Da quanti anni, ormai, si parla di queste benedette intercettazioni? Meglio: da quanti anni, ormai, il governo Berlusconi ha elevato a ragione di vita il cercare in ogni modo di neutralizzarle? Ci siamo quasi. Come probabilmente ormai saprete, il famoso ddl che dovrebbe "regolarle" è in dirittura d'arrivo. Alla Camera è già passato un anno fa; manca il Senato, dove ultimamente ci si sta dando un discreto daffare - sapete com'è, c'è qualcuno che ha fretta. Siccome però questa porcata rischia seriamente di essere mandata indietro da Napolitano - lo so, lo so, lui firma tutto, ma qui sarebbe troppo sporca -, ieri il governo ha proposto qualche emendamento per cercare di renderla nel complesso più digeribile. Vediamo quindi quali sono i punti migliorati (secondo loro, ovviamente).
Dunque, la modifica più evidente riguarda i famosi "indizi di colpevolezza". Voi sapete che il testo proposto originariamente, quello già passato alla Camera, prevedeva che il requisito fondamentale per poter disporre un'intercettazione telefonica fosse quello degli "evidenti indizi di colpevolezza". Cosa vuol dire? Vuol dire che, secondo lorsignori, per poter mettere sotto intercettazione qualcuno occorre prima esser sicuri che sia lui il colpevole. Ora, non occorre neppure essere uno studente di giurisprudenza al primo anno per capire la portata di questa fesseria. Visto infatti che le intercettazioni servono appunto per scoprire gli autori di eventuali reati, se si sa già chi è il colpevole lo si prende e lo si chiude a chiave, che bisogno c'è di intercettarlo? Qui sarebbe roba da psichiatri, e Alfano pare averlo capito. Infatti, nella nuova versione di questa porcata, gli "evidenti indizi di colpevolezza" sono diventati "gravi indizi di reato". Uno potrebbe chiedersi: ma "gli indizi di reato" attualmente in vigore non andavano bene? No, perché altrimenti i magistrati avrebbero avuto carta bianca come prima: troppo rischioso.
Andiamo avanti. Scrive Repubblica: "Per poter intercettare, però, è necessario che l'utenza sia intestata (o effettivamente in uso) o all'indagato o a una terza persona che, già emersa dalle indagini come a conoscenza dei fatti per i quali si procede, si ritiene ne farà uso per conversazioni o comunicazioni che riguardino i fatti oggetto dell'indagine". Avete presente le intercettazioni di Trani da cui è scaturita l'inchiesta in cui è coinvolto il cavaliere? Si era partiti da una normale indagine per usura sulle commissioni delle carte di credito e si era arrivati a Berlusconi, Minzolini, ecc., per tutt'altro. Perché? Perché l'obbligatorietà dell'azione penale, prevista dalla nostra Costituzione, obbliga i pm a procedere in caso di notizie di reato. Insomma, per farla breve, se Tizio è intercettato e mentre parla al telefono con Caio (non intercettato) si scopre che quest'ultimo si è reso responsabile di un reato, per legge deve essere perseguito anche lui. Se passa la nuova legge non più. Se, ad esempio, uno dice al telefono che domani commetterà una rapina in banca ma non è lui l'intestatario dell'utenza intercettata, tanti saluti. Bello vero?
Ma aspettate, perché il meglio deve ancora arrivare. Il testo prevede infatti che questo principio si applichi anche alle riprese visive. Cosa significa? Pensate a una banca che ha le sue belle telecamere di sorveglianza. Siccome la legge dice che "I luoghi sottoposti a sorveglianza devono appartenere o essere utilizzati dall'indagato o da persone diverse sempre che risultino, dalle indagini, già a conoscenza dei fatti", provate a fare 2 + 2. Cosa ne esce? Ma andiamo avanti con un'altra perla. "Sarà il tribunale a decidere l'applicabilità delle intercettazioni, e non più il gip". Apparentemente questa sembra una norma di buon senso: un tribunale, infatti, ossia una collegialità di giudici, potrebbe offrire più garanzie rispetto alla decisione di un singolo magistrato. Ma qui si aprono tutta una serie di questioni: com'è possibile ad esempio che un singolo magistrato possa comminare una condanna all'ergastolo di un imputato ma non possa disporre un'intercettazione? Ha senso questa cosa? E come si concilia il fatto che col nuovo testo un'intercettazione deve essere disposta da un collegio di giudici - normalmente ne basterebbe uno - con l'organico di cui dispone la magistratura in Italia e, soprattutto, con la necessità di accelerare i tempi della giustizia? Mah, non si sa.
Ma andiamo con l'ultimo emendamento interessante: il "salva-casta". Scrive sempre Repubblica: "Se il magistrato intercetta qualcuno che conversa con un parlamentare, sarà necessaria comunque l'autorizzazione della Giunta di Camera o Senato. [...] E questo varrà soprattutto se si intercetta o si acquisiscono tabulati per accedere comunque alla 'sfera delle comunicazioni del parlamentare'". Ecco qua: i parlamentari (e chi parla con loro pur non essendolo) non si toccano. In queste poche righe è concentrato lo spirito e lo scopo principale di questa legge: l'intoccabilità di lorsignori. Già adesso, prima di mettere sotto controllo l'utenza di un parlamentare, occorre l'autorizzazione della Giunta di Camera e Senato (che regolarmente la nega. Ricordate la vicenda delle intercettazioni della Forleo nella vicenda D'Alema-Fassino-Consorte e i furbetti del quartierino?). Ecco, adesso questa autorizzazione sarà necessaria anche per chi viene intercettato a parlare con uno di essi. Scudo totale, insomma. Poi, naturalmente, c'è tutto il capitolo delle pene e delle sanzioni a carico dei giornalisti, ma lo lascio alla vostra lettura.
Questi i punti che mi sembrano più significativi. Naturalmente tutto questo viene messo in campo dallo stesso governo che ha fatto ipocritamente della sicurezza la sua bandiera, ma tanto chi ci fa caso? Ecco, davanti a una legge devastante, per la giustizia, come questa, qualsiasi opposizione degna di questo nome alzerebbe le barricate, farebbe ostruzionismo in parlamento, scenderebbe in piazza, allerterebbe i cittadini, i comitati locali, creerebbe dei gruppi in difesa della Costituzione. E invece sapete cos'hanno detto illustri esponenti del Pd? Che intravedono in questo ddl "dei passi in avanti".
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stavo leggendo ieri l'articolo di Repubblica (ispirato dai tuoi tweet, lo ammetto :P ), e mi ha colpito un passaggio:
RispondiElimina"chiunque fraudolentemente effettui riprese o registrazioni di comunicazioni e conversazioni a lui dirette o comunque effettuate in sua presenza sia punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni"
ora, io ho installato sul mio cellulare un programmino che mi fa da registratore (per prendere appunti o una piccola nota non è male), e tra le opzioni ho attivato anche quella che permette di registrare in automatico tutte le chiamate... praticamente sto rischiando grosso?? :-)
praticamente sto rischiando grosso??
RispondiEliminaNo, non tu. I giornalisti.
fiiuuuuù, per un attimo ho "stretto" :P
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