mercoledì 14 aprile 2010

Il terreno fertile dell'ignoranza

Fertile per chi? Ma naturalmente per chi sfrutta questa ignoranza per proprio tornaconto. Una ignoranza che Tullio De Mauro ha messo nero su bianco in un bellissimo (e tristissimo) articolo pubblicato da internazionale.it. Naturalmente, come tutte le cose che gli italiani è bene che sappiano, è stato ignorato praticamente da tutti. Non voglio rovinarlo citando solo degli estratti, quindi ve lo riporto qui sotto integralmente.

Cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un'altra, una cifra dall'altra. Trentotto lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un'icona incomprensibile.

Secondo specialisti internazionali, soltanto il 20 per cento della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea.

Questi dati risultano da due diverse indagini comparative svolte nel 1999-2000 e nel 2004-2005 in diversi paesi. Ad accurati campioni di popolazione in età lavorativa è stato chiesto di rispondere a questionari: uno, elementarissimo, di accesso, e cinque di difficoltà crescente. Si sono così potute osservare le effettive capacità di lettura, comprensione e calcolo degli intervistati, e nella seconda indagine anche le capacità di problem solving.

I risultati sono interessanti per molti aspetti. Sacche di popolazione a rischio di analfabetismo (persone ferme ai questionari uno e due) si trovano anche in società progredite. Ma non nelle dimensioni italiane (circa l'80 per cento in entrambe le prove).

Tra i paesi partecipanti all'indagine l'Italia batte quasi tutti. Solo lo stato del Nuevo Léon, in Messico, ha risultati peggiori. I dati sono stati resi pubblici in Italia nel 2001 e nel 2006. Ma senza reazioni apprezzabili da parte dei mezzi di informazione e dei leader politici.

Nelle ultime settimane, però, alcuni mezzi di informazione hanno parlato con curiosità del fatto che parecchi laureati italiani uniscono la laurea a un sostanziale, letterale analfabetismo. Questa curiosità vagamente moralistica è meglio di niente?

No, non è meglio, se porta a distrarre l'attenzione dalla ben più estesa e massiccia presenza di persone incapaci di leggere, scrivere e far di conto (quello che in inglese chiamiamo illiteracy e innumeracy e in italiano diciamo, complessivamente, analfabetismo). È notevole che l'analfabetismo numerico (l'incapacità di cavarsela con una percentuale o con un grafico) non abbia neanche un nome usuale nella nostra lingua.

È grave non saper leggere, scrivere e far di conto? Per alcuni millenni – dopo che erano nati e si erano diffusi sistemi di scrittura e cifrazione – leggere, scrivere e far di conto furono un bene di cui si avvantaggiava l'intera vita sociale: era importante che alcuni lo sapessero fare per garantire proprietà, conoscenze, pratiche religiose, memorie di rilievo collettivo, amministrazione della giustizia.

Ma nelle società aristocratiche a base agricola, purché ci fossero alcuni letterati, la maggioranza poteva fare tranquillamente a meno di queste capacità. I saperi essenziali venivano trasmessi oralmente e perfino senza parole. Anche i potenti potevano infischiarsene, purché disponessero di scribi depositari di quelle arti.

Carlo V poteva reggere un immenso impero, ma aveva difficoltà perfino a fare la firma autografa. Le cose sono cambiate in tempi relativamente recenti almeno in alcune aree del mondo. Dal cinquecento in parte d'Europa la spinta della riforma protestante, con l'affermarsi del diritto-dovere di leggere direttamente Bibbia e Vangelo senza mediazioni del clero, si è combinata con una necessità creata dal progredire di industrializzazione e urbanizzazione: quella del possesso diffuso di un sapere almeno minimo.

In seguito è sopravvenuta l'idea che tutti i maschi abbienti, poi tutti i maschi in genere, infine perfino le donne, potessero avere parte nelle decisioni politiche.

La "democrazia dei moderni" e i movimenti socialisti hanno fatto apparire indispensabile che tutti imparassero a leggere, scrivere e far di conto. Il solo saper parlare non bastava più. E in quelle che dagli anni settanta del novecento chiamiamo pomposamente "società postmoderne" o "della conoscenza", leggere, scrivere e far di conto servono sempre, ma per acquisire livelli ben più alti di conoscenza necessari oggi all'inclusione, anzi a sopravvivere in autonomia.

L'analfabetismo italiano ha radici profonde. Ancora negli anni cinquanta il paese viveva soprattutto di agricoltura e poteva permettersi di avere il 59,2 per cento della popolazione senza titolo di studio e per metà totalmente analfabeta (come oggi il 5 per cento).

Fuga dai campi, bassi costi della manodopera, ingegnosità (gli "spiriti vitali" evocati dal presidente Napolitano) lo hanno fatto transitare nello spazio di una generazione attraverso una fase industriale fino alla fase postindustriale. Nonostante gli avvertimenti di alcuni (da Umberto Zanotti Bianco o Giuseppe Di Vittorio a Paolo Sylos Labini), l'invito a investire nelle conoscenze non è stato raccolto né dai partiti politici né dalla mitica "gente".

