Pensavo che la lenta ma costante rivoluzione che sta gradualmente portando enti, amministrazioni e governi di tutto il mondo ad abbandonare i formati chiusi (Word e company per intenderci) in favore di quelli aperti (OpenOffice.org, Firefox, ecc...), avesse coinvolto anche la scuola nostrana. Mi sbagliavo.
Davo oggi infatti un'occhiata ai libri scolastici che adotterà la maggiore delle mie figlie, Michela, che dal prossimo settembre, abbandonate le scuole elementari, comincerà la prima media. Ovviamente non mi soffermo sulla questione caro libri, spesa in parte ridimensionata dalla bravura di mia moglie Chiara che è riuscita nel non facile intento di reperirne un certo numero nell'usato con notevole risparmio di soldini, ma sui libri stessi.
Passo un pò in rassegna quelli acquistati finora (alcuni mancano ancora all'appello) e mi soffermo su quello di informatica. Visto che dell'argomento qualcosina ci capisco decido di dargli un'occhiata un pò più approfondita degli altri. Sapevo già per esperienza che in genere i libri di informatica per le scuole viaggiano a senso unico (Windows, Windows e ancora Windows) e quindi non mi sono fatto delle grosse illusioni in proposito. Pensavo però, vista oltretutto la consistenza del volume, che ci fosse stato spazio anche per argomenti "alternativi".
Già guardando la copertina, però, ho capito l'andazzo. Il libro si chiama infatti "Clippy Junior. Comunicare, scrivere e calcolare col PC", e in bella vista campeggia appunto l'immagine che vedete all'inizio di questo articolo: Clippy appunto, il famoso assistente dell'Office targato Microsoft. Brevemente, per chi non lo sapesse, si tratta sostanzialmente di una specie di personaggio animato basato sull'algoritmo Baesyan, che ha la funzione di supportare l'utente che sta utilizzando l'applicazione con consigli e suggerimenti sul da farsi.
Vabbè, apro e dò un'occhiata all'indice: "Il computer nella comunicazione", "Il pc: come è fatto e a cosa serve", "Alla scoperta di Windows". Ecco qua, appena al terzo capitolo comincia la tiritera zerbino sul sistema operativo di zio Bill: il desktop, le finestre, uscire da Windows (magari), ecc... Noto anche un'interessante rimando a una pagina (di estrema attualità) in cui viene spiegato come formattare un floppy, uno di quei gloriosi dispositivi del passato che già da qualche anno riposano nei musei dedicati alla storia dell'informatica, ma che l'autore del libro ha pensato bene di riattualizzare (avrà pensato che, nonostante siano in circolazione dispositivi in grado di memorizzare svariate centinaia di GigaByte. qualcosa in un MByte e mezzo scarso ci può sempre stare).
Vabbè, sfoglio ancora un pò: arrivo al capitolo internet (www, chi l'ha inventato, a cosa serve, ecc...) e trovo subito "La finestra di Internet Explorer", un semplice paragrafo in cui viene elogiato e spiegato ai giovani scolari come utilizzare uno dei programmi più bacati e insicuri di tutta la storia dell'informatica. Interessante poi l'approccio alla spiegazione:
[...] "Esistono vari browser per navigare in internet: Netscape Navigator e Explorer" [...]
Bello. Internet Explorer (il più bacato) e Netscape (attualmente praticamente morto e sepolto), l'accoppiata vincente per le nuove generazioni di internauti. Complimenti. Ovviamente su Firefox o sull'ottimo Opera neppure una menzione. E neppure viene preso come modello di spiegazione l'ultima versione (IE7) del browser Microsoft, ma addirittura la 5.5 (sì, avete capito bene) seduta su un robusto e solido Windows 98 (il sistema operativo Microsoft precedente a quello prima di quello di oggi: così, sempre per restare nell'attualità).
Sarebbe interessante andare avanti, ma non ne vale la pena. Tutto il resto infatti non è altro che un polpettone pubblicitario su Outlook, Office e compagnia bella sulla quale non si può che stendere un velo pietoso. Dov'è Fioroni? Qualcuno gli ha per caso fatto vedere questo libro? Dove sono quelli che quasi ogni giorno si sciacquano la bocca blaterando di innovazione nelle scuole? E' questa l'innovazione? Internet Explorer (5.5) e Windows 98?
Nessuno pretende - ci mancherebbe - un corso di insegnamento di Linux (anche se sarebbe auspicabile), ma almeno la menzione. Anche se lo standard è ancora Windows, spiegare ai ragazzi che siste qualcos'altro: che pc non è automaticamente sinonimo di zio Bill. E se proprio si deve insegnare Windows, farlo almeno con le versioni aggiornate: così com'è equivale ad andare a scuola guida imparando su una macchina di 30 anni fa, con tanto di carburatore e motore ad aste e bilancieri.
L'innovazione, appunto.
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Miiiii per la mia figlia (prima liceo classico)
RispondiElimina400 euro di libri e 200 di dizionari.
per quanto riguarda i libercoli di informatica è meglio stendere un velo pietoso.
Uno stato che spende uno sproposito per un portale internet(dove tutti corrono al risparmio) è uno stato FALLIMENTARE.
Ciao
Maurizo
> per la mia figlia (prima liceo classico) 400 euro di libri e 200 di dizionari.
RispondiEliminaA proposito di caro libri...
Ciao.