giovedì 5 agosto 2010

Le scuole medie dei nostri genitori


Non so se sia un caso oppure no. I miei genitori, entrambi con la terza media (classi '43 e '45), parlano e scrivono un italiano perfetto, e non hanno mai fatto confusione con l'uso dei congiuntivi, coi pronomi e compagnia bella. Anzi, ricordo che quando andavo a scuola, ogni volta che avevo dubbi con la grammatica andavo sempre a chiedere a loro.

Leggere che oggi, invece, i ragazzi che escono dall'esame di terza media hanno grosse difficoltà con la lingua italiana, dopo 5 anni di elementari e tre di medie, mi fa un certo effetto. Che sia perché una volta non c'era la televisione e magari si leggeva di più? O forse perché la scuola di una volta era una cosa seria? O forse tutte e due le cose insieme?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

mah guarda

ho studiato didattica diversi anni fa e ho sentito molte persone che hanno avuto esperienze con la scuola del periodo compreso tra il 1950 e il 1980 e ho da sollevare diverse riserve su quel tipo di scuola.

Innanzitutto era una scuola essenzialmente mnemonica in cui si apprendeva imparando a memoria in maniera automatica diverse materie.
Non era permesso dissentire e, in alcuni casi non era permesso fare domande. Chi apprendeva subito bene, chi non apprendeva subito rimaneva indietro e "si attaccava".
questo genere di scuola poteva portare vantaggi per la grammatica italiana o la matematica ma non ne portava per il ragionamento scientifico e per le materie come la storia o la geografia. Ogni approfondimento era sconsigliato o osteggiato.
Mia madre fu sansionata per aver portato a scuola un testo non scolastico con degli approfondimenti interessanti su una regione italiana (era il 1956).
Io stesso fui bacchettato perché non avevo capito le equivalenze (era il 1982).
questo genere di scuola era deleteria per la geofrafia in particolare, perché improntata sul puro nozionismo con contorno di concetti che oggi potremmo definire razzisti (confronto tra razze migliori e peggiori, improntate ad una certa didattica fascista, specie nel periodo 1946-56).
la geografia stessa si risolveva in un insieme di città, regioni, il tutto avulso da ogni genere di rapporto con l'ambiente (il concetto di ambientalismo non esisteva).
questo genere di scuola fu duramente attaccata dallo stesso Don Milani, perché predilegeva di più bravi ed isolava i meno bravi. Non parliamo poi di quelli che avevano dei problemi di apprendimento più o meno gravi, non esisteva alcun sostegno e fino agli anni '50 spesso finivano in istituti di cura.
Insomma non era tutta rose e fiore: essendo una scuola "mnemonica" risultava più facile apprendere materie grammaticali (e difatti si era più preparati in italiano) ma i contro erano notevoli.
potrei elencarti dozzine di persone che hanno criticato quel genere di scuola, a partire da Einstein fino a Sestini (per la geografia) e a tanti altri.
La scuola di oggi è allo sbando ma quella di ieri per certi versi era pure peggio. Non si poteva parlare di una scuola ma di una sorta di caserma in cui si imponevano concetti livellando tutti allo stesso piano di apprendimento. Non era prevista partecipazione, non era previsto dissenso, non era previsto che ci fossero alunni meno bravi (se c'erano venivano lasciati dietro o bollati come somari o peggio come deficienti).
Illuminante anche in questo caso ciò che scrisse Bernardi quando parla di "demolizione della libertà" sempre riferendosi alla scuola del periodo 1960-1980.
Quella di oggi la definisce la "fabbrica dei cretini".

della scuola del dopoguerra scriveva:

" La scuola è rimasta ai livelli del fascismo: tanta burocrazia, voti, compitini, pagelle, ma soprattutto feroce competizione fra i bambini. Il contrario insomma di quello che dovrebbe, a mio avviso, essere la scuola cioè un luogo di socializzazione fra bambini, di crescità, di rispetto della libertà del singolo"

oggi la scuola semplicemente non ha metodi chiari. allora era carente oggi è peggio!

(bubbococco da chiavetta usb con gravi problemi di connessione!!
scusami tanto!)

Anonimo ha detto...

mah guarda

ho studiato didattica diversi anni fa e ho sentito molte persone che hanno avuto esperienze con la scuola del periodo compreso tra il 1950 e il 1980 e ho da sollevare diverse riserve su quel tipo di scuola.

Innanzitutto era una scuola essenzialmente mnemonica in cui si apprendeva imparando a memoria in maniera automatica diverse materie.
Non era permesso dissentire e, in alcuni casi non era permesso fare domande. Chi apprendeva subito bene, chi non apprendeva subito rimaneva indietro e "si attaccava".
questo genere di scuola poteva portare vantaggi per la grammatica italiana o la matematica ma non ne portava per il ragionamento scientifico e per le materie come la storia o la geografia. Ogni approfondimento era sconsigliato o osteggiato.
Mia madre fu sansionata per aver portato a scuola un testo non scolastico con degli approfondimenti interessanti su una regione italiana (era il 1956).
Io stesso fui bacchettato perché non avevo capito le equivalenze (era il 1982).
questo genere di scuola era deleteria per la geofrafia in particolare, perché improntata sul puro nozionismo con contorno di concetti che oggi potremmo definire razzisti (confronto tra razze migliori e peggiori, improntate ad una certa didattica fascista, specie nel periodo 1946-56).

