Ufficialmente per questioni di opportunità ed "eleganza". Sapete com'è, il momento è difficile ed ostentare in passerella star televisive superpagate non è evidentemente sembrato il massimo, se non altro nei confronti di chi magari se la sta passando un po' così così (così almeno dicono).
Ma La Stampa la vede un po' diversamente:
C’è poco da stare allegri, in effetti, ma la realtà appare lievemente diversa. Non tanto, o non soltanto, il rispetto per il pubblico: «panem et circenses» sono sempre stati una medicina adatta a ogni tempo di crisi. Quanto, più realisticamente, la mancanza di denaro per chiamare le stelle straniere. E, magari, pure per pagare i conduttori.
La pubblicità diminuisce. Gli sponsor non sono più disposti a finanziare manifestazioni, e programmi, che non rendono come una volta. Sempre tenendo conto che i telespettatori sono considerati clienti. Adesso i potenziali acquirenti sono potenziali dissidenti. E in questo quadro una marcia indietro è comprensibile. Nemmeno negativa, alla fine. La scelta di non organizzare i Telegatti, soprattutto in una versione particolarmente lussuosa, può essere «venduta» come una forma di rispetto nei confronti del pubblico. Una decisione virtuosa. Un fioretto. Senz’altro è un risparmio per l’editrice.
Insomma, tanti giri di parole per dire che non ci sono i soldi e anche a Mediaset bisogna tirare la cinghia. Poi dicono che la crisi ha solo aspetti negativi.
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