Secondo alcuni economisti il ristagno produttivo italiano, che dura dagli anni novanta, è frutto dei bassi livelli di competenza. Ma nessuno li ascolta; e nessuno ascolta neanche quelli che vedono la povertà nazionale di conoscenze come un fatto negativo anzitutto per il funzionamento delle scuole e per la vita sociale e democratica.


E' così difficile, alla luce di questi dati, capire come mai gli italiani sono da sempre così felici di buttarsi nelle mani del primo teleimbonitore che promette da sempre mari e monti?

14 commenti:

andynaz ha detto...

ora mi sono chiare molte più cose :-)
anzi :-(

lucy ha detto...

meglio ignoranti che comunisti mangiabambini

Il cattivo Otto ha detto...

Pessimo commento finale, Andrea.

Andrea Sacchini ha detto...

Mi scusi maestro, cercherò di fare meglio in futuro.

Il cattivo Otto ha detto...

Non si convince la gente chiamandola ignorante oppure con il sarcasmo.

Sei mai riuscito a convincere qualcuno insultando la sua intelligenza? Chiamandolo cretino, ignorante, razzista e ladro ?

Se la sinistra chiama così quelli che dovrebbero votarla, per forza che non vince. Ne vincerà mai.

Andrea Sacchini ha detto...

Non si convince la gente chiamandola ignorante oppure con il sarcasmo

A parte il fatto che io non devo convincere nessuno, in quale passaggio del post avrei chiamato ignorante qualcuno?

Io ho solamente riportato i risultati di uno studio, che è pubblico, dal quale si evince che una certa percentuale di italiani ha problemi più o meno gravi di cultura. E ho aggiunto che, secondo me, qualcuno riesce a sfruttare a proprio vantaggio questa situazione.

Come vedi, da nessuna parte io dato dell'ignorante a qualcuno. Casomai, se c'è qualcuno che l'ha fatto, è stato lo stesso ricercatore Tullio De Mauro (rileggiti le prime tre righe del mio articolo).

Il cattivo Otto ha detto...

Chiunque legga il tuo messaggio capisce che vuoi dire questo:

L'Italia è piena di ignoranti analfabeti che votano Lega e Berlusconi. Per questo lui vince.

Se volevi dire qualcos'altro, hai sbagliato a scrivere.

Questo te lo dico da "maestro".

Ovviamente sei libero di dire quello che ti pare.

lucy ha detto...

sono daccordo con Otto. Se vuoi prendere di petto noi di destra ti conviene moderare i toni. Altrimenti abbiamo ragione noi a dire che trasudate odio e ha ragione Berlusconi ha parlare di campagna di odio..
e poi non ti lamentare. Ci sono i dati di due anni di governo e i dati di 5 anni di governo dal 2001 al 2006 e questi parlano da soli.
Gli italiani sono ignoranti, forse hai ragione ma non va detto, non è conveniente.
gli italiani sono capre? si ne conosco diversi che lo sono.
Penso pure Garibaldi lo diceva..
rimane il fatto che non puoi dirglielo. non glielo devi dire.
allo stesso modo trovo sconveniente dire ad un commerciante che aumenta i prezzi dei suoi prodotti ogni due mesi, che è un ladro o un disonesto.

Andrea..
(ti chiamo andrea va bene!)
non è corretto.

Il cattivo Otto ha detto...

Se dai del cretino a qualcuno, anche se lo fosse veramente, non la prenderebbe bene.

Mi sembra elementare.

Tullio ha detto che ci sono molti ignoranti. Tu hai insinuato che sono quelli che votano SB.
Hai tirato delle conclusioni che non erano originariamente di De Mauro. Che poi lui la pensi come te è possibile (e anche probabile).

Tu forse nella tua regione, e con le persone che frequenti non te ne accorgi, ma la sinistra riesce a generare tanta antipatia e disprezzo per questo tipo di comportamento che la gente vota SB e UB, nonostante li conosca da anni ormai.

Andrea Sacchini ha detto...

Tullio ha detto che ci sono molti ignoranti. Tu hai insinuato che sono quelli che votano SB.

Sarà. Io rimango convinto di quanto ho scritto nel mio commento precedente.


ma la sinistra riesce a generare tanta antipatia e disprezzo per questo tipo di comportamento

Mettiamo che sia vero. Cosa dovrebbe fare la sinistra, tentare di generare simpatia ragionando in senso opposto?


sono daccordo con Otto. Se vuoi prendere di petto noi di destra ti conviene moderare i toni

Che equivale a cosa? Evitare di dire quello che penso?


Ci sono i dati di due anni di governo e i dati di 5 anni di governo dal 2001 al 2006 e questi parlano da soli.

Su questo sono pienamente d'accordo.


Gli italiani sono ignoranti, forse hai ragione ma non va detto, non è conveniente.

