giovedì 12 agosto 2010

Il suicidio in carcere? "Non è dovuto alla disperazione"


Le carceri in Italia scoppiano, non è una novità. E i suicidi avvengono con cadenza ormai settimanale - sta tentando di tenere il conto metilparaben - nella totale indifferenza. La situazione generale è ovviamente il risultato di tante piccole, tragiche situazioni locali.

Qualche giorno fa sono evasi un paio di detenuti dal carcere di Bollate. Repubblica ha intervistato, dopo l'episodio, Luigi Pagano, provveditore regionale alle carceri per la Lombardia, il quale, tra le altre cose, ha dichiarato:

Il suicidio è una scelta individuale, ovunque avvenga. Certo il sovraffollamento incide, ma non perché manda il detenuto alla disperazione, piuttosto perché se ce ne sono troppi le risorse si disperdono e si rischia di non intercettare chi soffre.

Non mi permetto naturalmente di contraddire quanto dice il provveditore; lui ha esperienza e io no. Penso però che mi piacerebbe sentire anche l'opinione di uno di questi detenuti: potrebbe essere molto interessante in una regione in cui ci sono 9.000 reclusi a fronte di una capienza di 5600 e dove ci sono casi (San Vittore e Busto Arsizio) in cui l'indice di sovraffollamento raggiunge percentuali rispettivamente del 219 e 270%.

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