venerdì 13 agosto 2010

Parola di Ichino. Possibile?

Pietro Ichino (foto), giuslavorista e senatore del Pd, ha rilasciato ieri una strana intervista a Repubblica. Perché strana? Perché delle due l'una: o ho capito male io, cosa che non è da escludere, oppure ho capito bene e allora c'è qualcosa che non mi torna. L'argomento dell'intervista è la recente sentenza del giudice di Melfi che ha obbligato Fiat a reintegrare tre lavoratori licenziati illegittimamente - a proposito, Fiat ha annunciato che farà ricorso.

Già il titolo dà da pensare: "Il diritto di sciopero va limitato da accordi sindacali". Possibile? Ho letto bene? L'intervistatore a un certo punto chiede a Ichino se sia secondo lui plausibile la richiesta fatta da Fiat ai sindacati di avere la garanzia di poter produrre senza interruzioni. E Ichino dice:

Certo che sì: proprio a questo serve la clausola di tregua sindacale, che in quasi tutti gli altri Paesi occidentali vincola non soltanto il sindacato stipulante, ma anche i singoli lavoratori cui il contratto si applica. Se Italia questa regola non vale, non è perché lo stabilisca la legge, ma perché nella nostra cultura giuslavoristica prevale ancora un'idea vecchia.

Idea vecchia? Chissà a cosa si riferisce Ichino.

"Quella secondo cui il contratto collettivo non può disporre del diritto del singolo lavoratore di aderire in qualsiasi momento a qualsiasi sciopero, anche se proclamato da un mini-sindacato.

Se non ho capito male, la traduzione dell'Ichino-pensiero dovrebbe più o meno essere questa: è un'idea vecchia che nel contratto collettivo dei lavoratori sia previsto che questi possano scioperare quando lo ritengono giusto. Insomma, se il lavoratore vuole stare al passo coi tempi è bene che rinunci a uno dei suoi diritti fondamentali, tra l'altro ottenuto a prezzo di lunghe lotte: quello di sciopero.

Mentre strabuzzo gli occhi perché penso di aver letto (e capito) male, mi imbatto nel prosieguo delle dichiarazioni di Ichino.

La sfida di Marchionne ha il merito di farci toccare con mano quanto questa idea [quella del diritto di sciopero dei lavoratori, ndr] possa essere costosa per gli stessi lavoratori.

Ok, a questo punto non ho più dubbi: non sta parlando un senatore del Partito Democratico, ma il ministro del lavoro del governo Berlusconi, Maurizio Sacconi. E invece no, è proprio Ichino.

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