Il sindaco di un comune del salernitano, Angelo Vassallo, è stato ucciso dalla camorra. E' stato ucciso perché ha fatto quello che riteneva essere la cosa più naturale: tenere la schiena dritta e dire no ai soprusi dei clan.
Un altro sindaco, invece, non è stato ucciso, ma sotto certi punti di vista è come se lo fosse stato. Qui siamo in provincia di Caserta, e la "vittima" è Vincenzo Cenname, "ingegnere ambientale, under 40, preparato e competente", scriveva ieri il Fatto. E' stato destituito dalla sua carica di sindaco, su decreto di Maroni controfirmato da Napolitano, perché si rifiutava di cedere la gestione dei rifiuti alla provincia. Mantenendola infatti sotto la competenza comunale, era riuscito ad arrivare a una quota di raccolta differenziata vicina al 70%.
"Mi sono sempre opposto alla gestione del consorzio e ora lo faccio con la società provinciale. Preferisco usare uomini e mezzi del comune, imposte all’ente locale in cambio di un servizio efficiente", ha dichiarato il giovane sindaco. In una zona dove solitamente i comuni vengono sciolti per mafia, ci può pure stare un caso di scioglimento per troppa efficienza, no?
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