domenica 14 marzo 2010

Gli effetti si sono visti subito

UDINE. Oggi il presidente della giunta regionale di centrodestra del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, firma il decreto preteso dalla Lega nel quadro del nuovo piano sanitario regionale che farà chiudere i quattro ambulatori, uno per provincia, che finora hanno assicurato le cure necessarie ai tanti immigrati che lavorano in questa reguione, ma non sono in regola con il premesso di soggiorno.

Gli effetti si sono visti subito. La paura di una denuncia da parte dei medici - che comunque hanno assicurato che non denunceranno mai nessuno per clandestinità - ha indotto due giovani africane a scegliere di abortire in casa: per entrambe sono sorte complicazioni e soltanto per fortuna, per la solidarietà di alcuni vicini e per il pronto intervento dei medici sono state salvate in extremis.

Ma a farsi sentire contro questa decisione di stampo razzista è stata anche un'organizzazione che non ha colorazioni poloitiche come Medici senza frontiere che hanno collocato la regione Friuli Venezia Giulia all'ultimo posto nella graduatoria delle regioni italiane per quanto riguarda il welfare e la solidarietà.

Va ricordato che tutte le organizzazioni dei medici si sono opposte a questo nuovo piano sia perché - dicono con forza - indebolisce le strutture pubbliche favorendo quelle private, sia in quanto il rifiuto di cure agli “irregolari” potrebbe risultare terribilmente pericoloso, in caso di malattie infettive, anche per quelli che dalla nuova legge regionale sono considerati cittadini con maggiori diritti degli altri.


(messaggero veneto via metilparaben)

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