E' vero, infatti, che gli americani sono stati in quel caso vittime. Ma quante volte, invece, sono stati "carnefici"? Scrive Odifreddi:
Un evento che Giovanni Paolo II ha descritto come «uno dei momenti più bui della storia dell’umanità». Storiche, in realtà, sono soltanto le proporzioni di questa gaffe colossale, con la quale il Papa ha rimosso non soltanto le gesta dei suoi predecessori, più o meno lontani, ma anche le immani tragedie del vicino Novecento.
Più precisamente, i 185 milioni di morti per guerre, rivoluzioni, massacri, genocidi, oppressioni e dittature dettagliati nelle cifre dell’agghiacciante Atlante Storico del Ventesimo Secolo di Matthew White, ed equamente distribuiti fra capitalismo e comunismo. Che intensità di tenebre dovremmo assegnare a questi eventi, se chiamiamo l’attentato di New York uno dei momenti più bui della storia dell’umanità?
Purtroppo, la dichiarazione del Papa è soltanto un sintomo dell’isteria collettiva che ha colpito la totalità dei governanti e dei media occidentali, facendo perdere loro completamente i sensi della proporzione e della prospettiva di fronte a un attacco che stupisce soltanto perchè si è consumato, per la prima volta dal 1812, sul suolo degli Stati Uniti.
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Una volta ricevuta l’anonima sfida, con la forte valenza simbolica del World Trade Center crollato e del Pentagono in fiamme, prima di accoglierla gli statunitensi dovevano trovare gli sfidanti. Li hanno individuati immediatamente in Osama Bin Laden e nei taleban: nelle stesse persone, cioè, che Ronald Reagan e George Bush I chiamavano «guerrieri della libertà» quando combattevano gli invasori russi in Afganistan, e che Bill Clinton e George Bush II chiamano «terroristi» da quando combattono gli invasori americani in Arabia Saudita.
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L’individuazione dei colpevoli è stata effettuata nel giro di ore da servizi segreti che non si erano accorti di nulla per anni. La cosa è sospetta, per almeno due motivi. Anzitutto, perchè non sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti si inventano un pretesto per attaccare una nazione: basterà ricordare il famigerato incidente del Golfo del Tonchino, che oggi sappiamo non essere mai avvenuto, ma che nell’estate del 1964 permise a Lyndon Johnson di ricevere dal Congresso un plebiscito per l’entrata in guerra col Vietnam.
Inoltre, perchè gli Stati Uniti sono soliti inventarsi ogni paio d’anni un «nemico pubblico numero uno» sul quale scaricare le proprie paranoie: ad esempio, per limitarci agli ultimi decenni, Castro a Cuba, Ho Chi Min in Vietnam, Khomeini in Iran, Gheddafi in Libia, Ortega in Nicaragua, Noriega a Panama, Saddam in Iraq, Milosevich in Yugoslavia, …
A seconda dei casi, questi paesi hanno dovuto subire attacchi, invasioni e guerre. Che si fanno, ovviamente, con migliaia di bombe e di missili. Ciascuno dei quali provoca esattamente gli stessi effetti che gli aerei suicidi hanno provocato a New York, lasciando sul campo la stessa quantità di morti e distruzioni. Dopo settimane di servizi giornalistici e televisivi su questi effetti, gli Stati Uniti non possono più fare i finti tonti: hanno vissuto sulla loro pelle, per una volta, una minima parte di ciò che hanno fatto agli altri. E poichè ora sanno che cosa questo significa, e si dichiarano cristiani, questo sarebbe il momento buono per incominciare a praticare il precetto evangelico: «non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te».
Articolo integrale qui.
Non per essere polemico, ma il precetto evangelico è in realtà espresso in termini positivi: [12] Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.
RispondiEliminaTecnicamente il cristiano, infatti, non dovrebbe non fare nulla, ma anzi, dovrebbe avere un atteggiamento propositivo (ricordi dell'ottimo catechismo che ci faceva il parroco) :-)
Grazie della precisazione. Sai com'è, non molto avvezzo a questi tecnicismi religiosi. ;)
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