[...] "Godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura. E andate chissà dove per non pagar le tasse, col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe". [...]
Francesco Guccini - Cirano
Quando ho letto la notizia della presunta evasione fiscale di Valentino, mi sono subito balzati in mente i versi che leggete qui sopra, che appartengono a una delle più belle poesie in musica scritte dal grande Francesco (il testo completo è qui).
Valentino è un grande campione, non si discute. Io stesso non ho difficoltà ad ammettere di seguire con interesse le sue funamboliche evoluzioni motociclistiche. La domanda che mi sorge spontanea, però, è: perché molto spesso i grandi campioni di qualche disciplina sportiva non sono altrettanto campioni di civiltà e correttezza?
Valentino è solo l'ultimo della serie; l'elenco dei grandi campioni dello sport che hanno avuto problemi col fisco è infatti piuttosto lungo (contribuenti.it ne elenca alcuni qui). Ovviamente l'elusione degli obblighi fiscali non è appannaggio esclusivo di noti personaggi sportivi, ma anche di personaggi dello spettacolo (chi non ricorda il caso Pavarotti?) e, purtroppo, di molti anonimi liberi professionisti, tipo dentisti, ecc...
Più difficile, semmai, è cercare di capire quali siano i motivi (veri) che spingono questi personaggi a ricorrere a trucchetti vari (tipo residenze all'estero) per sfuggire ai voraci tentacoli del fisco di casa nostra. A mio parere è solo una questione di prospettiva. Se infatti guardiamo la vicenda dal punto di vista di una persona normale - tipo, che so, un semplice impiegato da 1000 euro al mese - diventa difficile giustificare un'evasione di questo tipo.
Se infatti, per ipotesi, Valentino avesse fatto tutto alla luce del sole dichiarando in Italia tutti i suoi guadagni e pagandoci sopra quanto dovuto, gliene sarebbero rimasti comunque sempre fin troppi. E' vero che il fisco italiano è noto - anche all'estero - per la sua voracità, ma uno che incamera certe cifre sarebbe logico pensare che non gli importi più di tanto se anche un quarto di quello che guadagna (ipotesi) se ne dovesse andare in tasse. Questo potrebbe essere il ragionamento di una persona "normale".
Evidentemente, però, quando si raggiungono certi livelli (di guadagno) qualcosa cambia (la famosa prospettiva di cui parlavo prima), ed entrano in gioco forse altri fattori (e qui entro nel campo delle ipotesi, bisognerebbe chiedere ai diretti interessati). Uno di questi fattori potrebbe essere rappresentato da una sorta di "presa di coscienza" del fatto che sia un peccato che una parte così cospicua del proprio patrimonio se ne debba andare in tasse, e quindi se esiste il modo (legale o no non importa) per evitarlo, ben venga.
Un'altra spiegazione potrebbe essere il famoso "così fan tutti". Valentino infatti potrebbe giustamente (si fa per dire) pensare: "Cavolo, gli altri campioni fanno tutti così. Io chi sono il più pataca*?" Oppure, ancora, il tutto potrebbe essere conseguenza della ben nota sindrome chiamata "avidità incontrollata e difficile da guarire", una patologia che si manifesta con il bisogno irrefrenabile di accumulare denaro in maniera spropositata anche quando se ne ha già fin troppo e alla fine è probabile che non si sappia neppure come spenderlo.
Così, a occhio, la terza ipotesi che ho menzionato mi pare la più plausibile, anche se quella del "così fan tutti" non mi sembra completamente scartabile. In ogni caso, trovo che i versi di Guccini che ho riportato a inizio articolo siano particolarmente azzeccati.
* "pataca" è un'espressione che non esiste sul dizionario. E' molto utilizzata qui da noi in Romagna come sinonimo di "fesso".
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Che bello sono proprio azzeccati i versi del Guccio in questa situazione!
RispondiEliminaGià, se tieni poi conto che l'album è del '96, bisogna dire che è stato anche lungimirante.
RispondiEliminaBisogna tener conto anche del fatto che dietro i soldi di valentino c'era un giro di persone: manager, agenzie etc. Sicuramente hanno fatto pressione su Valentino per fargli scegliere la via piu' semplice per guadagnare il piu' possibile e perderne il meno possibile in tasse e sta pur sicuro che questa cosa l'avevano preventivata ed evidentemente e' risultata piu' vantaggiosa rispetto a tutte le altre!Rimane comunque alquanto riprovevole che quelli che hanno un mucchio di soldi cercano di non pagare le tasse e alla fine le pagano anche per loro tutti i lavoratori dipendenti!
