Chi si sarebbe mai aspettato che i primi provvedimenti dei neogovernatori leghisti Cota, in Piemonte, e Zaia, nel Veneto, fossero contro la pillola abortiva RU486? Ma scusate, qualcuno, per caso, in campagna elettorale ha mai sentito qualcuno di questi due farsi portatore di questa battaglia? O forse hanno aspettato di essere eletti perché metà dell'elettorato è di sesso femminile? Mah, non si sa.
Fatto sta, comunque, che nel giorno stesso in cui a livello nazionale è partita la distribuzione nelle Asl e nelle farmacie di questo farmaco, Cota e Zaia - si saranno telefonati? - hanno cominciato a mettere i bastoni tra le ruote; uno (Cota) dicendo "potranno marcire nei magazzini", e uno (Zaia) affermando "Per quel che ci riguarda non daremo mai l'autorizzazione a poter acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali". Ora, tralasciando il fatto che fino a prova contraria gli ospedali non sono "nostri", ma pubblici, non si capisce bene con quale competenza un governatore di regione possa impedire che un farmaco, regolarmente autorizzato dal ministero, possa essere distribuito a chi ne fa richiesta. Ce lo spiegheranno.
Il Vaticano, naturalmente, si è subito speso in parole di elogio nei confronti dei due. D'altra parte si sa che quando è ora appoggiare chi ha come obiettivo la distruzione dei diritti civili delle persone, Ratzinger & c. ci sono sempre. Niente di nuovo sotto il sole. Ieri, qualcuno, nei commenti, mi chiedeva come mai io non voti Lega. Beh, se l'esempio di Cota e Zaia non bastasse, aggiungo che non solo non voto Lega, ma sono ben felice di abitare in una regione, l'Emilia Romagna, dove c'è un governatore che pur con tutti i suoi difetti non ha tra le priorità quella di limitare in tutti i modi la libertà delle persone.
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qui non si tratta di essere contro la pillola abortiva ma di regolamentarne l'uso. e in questo forse siamo d'accordo.
RispondiEliminaPer farlo occorre domandare se la donna può legittimamente decidere l'interruzione di gravidanza o meno. a mio avviso è una responsabilità e una decisione che esula l'ambito femminile. a mio avviso devono essere delle persone responsabili a decidere. per esempio il padre della donna, se ne ha uno, oppure il fratello o il marito. in alternativa se la donna ha deciso in maniera immorale di avere un figlio con un uomo pur non avendolo sposato, allora a decidere dovrà essere una commissione oppure un prete, o una persona laica, per esempio un politico, il sindaco, o un dottore ma mai la donna. non in questione che non la riguardano affatto.
prima di essere preso per pazzo faccio notare che il figlio non è della donna ma è affidato a lei, quando nascerà ma sarà libero di vivere e lei non può negarne la vita.
a far bene le cose dovrebbe anche affidare la sua educazione ad un convitto religioso o ad un collegio gesuitico.
qui non si tratta di essere contro la pillola abortiva ma di regolamentarne l'uso
RispondiEliminaUno che dice "la RU486 marcirà nei magazzini" vuole regolamentarne l'uso? A me pare voglia proibirla e basta.
A mio avviso la questione, in generale, è molto più semplice. C'è una legge dello stato, la famosa 194, che stabilisce che in determinate condizioni la donna ha facoltà di abortire. Si tratta di una legge, e come tale è soggetta a critiche, nessuno lo mette in dubbio. Ma è una legge vigente e va rispettata. Molte donne condividono questa legge e, sicuramente, altrettante la contestano. Ma non si può impedire alle donne che intendono avvalersene di farlo.
Ma c'è un altro punto, oltre a questo, che mette in luce l'ipocrisia di Cota e Zaia. Qualcuno si è mai chiesto perché tutti hanno preso posizione contro la RU486 mentre nessuno si è ancora indignato per il normale aborto chirurgico che viene fatto in dayhospital? Sei contro l'aborto? A me sta bene, però se sei coerente sei contro tutte le forme che consentono di attuarlo, altrimenti sei un ipocrita.
qui il problema è che si sta aprendo un contenzioso tra lo Stato italiano e la Padania. quello che tu scrivi è giusto per lo Stato italiano ma non per la Padania in cui le leggi sono ben diverse.
RispondiEliminasemmai il problema è il contenzioso tra regione e Stato ma in questo caso non sussiste perché parliamo di una regione che appartiene alla nazione padana.
parliamo di una regione che appartiene alla nazione padana
RispondiEliminaAh, ho capito. Va bene, torna pure quando ti è passata la sbornia.