Mentre giornali e tiggì ci riempiono la testa di cose utili e interessanti (per loro), quelle che sarebbe veramente un po' più importante sapere passano e spariscono subito. E' capitato ad esempio pochi giorni fa con l'approvazione dell'emendamento all'art. 43, sulla caccia, della legge comunitaria. In sostanza, è passata un po' alla chetichella una norma che consentirà di cacciare per un periodo molto più lungo di quello normalmente previsto dal calendario venatorio.
Avevo già parlato di questa storia quando ha fatto capolino in parlamento (qui e qui); adesso è definitiva. Ma cosa prevede in sostanza la nuova versione della legge? Formalmente il calendario rimane invariato, dal 1° settembre al 31 gennaio, ma, previa parere positivo dell'Ispra, le regioni avranno facoltà di prolungare a loro discrezione la durata del periodo di caccia. Anche per tutto l'anno se il governatore della regione lo riterrà opportuno. E comunque in qualunque periodo. Insomma, se il federalismo fiscale è ancora sulla carta, quello venatorio è già in vigore - sempre che l'Europa non abbia qualcosa da ridire.
La cosa per certi versi più curiosa è che anche due ministri di questo governo, la Brambilla e la Prestigiacomo, avevano preannunciato battaglia contro l'ipotesi di allungare a dismisura il tempo di caccia, ma niente da fare: alla lobby dei cacciatori non si comanda. Altra cosa curiosa (curiosa il giusto): ho spulciato il programma elettorale del Pdl del 2008, ma l'allungamento della caccia non l'ho trovato. Mah...
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la caccia, oltre che per procacciarsi il cibo, serve per tutelare la fauna italiana ed incrementarla favorendone il rimescolamento.
RispondiEliminaCerto, come del resto è accaduto finora.
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