RispondiEliminaCiao
>Rimane comunque alquanto riprovevole che quelli che hanno un mucchio di soldi cercano di non pagare le tasse
RispondiEliminaLeggevo stamattina un'intervista a un esperto di economia il quale diceva che in Italia i redditi da lavoro autonomo (tra i quali rientra quello di Valentino) sono tassati 4/5 volte di più rispetto a quelli da lavoro dipendente.
Diciamo che questo potrebbe essere visto come un "incentivo" (ovviamente sbagliato) all'evasione. Quando però, come nel suo caso, tali redditi hanno queste dimensioni, difficile trovare una giustificazione plausibile all'evasione.
ma le tasse Valentino in Gran Bretagna le pagava o no? Perché se le pagava allora non è un evasore... che poi possa esserci una _controversia_ tra lui e quell'esempio di onestà e rettitudine che è Visco su cosa consista risiedere all'estero è un altro paio di maniche, e anche qui, non sono mica tanto sicuro che abbia ragione il fisco nostrano, anzi...
RispondiElimina> ma le tasse Valentino in Gran Bretagna le pagava o no?
RispondiEliminaTi riporto, per maggior chiarezza, un estratto di quanto scritto sul Sole 24 ore in proposito:
[...] "Alle origini delle disavventure fiscali del "Dottore" ci sarebbe la decisione di trasferire la propria residenza in Gran Bretagna, avvenuta il 15 marzo 2000. Una scelta dettata, ritiene l'Agenzia delle entrate, dall'intenzione di non pagare le tasse in Italia.
Il Fisco ritiene che Rossi, in questi anni, abbia presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato.
Una situazione che gli permetterebbe di usufruire del peculiare regime di residente non domiciliato che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra. In questi anni, quindi, Rossi avrebbe dichiarato in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla. Niente, invece, sulle ricche sponsorizzazioni e il contratto con la stessa Yamaha. I consulenti fiscali di Rossi avrebbero comunque cercato di sviare gli 007 del fisco costituendo una serie di società estere alle quali sarebbero stati intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni." [...]
L'articolo completo è qui.
eheheh, probabilmente ho il dente avvelenato perché stamattina ho passato un ora al telefono col customer service della mia banca per problemi col pagamento via Internet delle tasse ma ti dico che se potessi... questa residenza senza domicilio in Gran Bretagna la prenderei domani... e anche pagando tutto il dovuto al fisco britannico senza stornare il mio (piuttosto modesto) reddito in paradisi esotici ci guadagnerei, e ci guadagnerebbe anche il mio principale datore di lavoro, e saremmo tutti più felici :-D
RispondiElimina>> Leggevo stamattina un'intervista a un esperto di economia il quale diceva che in Italia i redditi da lavoro autonomo (tra i quali rientra quello di Valentino) sono tassati 4/5 volte di più rispetto a quelli da lavoro dipendente.
RispondiEliminaMi puoi mica dire dove l'hai letto (su quale quotidiano, sito internet, ecc.)? Mi interessa molto. Mi risulta che il carico fiscale e contributivo su reddito autonomo sia intorno al 50%, più o meno e, da come dici tu, capirei perché quando arrivo a Giugno non mi bastano mai i soldi per pagare le imposte e devo sempre rateizzare (e faccio grossa fatica anche così!). Grazie.
L'ho letto sulla versione cartacea de Il Resto del Carlino. Sono le 3 e mezza e sto per andare in agenzia; se riesco a trovarla la scansiono e poi te la mando.
RispondiEliminaCiao.
> quando arrivo a Giugno non mi bastano mai i soldi per pagare le imposte e devo sempre rateizzare (e faccio grossa fatica anche così!)
RispondiEliminaeh, quest'anno siamo in due :-(
@ BigFab: sono riuscito a trovare l'articolo. E' qui. Ho evidenziato nel cerchietto rosso la questione della tassazione del lavoro autonomo.
