Reporters sans Frontières celebra oggi, 12 marzo 2009, la giornata mondiale contro la cybercensura. Magari noi non ce ne accorgiamo, ma in certi paesi del mondo non è così semplice accendere il pc e scrivere un articolo sul proprio blog come sto facendo io adesso.
Attualmente, denuncia l'organizzazione per la libertà di stampa, nel mondo ci sono 69 ciberdissidenti in carcere: in vetta alla lista nera, ancora una volta, la Cina, seguita da Vietnam e Iran. I dodici paesi indicati come "nemici di Internet" secondo Rsf hanno trasformato le loro reti in Intranet, impedendo agli internauti di accedere a quelle informazioni che i governi considerano "indesiderabili". Oltre a censurare, i regimi dimostrano anche grande efficacia nella repressione, spesso giustificata con la necessità di difendere la "sicurezza nazionale". (fonte)
Noi, ovviamente, non siamo ancora a questi livelli, ma la piega che ha preso negli ultimi mesi l'attività legislativa non lascia molto spazio alla tranquillità.
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