sabato 14 marzo 2009

Intercettazioni, non se ne parla più?

No, non se ne parla più, tutto il can can che si era scatenato all'inizio, quando l'incredibile disegno di legge è diventato di dominio pubblico, pare essersi sgonfiato come un tendone da circo senza più i sostegni che lo tengono su.

Eppure il disegno di legge sta proseguendo il suo cammino, e giusto l'altro ieri, alla Camera, sono state bocciate a scrutinio segreto le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'opposizione, in particolar modo dall'Italia dei Valori. In pratica la maggior parte dei senatori, con questa decisione, ha ritenuto che il ddl Alfano fosse perfettamente corretto sotto il profilo costituzionale. Ddl che quindi prosegue il suo normale iter legislativo.

Ne ha parlato qualcuno? No. Alcune notizie si trovano qua e là in piccoli trafiletti nascosti in qualche oscuro meandro tipo questo, ad esempio. Per il resto silenzio assoluto. Evidentemente i media non ritengono il tutto una cosa importante. E d'altra parte come potrebbe essere diversamente? In fin dei conti si tratta solo di una legge che una volta approvata farà fare dei grossi brindisi ai peggiori delinquenti in circolazione perché renderà sostanzialmente inefficace l'uso delle intercettazioni telefoniche e comminerà delle grossissime sanzioni ai giornalisti che si occupano di cronaca giudiziaria, e quindi perché preoccuparsi?

In tutto questo fa quasi un po' pena il povero Di Pietro, che continua a litigare con grammatica, sintassi e congiuntivi nel tentativo di spiegare le aberrazioni contenute nel testo di Alfano. Il problema è che quando non ci saranno più i suoi strafalcioni linguistici, di queste cose non parlerà più nessuno.

E allora ben vengano.

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