RispondiEliminaCiao.
posso dire che condivido al 100% le considerazioni di Uckmar
RispondiElimina@ Andrea:
RispondiEliminaGRAZIE!!! Sei stato gentilissimo!
Ho letto l'articolo ed Uckmar afferma che in Italia il reddito da lavoro autonomo è tassato 5 volte di più rispetto al reddito da capitale (interessi su titoli, conti correnti e depositi, dividendi su azioni), non da lavoro dipendente. Ne consegue che:
1)ignoro se esiste ed a quanto ammonta la differenza di tassazione tra reddito da lavoro autonomo e dipendente.
2) L'aliquota del prelievo fiscale sui redditi da capitale dovrebbe essere pari al 12,5%, quindi teoricamente il livello di prelievo fiscale su reddito da l.a. dovrebbe ammontare al 62,5%. Beh, potrebbe essere vero, tra il 50% ed il 60% sì, effettivamente ci ricadiamo, includendo anche il prelievo previdenziale. 'sti c...i!
Questo comunque è l'ennesimo indizio che mi fa propendere per l'azione di fior di commercialisti di Valentino che abbiano "organizzato" i suoi redditi, ovviamente con il suo beneplacito.
@ Stefano:
Eh, mi sa che siamo un bel po' di due! Purtroppo non siamo tutti quelli che dovrebbero pagare e pagare tutto ed infatti paghiamo anche per gli altri!
> siamo un bel po' di due
RispondiEliminaSiamo un bel po' più di due.
> afferma che in Italia il reddito da lavoro autonomo è tassato 5 volte di più rispetto al reddito da capitale (interessi su titoli, conti correnti e depositi, dividendi su azioni), non da lavoro dipendente.
RispondiEliminaOps, hai ragione. Piccola svista mia. :)
> ignoro se esiste ed a quanto ammonta la differenza di tassazione tra reddito da lavoro autonomo e dipendente.
RispondiEliminaNon c'è una differenza a livello di aliquote o di scaglioni di reddito (comunque l'aliquota massima, del 43 per cento, è applicata solo sulla parte di reddito lordo che eccede i 100.000 euro).
C'è una piccola differenza "a monte", che riguarda una parte di reddito lordo "esente" da tassazione, che, supposto un periodo lavorativo di 365 giorni, mentre per i Lavoratori Dipendenti ammonta a 4.500 euro, per i Lavoratori Autonomi in contabilità semplificata ammonta a 1.500 euro (e per i Pensionati a 4.000 euro).
Ciao a tutti
Michela
Ciao Michela, grazie della precisazione.
RispondiEliminaSi vede che hai le "mani in pasta". :-)
> per i Lavoratori Autonomi in contabilità semplificata ammonta a 1.500 euro
RispondiEliminaPresente! Quindi possiamo ipotizzare che la differenza del carico fiscale/previdenziale tra l.a. e l.d. siano le aliquote di riferimento su 3.000 euro lordi. Piccola differenza, ma pur sempre tale. Grazie Michela!
P.S.: Immagino che scrivere commenti con un Mac che con un Pc sia tutta un'altra cosa! ;)
> la differenza del carico fiscale/previdenziale tra l.a. e l.d. siano le aliquote di riferimento su 3.000 euro lordi
RispondiEliminaA questo punto io mi tiro fuori, andate pure avanti voi... :-)
Mmhhh... il previdenziale è a monte dell'IRPEF, è un'altra cosa.
RispondiEliminaPer lo "sconto", dovresti applicare un'aliquota media, ma lascia stare... tanto cambiano ogni anno!
Il concetto è che viene riconosciuto un beneficio fiscale al l.d. (lavoratore dipendente) in virtù del fatto che, col suo lavoro, contribuisce alla formazione di un reddito (quello dell'azienda, che verrà a sua volta tassato).
Andrea, scusaci gli eventuali OT rispetto a Valentino, soprattutto questo:
> Immagino che scrivere commenti con un Mac che con un Pc sia tutta un'altra cosa!
Tutto è tutta un'altra cosa...
Non immagini...
Non immagini!!!
Bye bye
Michela ;)
Non ti preoccupare, sono ben accetti anche gli OT, anche perché ormai l'argomento Valentino mi pare sia stato sufficientemente sviscerato.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il Mac, tenete d'occhio uno dei prossimi post perché vi devo chiedere alcune cose.