No, dico, non penserete che ci abbia rinunciato? Alle leggi ad personam intendo. C'è stato parecchio casino in questi giorni, tra più o meno verosimili scoop su case a Montecarlo e discorsi-bufala del premier in Parlamento. Ed è possibile che qualcuno si sia dimenticato. Lui no di sicuro. A rinfrescarci la memoria ci ha pensato questa mattina Liana Milella su Repubblica.
Al momento il premier è impensierito da almeno due urgenze (urgenze sue, non nostre, come al solito): lo scudo ai suoi processi e il tentativo di bloccare il risarcimento che Fininvest deve alla Cir di De Benedetti per il famoso lodo Mondadori. Per entrambi occorre trovare al più presto una soluzione; una per bloccare i processi a Milano fino a fine legislatura e una per bloccare il maxi risarcimento da 500 milioni di euro a De Benedetti.
Per i processi milanesi, come sapete già, si sta studiando un allungamento del legittimo impedimento per consentire nel frattempo di portare a casa il lodo Alfano costituzionale (con l'opzione sempre pronta del processo breve). Per la questione del maxi risarcimento alla Cir di De Benedetti la faccenda è un po' più complicata. Si vorrebbe provare qui una sorta di "processo breve" anche per la cause civili, e tentare di ammazzare il procedimento civile Fininvest/Cir con la scusa ormai famosa della "ragionevole durata" dei procedimenti. Il problema, però, è sempre quello: quante cause non arriverebbero a sentenza? O meglio: quante persone non avranno giustizia, per l'estinzione della loro causa, perché bisogna cancellare quella del premier?
Insomma, anche se non ne parla più nessuno, la macchina delle leggi ad personam è sempre in movimento.
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