
Tutto l'impianto di legge ha raggiunto l'onore delle cronache anche per il fatto di essere stato il primo, approvato dal Parlamento, che Napolitano ha rispedito alle Camere rifiutandosi di firmarlo (speriamo che il prossimo sia quello sulle intercettazioni). Oggi la commissione Lavoro della Camera ha spazzato via tutto, sostenendo che "La clausola compromissoria sull'arbitrato non può riguardare controversie relative al licenziamento".
Si è concluso tutto sommato positivamente anche il tira e molla, che tiene banco ormai da più di un anno, sulla famosa questione dell'allungamento dei tempi in cui è possibile cacciare. In pratica si può cacciare solo 10 giorni in più rispetto al normale calendario venatorio attualmente in vigore. Da segnalare che questa retromarcia del governo non è stata determinata solo dal lavoro dell'opposizione, ma anche, se non soprattutto, dalla frattura che si è creata su questo argomento all'interno del centrodestra. A cominciare dall'opposizione netta di due ministri di un certo "peso", la Brambilla e la Prestigiacomo, fino ad arrivare al piccolo esercito di deputati che addirittura hanno firmato un documento congiunto, inviato poi a Berlusconi, col quale si chiedeva di fermare "doppietta selvaggia".
Nessun commento:
Posta un commento