domenica 15 marzo 2009

Per la Rai non vale l'"apologia di reato"?

Date un'occhiata a questo spezzone:



Dunque, nel video (la sequenza è tratta da questa fiction trasmessa dalla Rai e vista da svariati milioni di telespettatori) si vede:
  • una bambina che consegna alla mamma un cd "bomboniera" (quindi si presume che ne siano state fatte molte copie).

  • un cd masterizzato con tracce musicali protette da copyright (si leggono chiaramente alcuni titoli e relativi autori e uno è stato pronunciato distintamente dalla bambina).
Ora, se consideriamo che (a) la suddetta compilation non è stata ovviamente fatta per uso personale (visto che è una bomboniera...), (b) chi l'ha fatta ha commesso quindi - se non erro - un illecito penale e (c) i commi 1 e 2 dell'art. 50 dell'emendamento D'Alia - quello sull'apologia di reato per via telematica - recitano:

1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

2. Il Ministro dell'interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all'adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all'autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.


Insomma, alla luce di tutto questo la domanda che si pone Quintarelli non mi sembra così campata per aria.

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