domenica 25 aprile 2010

Il 25 aprile delle comiche

Non pensavo di scrivere qualcosa sul 25 aprile, ma alcune delle cose successe ieri sera a Milano mi hanno fatto cambiare idea. Per festeggiare la liberazione d'Italia, il presidente della Repubblica Napolitano si è recato alla Scala. Lì ha incontrato Berlusconi e insieme hanno assistito al concerto Il Canto Sospeso, in memoria di Luigi Nono, di cui ricorre il ventesimo anniversario della morte.

Al termine Napolitano ha fatto il suo bel discorso, inserendo all'interno una citazione di quello fatto da Berlusconi un anno fa ad Onna in occasione della sua prima partecipazione a una festa della liberazione. Tanto è bastato per far aprire Libero, stamattina, come vedete.


Bellissimo il sottotitolo: "Napolitano gli intesta il 25 aprile", dimenticando che per buona parte degli italiani ci sarà motivo di festeggiare la liberazione solo quando Berlusconi avrà fatto le valigie da palazzo Chigi. Ma alcune delle cose dette da Napolitano nel suo discorso sono interessanri.

"Nel suo intervento al Teatro La Scala per il 65mo anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica ha rievocato lo spirito che animò i Costituenti". Bellissimo questo. Una componente di questo spirito, è già stato ripetuto molte volte, si ritrova nella costituzione stessa della Costituzione (scusate il gioco di parole): molto rigida e diffilmente modificabile proprio per evitare tentazioni autoritarie di questo o quel governo. E, guarda caso, il signore che Napolitano aveva di fianco è quello che ripete da sempre che la Costituzione va cambiata, che è vecchia e cose di questo genere (arrivò a dire anche che era filo-sovietica, prima di essere sbugiardato e ridicolizzato addirittura da Andreotti). Bene, quindi, ha fatto Napolitano a ricordare questo spirito, e ancora meglio sarebbe stato se dal palco avesse fissato direttamente Berlusconi mentre ricordava questi princìpi.

La fase comica, invece, è cominciata dopo, quando Napolitano ha ricordato Pertini. "Il Presidente ha avuto alcuni momenti di commozione quando ha ricordato il suo predecessore Sandro Pertini nelle sue azioni da partigiano". Questa precisazione ("nelle sue azioni da partigiano") mi pare molto utile, perché se il confronto tra i due fosse stato fatto sul terreno politico, ho paura che il presidente attuale ne sarebbe uscito maluccio. Sarebbe stato utile, infatti, che Napolitano non si fosse solo limitato a ricordarlo come partigiano, ma come presidente della Repubblica che non faceva sconti. Pertini era quello che diceva: "se c'è qualche uomo politico che usa la politica per fare i suoi sporchi affari deve essere denunciato". E allora pensate se uno come Pertini avrebbe mai firmato delle vergogne come il lodo Alfano, o lo scudo fiscale e compagnia bella.

Buon 25 aprile.

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