe essere conseguenza della ben nota sindrome chiamata "avidità incontrollata e difficile da guarire", una patologia che si manifesta con il bisogno irrefrenabile di accumulare denaro in maniera spropositata anche quando se ne ha già fin troppo e alla fine è probabile che non si sappia neppure come spenderlo.
Così, a occhio, la terza ipotesi che ho menzionato mi pare la più plausibile, anche se quella del "così fan tutti" non mi sembra completamente scartabile. In ogni caso, trovo che i versi di Guccini che ho riportato a inizio articolo siano particolarmente azzeccati.
* "pataca" è un'espressione che non esiste sul dizionario. E' molto utilizzata qui da noi in Romagna come sinonimo di "fesso".
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