Anonimo ha detto...

seconda parte

la geografia stessa si risolveva in un insieme di città, regioni, il tutto avulso da ogni genere di rapporto con l'ambiente (il concetto di ambientalismo non esisteva).
questo genere di scuola fu duramente attaccata dallo stesso Don Milani, perché predilegeva di più bravi ed isolava i meno bravi. Non parliamo poi di quelli che avevano dei problemi di apprendimento più o meno gravi, non esisteva alcun sostegno e fino agli anni '50 spesso finivano in istituti di cura.
Insomma non era tutta rose e fiore: essendo una scuola "mnemonica" risultava più facile apprendere materie grammaticali (e difatti si era più preparati in italiano) ma i contro erano notevoli.
potrei elencarti dozzine di persone che hanno criticato quel genere di scuola, a partire da Einstein fino a Sestini (per la geografia) e a tanti altri.
La scuola di oggi è allo sbando ma quella di ieri per certi versi era pure peggio. Non si poteva parlare di una scuola ma di una sorta di caserma in cui si imponevano concetti livellando tutti allo stesso piano di apprendimento. Non era prevista partecipazione, non era previsto dissenso, non era previsto che ci fossero alunni meno bravi (se c'erano venivano lasciati dietro o bollati come somari o peggio come deficienti).
Illuminante anche in questo caso ciò che scrisse Bernardi quando parla di "demolizione della libertà" sempre riferendosi alla scuola del periodo 1960-1980.
Quella di oggi la definisce la "fabbrica dei cretini".

della scuola del dopoguerra scriveva:

" La scuola è rimasta ai livelli del fascismo: tanta burocrazia, voti, compitini, pagelle, ma soprattutto feroce competizione fra i bambini. Il contrario insomma di quello che dovrebbe, a mio avviso, essere la scuola cioè un luogo di socializzazione fra bambini, di crescità, di rispetto della libertà del singolo"

oggi la scuola semplicemente non ha metodi chiari. allora era carente oggi è peggio!

nb: devi scusarmi se mi posto senza inserire il mio account. ma non me lo accetta. inoltre ho problemi seri a navigare visto che la chiavetta usb funziona malissimo.

cmq sono bubbococco.

la velocità è di circa 20 kbps quando va bene quindi non sono sicuro che ti arrivino tutte e due le parti del mio messaggio.

Anonimo ha detto...

la geografia stessa si risolveva in un insieme di città, regioni, il tutto avulso da ogni genere di rapporto con l'ambiente (il concetto di ambientalismo non esisteva).
questo genere di scuola fu duramente attaccata dallo stesso Don Milani, perché predilegeva di più bravi ed isolava i meno bravi. Non parliamo poi di quelli che avevano dei problemi di apprendimento più o meno gravi, non esisteva alcun sostegno e fino agli anni '50 spesso finivano in istituti di cura.
Insomma non era tutta rose e fiore: essendo una scuola "mnemonica" risultava più facile apprendere materie grammaticali (e difatti si era più preparati in italiano) ma i contro erano notevoli.
potrei elencarti dozzine di persone che hanno criticato quel genere di scuola, a partire da Einstein fino a Sestini (per la geografia) e a tanti altri.
La scuola di oggi è allo sbando ma quella di ieri per certi versi era pure peggio. Non si poteva parlare di una scuola ma di una sorta di caserma in cui si imponevano concetti livellando tutti allo stesso piano di apprendimento. Non era prevista partecipazione, non era previsto dissenso, non era previsto che ci fossero alunni meno bravi (se c'erano venivano lasciati dietro o bollati come somari o peggio come deficienti).

Anonimo ha detto...

Illuminante anche in questo caso ciò che scrisse Bernardi quando parla di "demolizione della libertà" sempre riferendosi alla scuola del periodo 1960-1980.
Quella di oggi la definisce la "fabbrica dei cretini".

della scuola del dopoguerra scriveva:

" La scuola è rimasta ai livelli del fascismo: tanta burocrazia, voti, compitini, pagelle, ma soprattutto feroce competizione fra i bambini. Il contrario insomma di quello che dovrebbe, a mio avviso, essere la scuola cioè un luogo di socializzazione fra bambini, di crescità, di rispetto della libertà del singolo"

oggi la scuola semplicemente non ha metodi chiari. allora era carente oggi è peggio!

ho diviso il messaggio in 3 parti spero ti arrivino.
sto al mare e uso una chiavetta usb che ha una velocità bassissima e ho seri problemi pure a loggarmi.

infatti non ci riesco.

sono bubbococco.

ciao a presto

Andrea Sacchini ha detto...

Beh, nel mio post mi sono posto alcuni interrogativi. Mi pare che il tuo punto di vista sia chiaro ed esauriente.

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