Il Pdl deve valorizzare le identità, non annullarle. Io non voglio sciogliermi nel nulla.
Ma, a parte le polemiche dei cosiddetti dissidenti, la cosa a cui i media hanno dato meno risalto in tutta la vicenda sono i malumori di quello che a questo punto, all'interno del Pdl, potrebbe essere visto a tutti gli effetti come il classico terzo incomodo.
Mi riferisco ovviamente alla Lega, della quale pare che si cerchi in ogni modo di nascondere non dico il disappunto, ma sicuramente un latente malumore che pare provenire in particolare proprio dalla base del movimento, dagli elettori, molti dei quali, vedendo tutto il progetto come una sorta di abbraccio soffocante, di "accerchiamento", non fanno salti di gioia all'idea del famoso scioglimento di An nel Pdl.
E a dirlo è lo stesso Calderoli, il quale senza tanti giri di parole ha affermato l'altro ieri che la Lega si guarderà bene dall'entrare a far parte del suddetto progetto. Dice Calderoli:
Tutto un po' confuso. D'altra parte il progetto e' ambizioso e sul territorio la fusione ancora non c'e'. Molti, sia di Forza Italia che di An, rifiutano il Pdl e vengono a bussare alla nostra porta. C'e' chi ha ancora bisogno di metabolizzare.
[...]
...difficile che questo progetto del Pdl vada in porto. E' evidente che a livello di vertice e' piu' facile mettere insieme le classi dirigenti, un'altra cosa e' la vicenda a livello territoriale, dove esiste una diversita' storica e di militanza. Comunque faccio loro tanti auguri.
Ma c'è un altro aspetto da tenere in considerazione. I cosiddetti insoddisfatti, ossia i militanti di Forza Italia e An che non vedono di buon occhio il progetto Pdl con a capo il solito padre-padrone, pare - almeno stando a quanto dice Calderoli ed altri esponenti leghisti - che si stiano dirigendo proprio verso la Lega, tanto che il noto sondaggista Luigi Crespi, in un articolo dal titolo molto esplicativo pubblicato ieri da affaritaliani.it, prevede che il carroccio alle prossime europee andrà ben oltre il 10% di consensi.
Le conseguenze di tutto questo, semmai dovesse avverarsi, sono facilmente immaginabili, e il famoso "la Lega non può sempre volere tutto", pronunciato dal premier giusto qualche giorno fa, potrebbe solo essere un piccolo antipasto.
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