mercoledì 24 marzo 2010
Il quartier generale racconta/9
Il Giornale, oggi, apre nel solco tracciato da Bagnasco ieri, cercando di spiegare, semmai ci fosse qualcuno che ancora non ha capito, "Perché i vescovi sono con il premier". Pensate che sforzo di pensiero occorre fare per riuscire a capire una cosa di questo genere. Per i lettori del Giornale ecco la spiegazione nel sottotitolo: "Burlando non tutela la famiglia, la Bresso è per la pillola abortiva, la Bonino a Roma è dirompente come Zapatero nella cattolicissima Spagna. E il Vaticano si difende. Votando". Ecco qua. Eccoli serviti quelli che ancora credono alla chimera della "libera Chiesa in libero Stato". Ed è inutile che quelli del Giornale spiattellino una serie di patetiche scuse (Burlando in Liguria, la Bresso in Piemonte, Zapatero, ecc...) per tentare di giustificare questa ennesima invasione di campo da parte dei vescovi. La realtà, infatti, è che sia il Vaticano che il governo vedono come la più grossa disgrazia che possa capitare una eventuale vittoria della Bonino. Il governo per ovvii motivi; il Vaticano perché sarebbe un affronto senza precedenti consegnare la regione in cui ha sede il quartier generale di tutta la cristianità a una che si batte per l'aborto, per la pillola abortiva, per il diritto all'eutanasia, per i diritti dei gay, per le coppie di fatto. E' noto infatti che la Chiesa, storicamente, ha sempre visto molto male chi si batte per l'emancipazione e per la libertà della persona di scegliere e decidere in autonomia. Pace e amen.
Libero, invece, in piena campagna elettorale anche lui, apre elencando una serie di sprechi e finanziamenti poco chiari che avrebbero per protagoniste le regioni e le province rosse: "Assunzioni a Napoli, fondi gay a Torino, 4 milioni ai pacifisti di Firenze", ecc... Naturalmente, nell'articolo, non un cenno agli sprechi e al malaffare nelle regioni "azzurre"; non una parola, ad esempio, sul fatto che la Sicilia, da tempo immemorabile fortino del centrodestra, abbia il record nazionale di dipendenti pubblici (record pure l'entità degli stipendi); non una parola sulla bancarotta del comune di Catania dopo 10 anni di amministrazione del centrodestra, comune a cui Berlusconi nel 2008 ha regalato 140 milioni di euro di soldi pubblici per tentare di chiudere qualche buco - qualcuno ha sentito per caso strillare quelli della lega? Per Libero tutto questo non esiste. Si sa, la campagna elettorale lo esige.
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