venerdì 19 marzo 2010

Il quartier generale racconta/6

Non c'è granché da segnalare, oggi, per quanto riguarda i due principali house organ di casa. Entrambi, infatti, e non potrebbe essere diversamente, titolano a tutta pagina con la vicenda Frisullo, l'ex vice governatore della Puglia in quota Pd coinvolto in una vicenda di tangenti, appalti, favori ed escort, queste ultime messe gentilmente a disposizione da quel Tarantini che rimpinguava anche l'harem del presidente del Consiglio.



Il Giornale la butta più sull'ironico, volendo sottintendere con quel "C'è chi telefona e chi ruba" l'ipocrisia di chi perderebbe tempo col povero Berlusconi per un paio di telefonate piuttosto che occuparsi di chi invece di telefonare ruba. L'editoriale di prima pagina è come al solito affidato al giornalista-magistrato Alessandro Sallusti, il quale parte subito in quarta con la notizia che tutti si aspettavano: l'inchiesta di Trani è una bufala! Scrive il nostro: "Anche se lentamente, alcuni tasselli stanno tornando al loro posto naturale. La fuga in avanti che la magistratura ha voluto innescare con l’inchiesta di Trani [...] è già arrivata al capolinea. È talmente evidente che modalità e impianto accusatorio non reggevano che persino il Csm ha dovuto innescare una clamorosa retromarcia". Ecco qua: per Sallusti il fatto che il CSM abbia deciso di limitarsi a una risoluzione invece che a un'istruttoria è la prova provata che l'impianto accusatorio non reggeva. Sallusti evidentemente non sa (o fa finta di non sapere) che ciò che fa il CSM non ha alcuna attinenza con gli sviluppi dell'inchiesta. La bontà o meno di questa, infatti, sarà stabilita dalla stessa magistratura, la quale, dopo aver esaminato tutti gli atti e fatto le sue valutazioni (non quelle del CSM), deciderà se archiviare le singole posizioni degli imputati o se procedere. Solo allora si saprà con certezza se l'impianto accusatorio reggeva o meno. Ma come al solito ai lettori del Giornale si può dare a bere qualsiasi cosa.

Sallusti poi sottolinea come il fascicolo del premier sia stato spostato per competenza al tribunale dei ministri, a Roma ("era ovvio", sentenzia lui), cosa che lo fa molto felice (che sia perché il tribunale di Roma ha la fama di "porto delle nebbie"?). "In Puglia, probabilmente, resterà solo l’inchiesta sul direttore del Tg1, Augusto Minzolini, colpevole di aver fatto una telefonata pochi minuti dopo essere stato interrogato come testimone dai pm". Naturalmente non è vero niente. Minzolini è indagato per violazione del segreto istruttorio, per essere cioè andato a spifferare il contenuto, coperto da segreto, del suo interrogatorio, non "per una telefonata", come vuol dare a bere il Giornale. "...Minzolini, dopo esser stato sentito come persona informata sui fatti, chiamò un parlamentare vicino al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per informarlo di tutte le domande che gli erano state fatte nel finale dell'interrogatorio ovvero di quali rapporti ci fossero tra il suo telegiornale, l'Agcom e i vertici della Rai" (fonte).

Poi il prode editorialista devia decisamente, buttandosi a capofitto nella notizia del giorno: l'arresto di Frisullo. E ne approfitta per dare risalto a una dichiarazione del senatore Latorre (Pd), il quale avrebbe sollevato dubbi sulla tempistica (siamo sotto elezioni) con cui la magistratura ha preso di mira Frisullo. E a tal proposito le parole di Sallusti sono come pietre: "Per la prima volta, da quelle parti [a sinistra, ndr], dubitare della magistratura non è un attentato alla Costituzione". No, Sallusti può stare tranquillo, nel caso di Latorre non c'è nessun attentato alla Costituzione; qualche dubbio a tal proposito potrebbe semmai venire da parte di chi un giorno sì e l'altro pure blatera a vanvera di toghe rosse, giudici politicizzati, giustizia a orologeria, magistrati "disturbati mentali" e altre amenità (impossibile elencarle tutte). Quindi da questo lato Sallusti può stare tranquillo: Latorre è a posto. Piuttosto, alla fine viene il sospetto che il Giornale voglia di proposito sviare l'attenzione sul fatto che nessuno del Pdl ha ancora fatto le solite dichiarazioni idiote a cui ci hanno abituati da tempo immemorabile. In fondo anche Frisullo (che si è dimesso già da mesi, ma Sallusti non ci fa caso) è stato arrestato in piena campagna elettorale e nell'imminenza delle elezioni. Come mai non si sono ancora sentiti i vari Capezzone, Bonaiuti, Bondi (naturalmente Berlusconi) e compagnia cantante strillare contro le toghe rosse e gli arresti a orologeria? Ah, beh, che scemo... queste sono le toghe azzurre!

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