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Ieri una delegazione di Legambiente, insieme a varie altre associazioni ambientaliste e animaliste, si è radunata davanti a Montecitorio per protestare e per chiedere al premier che si attivi affinché venga scongiurata questa sorta di vera e propria deregulation della caccia. Fin qui non ci sarebbe niente di strano: normale (e giustissimo) che gli ambientalisti protestino per questi motivi.
Quello che è meno normale, invece, è che a questi si siano poi aggiunti una trentina di esponenti del Pdl appartenenti alla Camera dei Deputati. Tutti insieme, ambientalisti e parlamentari, uniti in un'unica protesta contro questo disegno di legge. I deputati hanno quindi firmato una lettera, indirizzata a Silvio Berlusconi, in cui si legge: "Non intendiamo legittimare con il nostro voto il cedimento politico di alcuni a una piccola lobby di settore e di 750 mila cacciatori. Né, tanto meno, alla loro volontà di sparare indiscriminatamente tutto l'anno e contro qualsiasi specie animale".
Questo disegno di legge non è nato sotto una buona stella: già un anno fa, alla sua presentazione in parlamento, si levarono alte le proteste della Prestigiacomo e della Brambilla, ministri rispettivamente dell'Ambiente e del Turismo. Adesso arrivano i 30 deputati. Naturalmente è inutile sottolineare che si tratta dell'ennesimo disegno di legge che non era minimamente contemplato nel programma elettorale.
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