venerdì 13 marzo 2009

Appello degli artisti inglesi: lasciate scaricare la musica agli utenti

L'appello non viene da qualche clandestina lobby di incalliti pirati del web, ma da una nutrita schiera di famosi musicisti e artisti inglesi, tra cui - solo per fare qualche nome - Robbie Williams (foto), Billy Bragg, Annie Lennox, David Gilmour (Pink Floyd), Peter Gabriel e altri.

Questi musicisti si sono riuniti in una sorta di associazione, la Featured Artists Coalition, tramite la quale intendono farsi promotori di azioni e provvedimenti che tutelino maggiormente i loro interessi rispetto a quelli delle major discografiche e delle lobby dell'industria musicale.

Dell'iniziativa hanno parlato ieri The Register e The Indipendent, mentre oggi ne ha parlato il Corriere. Il titolo dell'Indipendent lascia pochi dubbi sull'idea di fondo e sulle modalità con cui intendono portare avanti questo progetto: "It's not a crime to download".

Insomma, i primi ad aver capito che non ha più alcun senso continuare a perseguire gli utenti che scaricano illegalmente la musica da internet sono proprio i musicisti stessi, consci che la battaglia (come è ormai ampiamente dimostrato) è perduta, non c'è speranza di sconfiggere il p2p. E l'appello che hanno lanciato in occasione del lancio ufficiale della loro iniziativa è rivolto in primo luogo alle major stesse, perché la smettano con l'assurda e improduttiva criminalizzazione degli utenti, e al ministro delle comunicazioni inglese lord Carter, che recentemente si è fatto promotore di alcune iniziative che vanno nella direzione di un aggravamento delle pene per i downloader selvaggi.

La musica ceduta liberamente agli utenti non è una novità. I primi a tentare questo esperimento sono stati un paio di anni fa i Radiohead, che hanno messo il loro ultimo cd in rete liberamente scaricabile e con il prezzo deciso dagli utenti stessi in base al loro gradimento dell'album.

Insomma internet ha rivoluzionato tutto nel campo della musica: la condivisione, la distribuzione, la fruizione. E lo strapotere delle case discografiche, che spesso a scapito degli artisti hanno fatto il bello e cattivo tempo, è sempre più un lontano ricordo.

2 commenti:

Maurizio ha detto...

Ricordo di aver letto da qualche parte,che è possibile scaricare file "degradati"con una bassa qualità.

Perchè l' MP3 non è musica degradata?

Il concetto di HI-FI è scomparso,la musica sui vari lettori si sente da schifo.

Per non parlare dei cd,le case discografiche vendono mondezza e si lamentano.

Maurizio
San Leo

Andrea Sacchini ha detto...

>Perchè l' MP3 non è musica degradata?

Certo che è degradata. L'mp3 non è altro che un algoritmo di compressione che elimina da un normale file audio (quello delle normali tracce dei cd, per intenderci) alcuni tipi di frequenze che l'orecchio umano tende a non sentire. Ovviamente la qualità del suono in qualche misura ne risente, e un orecchio particolarmente allenato può capire la differenza all'ascolto.

A mio parere la qualità della musica contenuta nei normali cd in commercio è molto buona. Certo, per gli audiofili ascoltare musica digitale (cd + lettore) è una bestemmia. Loro vanno ancora a giradischi e amplificatori valvolari, ma questo è un altro discorso.

Riguardo agli mp3 "degradati", anche qualche nostro attento legislatore un po' di tempo fa aveva fatto una curiosa gaffe.

Ma visto la loro competenza in materia la cosa non stupisce.

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