L'altro ieri, Napolitano, visitando la sede de L'Arena di Verona, ha detto: "Io non riesco ad abituarmi all'idea che si debba apprendere tutto ciò che accade in Italia e nel mondo solo attraverso internet". Beh, certo, un po' è da comprendere; d'altra parte si tratta di un signore che ha visto i natali nel '25.
L'arzillo presidente sì è quindi speso in un bell'elogio per giornali e libri: "La carta stampata e i libri sono qualcosa di assolutamente insostituibile nel patrimonio culturale del Paese e dell'umanita". Per quel che riguarda i libri posso anche essere d'accordo (ho solo qualche dubbio su quelli di Vespa); per quanto riguarda i giornali, invece, no. Primo, perché forse Napolitano dimentica che senza le sovvenzioni dello stato il "patrimonio culturale" dei giornali sarebbe da tempo bello e defunto; secondo, perché se si pensa che nel "patrimonio culturale" dei quotidiani sono compresi anche Libero e il Giornale, non ci si può poi meravigliare che la gente vada a cercare le notizie su internet.
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Aggiungerei anche La Padania, Il Manifesto e Liberazione tra i due giornali che hai nominato.
RispondiEliminaSì. Volendo, poi, l'elenco si potrebbe allungare ancora. Ho citato quei due perché mi pare che a balle abbiano pochi concorrenti. :-)
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