giovedì 11 marzo 2010

Giornate piene

Giornata niente male anche quella di ieri. Tanto per cominciare il governo ha definitivamente approvato il legittimo impedimento, il provvedimento che "regola la possibilità per il premier e i ministri di privilegiare gli impegni di governo rispetto alle convocazioni nei procedimenti giudiziari". Una fila di belle parole che da noi fanno ormai parte del sentire comune, non ci si scandalizza neanche più. In qualsiasi altro paese civile sarebbe successa una rivoluzione, qui invece fa tutto parte della normale attività politica. D'altra parte 7 milioni di persone che guardano la finale del grande fratello vorranno pur dire qualcosa, no?

Naturalmente questa porcata è legge (sperare che Napolitano la rimandi indietro è pura utopia) fino a quando non capiterà sotto le grinfie della Consulta, la quale provvederà seduta stante a tramutarla in carta straccia come ha già fatto col lodo Schifani prima e il lodo Alfano poi. Il bello è che gli azzeccagarbugli del premier sanno benissimo che è incostituzionale, ma ora che la Corte si sarà pronunciata avranno guadagnato quel tanto di tempo sufficiente a riportare in vita l'immunità parlamentare (c'è pure in ballo ancora anche il processo breve morto come ultima chance). Insomma, almeno per questa vita il premier l'avrà fatta franca. Poi nella prossima si vedrà.

Mentre gli scribacchini ad personam si scannavano in Parlamento, facendo passare questa maialata col voto di fiducia (meglio non rischiare), il premier aveva il suo bel daffare nella conferenza stampa mattutina. A rompere le uova nel paniere è stato una specie di guastatore di professione - una sorta di Paolini della politica - che ha osato fare un paio di domande fuori protocollo. Voi sapete che le conferenze stampa sono un po' come Porta a Porta: una domanda inaspettata, e magari pure un pochino scomoda, e succede il caos. Infatti è successo. Da segnalare che a salvare Berlusconi dal guastatore è stato il ministro della Difesa La Russa. Dico, non l'hanno mica fatto ministro della Difesa per niente.

Nel frattempo, a un cenno del cavaliere partiva a reti e telegiornali unificati la versione ufficiale su come sono andate realmente le cose, secondo lui, negli uffici elettorali dove è stata estromessa la lista del Pdl. Ieri, infatti, ogni telegiornale, a qualsiasi ora, ha riproposto incessantemente la versione del premier - evidentemente era negli uffici insieme a Milioni - sulla reale dinamica dei fatti: "E' stata posta in atto una gazzarra da parte di altre liste, in particolare dai Radicali, con la scusa che fosse in atto una manomissione delle liste. La gazzarra ha costretto i contendenti ad allontanarsi" [...] "c’è stato un 'marchiano errore da parte dell’ufficio circoscrizionale' che non ha proceduto alla 'registrazione' della lista del Pdl" [...] e via di questo passo. C'è un noto aforisma che recita: "Per quante volte una menzogna possa essere dimostrata falsa, c'è sempre una percentuale di persone che la riterrà vera". Ecco, immaginate voi ogni telegiornale di ogni canale che per tutta la giornata ha riportato a reti unificate questa versione. Facile capire le conseguenze, no?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

un mio amico, dalle idee molto chiare - ha in camera da letto il poster di che guevara accanto a quello di Mussolini - ha detto che voterà la Polverini perché è ora di farla finita con negracci e gentaglia simile. Ovviamente in famiglia hanno sposato questi nobilissimi ideali e quindi si prodigheranno a dare il voto al peggior partito della storia della REpubblica (ex democratica) italiana.
la cosa inquietante è che ho sentita questa giustificazione da parenti, da mia cugina e da tante altre persone. Del resto se nella mia città vince il centro-destra da 18 anni, un motivo ci sarà.
chissà se verrà ripristinato il saluto fascista?
Intanto mi ripasso un po' di francese non si sa mai..
dovessi abbandonare il Paese per qualche decreto interpretativo!!

Andrea Sacchini ha detto...

ha in camera da letto il poster di che guevara accanto a quello di Mussolini

Beh, può capitare. Magari tra il Che e Mussolini c'è pure quello di Taricone. Ecco che tutto quadra... :-)

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