mercoledì 10 marzo 2010

Chi è senza peccato scagli la prima pietra

Georg Ratzinger (foto), fratello del Ratzinger attuale papa, ha ammesso (e chiesto scusa) che qualche schiaffo ai "passerotti" l'ha ammollato pure lui. Prendiamo atto, e sicuramente non ci scandalizziamo più di tanto. D'altra parte non è una novità che i metodi educativi nelle scuole, anche qui da noi, contemplassero fino ad alcuni decenni fa punizioni corporali più o meno pesanti e più o meno umilianti (in ginocchio sui ceci, bacchettate sulle mani, ecc...). Ma c'è una cosa che non mi torna. Leggo infatti: "Georg Ratzinger ha spiegato di essersi sentito sollevato quando nel 1980 le punizioni corporali furono proibite dal legislatore tedesco e ha precisato di essersi in seguito sempre attenuto a questo divieto". Scusate, ma se picchiare i "passerotti" disubbidienti lo disturbava tanto perché lo faceva? Gli schiaffi erano per caso un metodo correttivo obbligatorio nel coro di Ratisbona? Se voleva sentirsi "sollevato" bastava semplicemente che smettesse di darli - troppo logico? mah...

Il fratello del papa ha anche dichiarato di non essere minimamente a conoscenza dei presunti abusi sessuali che si sarebbero verificati all'interno del coro di cui lui è stato direttore dal 1964 al 1994. Prendiamo ovviamente atto, ci mancherebbe, anche se ritengo che non ci sia niente di male a nutrire qualche dubbio. Giusto ieri, ad esempio, l'Ansa scriveva: "Ratzinger, che e' stato direttore del coro dal 1964 al 1994, ha ricordato che ragazzi del coro gli raccontarono alcune storie, spiegando pero' che non intervenne poiche' penso' che non ci fosse nulla di allarmante".

Naturalmente il Vaticano, di fronte alla stampa che, anche in Europa, già da un po' di giorni sta martellando su queste vicende, non poteva starsene con le mani in mano. Ecco infatti una bella dichiarazione di padre Lombardi, portavoce di Radiovaticana, che ieri ha provato a gettare un po' d'acqua sul fuoco dichiarando che bisogna guardare anche altrove, non solo nella Chiesa. "È sbagliato accusare solamente il clero degli abusi sessuali contro i minori, se pure i sacerdoti hanno responsabilità particolarmente gravi, il problema va inserito in un contesto più ampio che non è solo quello della Chiesa", scriveva ad esempio il Secolo XIX. Giusto, per carità, la piaga della pedofilia non si annida certo, purtroppo, solo all'interno della realtà ecclesiale (ne abbiamo conferma ogni giorno dalle cronache). Ma è difficile sentire un insegnante, oppure un medico, oppure un padre di famiglia, ecc., dire: bisogna guardare anche alle altre categorie. Insomma, l'auto-difesa della chiesa pare avere molto di infantile. Ricorda un po' quell'automobilista che quando viene multato dal vigile dice: e la macchina a fianco?

4 commenti:

Anonimo ha detto...
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Andrea Sacchini ha detto...

Mi dispiace, stavolta hai pisciato fuori dal vaso.

Anonimo ha detto...
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Andrea Sacchini ha detto...

Secondo te chi si stanca prima? Tu di scrivere corbellerie o io di cancellartele?

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