La guerra, naturalmente, è quella tra Fini e Berlusconi. Una guerra partita ufficialmente col famoso strappo dei finiani (anche se in realtà le avvisaglie sono molto precedenti) e culminata, ma non certo finita, dopo la campagna del Giornale, partita una decina di giorni fa e tutta incentrata sulla famosa casa di Montecarlo. Un immobile lasciato in eredità da una nobildonna ad An e finito chissà come nella disponibilità dei familiari del presidente della Camera.
La posta in gioco è alta: le dimissioni di Fini da Presidente della Camera, chieste da Berlusconi subito dopo la sua espulsione dal Pdl, ed evocate di nuovo oggi, a gran voce, da tutti i berluscones sull'onda del presunto scandalo dell'immobile di Montecarlo. Non so come finirà questa storia. Sinceramente spero che Fini tenga duro e non dia le dimissioni, se non altro per togliersi la soddisfazione di non darla vinta a Feltri. Ora, intendiamoci, Fini ha l'obbligo di chiarire e di spiegare il più esaustivamente possibile tutto quello che sa circa questa storia, ma le campagne del Giornale le conosciamo. L'ultima di queste, quella relativa al famoso caso Boffo, ricordiamo tutti come finì: scuse di Feltri all'ormai liquidato direttore dell'Avvenire. Cosa fa credere che questa campagna possa avere un esito diverso?
E che si tratti di una campagna a "comando", di quelle a cui il Giornale e Libero ci hanno da tempo abituato, lo rivela un interessante articolo del Secolo XIX in edicola oggi.
Insomma, l'ordine impartito è chiaro: su questa vicenda Fini sta perdendo consensi, occore insistere fino alla capitolazione. E naturalmente gli house organ eseguono. Il Giornale, poi, così, giusto per perorare la causa del padrone, è partito oggi lancia in resta con una bella raccolta di firme. Ecco perché Fini deve tenere duro.
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