Io non ho ragione; forse il ricercatore ha ragione. Interessante poi il concetto del "non va detto, non è conveniente". Quindi ogni volta che c'è un problema o qualcosa che non va che si fa? Si nasconde, così è tutto risolto? Bello, mi ricorda quel tizio che a furia di nascondere l'immondizia sotto il tappeto si è accorto, a un certo punto, che era nata una montagnola.


allo stesso modo trovo sconveniente dire ad un commerciante che aumenta i prezzi dei suoi prodotti ogni due mesi, che è un ladro o un disonesto

Interessante. Quindi se tu vai dal tuo negoziante e ti trovi le mele a 34 euro al kg fischietti allegramente e fai finta di niente? Saresti la cliente ideale di ogni negoziante. :-)

lucy ha detto...

non so fare il copia incolla allora mi limito a scrivere la tua controcitazione alla mia risposta e a rispondere di nuovo

tu scrivi:

Che equivale a cosa? Evitare di dire quello che penso?

ti rispondo:

non sempre è bene dire ciò che si pensa. Se io pensassi che il mio vicino di casa è un assassino e glielo dicessi in faccia mi beccherei una denuncia per ingiuria.

poi aggiungi

Interessante. Quindi se tu vai dal tuo negoziante e ti trovi le mele a 34 euro al kg fischietti allegramente e fai finta di niente? Saresti la cliente ideale di ogni negoziante. :-)

se il mio negoziante mette delle mele a 34 euro io esco dal negozio e mi trovo un altro negoziante.

allo stesso modo se vedo uno spacciatore di coca mi giro e cambio strada.

tu invece cosa faresti: un comizio contro berlusconi? ti metteresti a fare il savonarola di turno o faresti come me??

Andrea Sacchini ha detto...

non so fare il copia incolla

1) Selezioni, tenendo premuto il tasto sinistro del mouse, il testo che ti interessa.

2) Tasto destro e dal menù che si apre selezioni "copia"

3) Vai nello spazio in cui vuoi trasferire il testo copiato, clicchi col destro e dal menù che si apre selezioni "incolla". Se preferisci, si può fare anche tramite tastiera.


non sempre è bene dire ciò che si pensa

Quasi sempre sì.


Se io pensassi che il mio vicino di casa è un assassino e glielo dicessi in faccia mi beccherei una denuncia per ingiuria.

Che discorsi: è logico! Occorre valutare caso per caso. E' chiaro che se io ho il sospetto che quello che abita al piano di sopra sia un pedofilo non glielo vado a dire. Ma qui si sta parlando di politica e diritto di critica. Mi pare siano due cose un pelino diverse.


se il mio negoziante mette delle mele a 34 euro io esco dal negozio e mi trovo un altro negoziante

Anch'io, però due paroline gliele dico. Anche perché qui non si tratta di sospetto. E' un ladro e basta. :-)


tu invece cosa faresti: un comizio contro berlusconi? ti metteresti a fare il savonarola di turno o faresti come me??

A parte il fatto che in una democrazia non c'è niente di male a fare un comizio contro Berlusconi, o contro Bersani o contro chiunque; perché no?

Il cattivo Otto ha detto...

Il comizio lo potresti fare, ma cadresti nel ridicolo.

E perché poi sarebbe ladro ? Non sei mica costretto a comprare da lui. Se trova qualche "fesso" che paga 34€, se li merita.
Dopo tutto non c'è un certo Steve Jobs che fa quasi la stessa cosa ;-)

Cosa deve fare la sinistra ?
Cavoli loro, io non sono di sinistra e non ho interesse che vinca. Però vorrei che ci fosse un alternativa credibile a SB per costringerlo a combinare qualcosa di positivo. E per me, ne' il PD,
ne' IDV e neppure Grillo sono alternative credibili. Per non parlare di varie falci e martelli e soli sorridenti alla Pecoraro...

Non so se conosci Luca Ricolfi, un prof. di Torino che scrive per La Stampa. Ha scritto un libro "Perché siamo antipatici". Te lo consiglio. Te lo presterei anche, se fossi un mio vicino ;-)

Buona Serata

Andrea Sacchini ha detto...

Il comizio lo potresti fare, ma cadresti nel ridicolo.

Lo so, è un rischio sempre da mettere in conto.


E perché poi sarebbe ladro ? Non sei mica costretto a comprare da lui.

Scusa, ma non vedo la correlazione tra le due cose. Sia che io accetti di farmi derubare, sia che vada da un'altra parte, lui resterebbe comunque un ladro. Ti pare?


vorrei che ci fosse un alternativa credibile a SB per costringerlo a combinare qualcosa di positivo

Anch'io vorrei che ci fosse un'alternativa credibile, ma per mandarlo a casa democraticamente. Se avesse voluto "combinare qualcosa di positivo", non mi pare che il tempo gli sia mancato. A meno che, naturalmente, non si voglia intendere qualcosa di positivo per lui. :-)


per me, ne' il PD,
ne' IDV e neppure Grillo sono alternative credibili


Il Pd, almeno allo stato attuale, neanche per me. L'IdV e il movimento 5 stelle li trovo più validi.


Non so se conosci Luca Ricolfi

Certo: ottimo editorialista della Stampa. Giovedì scorso è stato pure ospite da Santoro, raccontando un sacco di cose interessanti sul federalismo fiscale che ha in mente la lega. Un vero galantuomo. Per quanto riguarda il libro, vedrò di procurarmelo.

Buona serata.

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