martedì 10 agosto 2010

Le donne siano sottomesse al marito

Monsignor Vincenzo Franco, vescovo di Otranto, in una recente intervista al mitico sito cattolico Pontifex, ha dichiarato (il neretto è mio):

"...purtroppo i tempi sono radicalmente cambiati e direi in peggio, con donne spesso ribelli nel nome di un femminismo esagerato, che pretende di cambiare il corso della natura e della storia. Non lo dico io, ma San Paolo: la donna sia sottomessa al marito che rimane pur sempre il capo della famiglia non per capriccio, ma per rispetto di un ordine costituito. Queste cose, che non ho inventato io, ma sono nella scrittura, andrebbero ribadite con maggior fermezza,ma oggi spesso si sorvola per quieto vivere"

Non è che si sorvola per amore del quieto vivere. Si sorvola perché queste cretinate, contenute in quel cofanetto di antiche leggende e favolette che sono le "sacre" scritture (sacre per chi ci crede, ovviamente), sono state scritte suppergiù un paio di migliaia di anni fa. Se l'illustre vescovo ha nostalgia dei bei tempi in cui le donne erano considerate buone giusto per figliare, stare ai fornelli e non rompere le balle, liberissimo.

Noi nel frattempo siamo andati un pochino più avanti. Magari sbagliando in alcune cose, per carità, ma un pochino più avanti.

4 commenti:

  1. E' vero siamo andati un po più avanti, rispetto a 2000 anni fa, ma mi sembra che, sotto un certo punto di vista, abbiamo regredito, in valori soprattutto; ciò che ha detto il vescovo è incompleto, in quanto manca la parte più importante del detto di Paolo, e cioè che si è vero che dice che le donne devono essere sottomesse a marito, ma e pur vero che dice che i marito devono essere disposti a dare la vita per sua moglie, credo che se si fosse espresso così, invece, le posizioni sarebbero almeno un po più equilibrate. L'emancipazione, come la democrazia, almeno per come ce la fanno intendere, e questo lo dico non solo perché è un dato di fatto, riscontrabile nella realtà quotidiana, vedi separazioni e non vado oltre, ma perchè è il risultato di approfondite ricerche che esulano dall'insegnamento ordinario, in tal modo, si riesce ad essere più obiettivi, potendo mettere a confronto diversi modi di pensiero, che da un lato ti possono aprire gli occhi su altre verità, dall'altro, invece, potrebbero confermare la tuaa tesi che sempre hai sostenuto. Il mettersi in discussione, senza presunzione di avere la verità in tasca, come dici tu, è sinonimo di educazione verso gli altri e di umiltà. Prima di giungere ad interpretazioni fuorvianti, o traviare il significato dei pensieri esposti, sarebbe meglio capire bene il senso che si vuole dare al testo. Mi riferisco ad un tuo ultimo commento un po troppo condito, che ha messo in luce, senza offesa, un po di arroganza nei miei confronti, perdonami se sbaglio, perchè, innanzitutto, non mi ritengo più intelligente di te, e nemmeno più giusto di te, anzi ti dirò di più, tu avrai la vita eterna, io, invece, quando mi troverò davanti al tribunale di Dio dovrò solo dolermi dei miei peccati, vedendo la tua reazione alla mia esposizione che non aveva niente, almeno era quello che non volevo intendere, di presuntuoso, ma solo una constatazione di un dato di fatto che proprio te sastieni, e cioè che sei ateo, e qundi non credi in Dio. Nonhonulla dipesonale contro di te, come del resto penso tu.
    Inoltre, consigliandoti di consultare delle opere, non volevo con ciò dare l'impressione di essere saccente, ma solo indicarti una consultazione che poteva essere giusta oppure sbagliata.

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  2. E' vero siamo andati un po più avanti, rispetto a 2000 anni fa, ma mi sembra che, sotto un certo punto di vista, abbiamo regredito, in valori soprattutto

    Su questo sono pienamente d'accordo, Andrea.


    credo che se si fosse espresso così, invece, le posizioni sarebbero almeno un po più equilibrate

    Non so. Sinceramente, per come la vedo io, non penso ci sarebbe stata una grossa differenza. Insomma, ciò che è anacronistico è anacronistico.


    L'emancipazione, come la democrazia, almeno per come ce la fanno intendere, e questo lo dico non solo perché è un dato di fatto, riscontrabile nella realtà quotidiana, vedi separazioni e non vado oltre

    Andrea, temo di non riuscire a capire cosa hai voluto dire. Emancipazione=democrazia? Oppure ho inteso male?


    Il mettersi in discussione, senza presunzione di avere la verità in tasca, come dici tu, è sinonimo di educazione verso gli altri e di umiltà

    Pienamente d'accordo. Io infatti non penso, e non ho mai pensato, di avere la verità in tasca. Ho delle idee, quello sì, che si basano sia su mie convinzioni personali che su dati di fatto. E di queste idee sono sempre pronto a discutere con chiunque.


    Prima di giungere ad interpretazioni fuorvianti, o traviare il significato dei pensieri esposti, sarebbe meglio capire bene il senso che si vuole dare al testo

    Certamente. Però è dovere di chi espone un pensiero cercare di farlo nel modo più chiaro possibile. Quello che ha detto il vescovo mi pare che sia lampante; non si corre il rischio d interpretarlo.


    Mi riferisco ad un tuo ultimo commento un po troppo condito, che ha messo in luce, senza offesa, un po di arroganza nei miei confronti, perdonami se sbaglio

    Se ti riferisci a questo, sì, si trattava di una serie di mie risposte a tue argomentazioni. Se ti è sembrato arrogante nei tuoi confronti, mi scuso. Non l'ho scritto certo con quell'intenzione. Fermo restando che quello che ho scritto rappresenta esattamente il mio pensiero.


    anzi ti dirò di più, tu avrai la vita eterna, io, invece, quando mi troverò davanti al tribunale di Dio dovrò solo dolermi dei miei peccati

    Andrea, amico mio, io non avrò nessuna vita eterna. Quando sarò sottoterra i miei atomi svolazzeranno liberi e andranno col tempo a formare magari una pianta, magari un altro essere vivente. E la vita continuerà il suo ciclo. Certo, l'idea della vita eterna è bella, è suadente, è invitante. E' tutta qui la fregatura.

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  3. "Andrea, temo di non riuscire a capire cosa hai voluto dire. Emancipazione=democrazia? Oppure ho inteso male?"
    Mi riferivo al fatto che il senso vero, ciò che è alla base di essi, è molto diverso da come ce l'hanno imposto, però il discorso è troppo lungo per essere affrontato in questa sede, ed è il motivo per cui sia utile consultare testi, che sono rimati, volutamente, in penombra, in cui si riesce a discernere i veri significati e scopi delle ideologie democratiche.
    Autori che sono stati emarginati, derisi, messi da parte e fatti passare per eretici, ma che avevano una visione della vita molto più etica di come a noi ci vogliono far credere.
    P.S.: Grazie per la risposta.

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