Nota: questo post è un po' "tecnico", quindi se non ve la sentite potete saltarlo a piè pari.
Dunque, come forse avrete letto, nel Lazio è stata riammessa, dietro pronuncia del Tar, la lista di Sgarbi, che era stata inizialmente esclusa per irregolarità nelle firme. Sgarbi, a questo punto rivendica il suo diritto, sotto certi aspetti perfettamente legittimo, di fare campagna elettorale per 30 giorni così come tutti gli altri concorrenti alla competizione elettorale, e chiede quindi un rinvio delle elezioni nel Lazio.
Ora, anche in merito a questa istanza c'è naturalmente in ballo un ricorso di cui vedremo tra breve gli esiti. A questo, però, si aggiunge che anche la lista del Pdl nel Lazio attende, dopo ben 7 sentenze sfavorevole pronunciate da organismi diversi, quella definitiva del Consiglio di Stato. In più non va dimenticato che c'è ancora in ballo il famoso decreto interpretativo, riportato in vita dalla Consulta giusto ieri. Quindi abbiamo questi tre elementi: Sgarbi, lista Pdl e decreto interpretativo. Rocco Berardo ha provato a metterli insieme. Ecco cosa ne è venuto fuori:
In queste ore la lista di Sgarbi è stata riammessa alle elezioni regionali del Lazio. Lo stesso Sgarbi ha già annunciato che chiederà che le elezioni vengano rinviate. Ma non è questo il problema, significa solo che la Regione Lazio deciderà se accettare il rinvio o meno delle elezioni: ci sono precedenti in cui viene detto no a questa richiesta. E molto probabilmente così sarà risposto dalla Giunta attuale.
Ma il problema, dicevamo, non è questo. Pare che il Consiglio di Stato nelle prossime ore deciderà in merito all'ultimo ricorso in campo. Quello della riammissione della lista Pdl a causa del decreto "salvaliste". Se la lista del Popolo della libertà verrà riammessa, entrerà di fatto in vigore il decreto legge voluto dal Governo Berlusconi per la riammissione della lista esclusa.
Cosa vuol dire? Vuol dire che a quel punto: o si rinvieranno le elezioni attendendo che diventi legge a tutti gli effetti il decreto del Governo, oppure se si va alle elezioni il 28 e 29 marzo, senza rinvio, questi "capaci di tutto" della maggioranza di Governo potrebbero decidere di non far diventare legge il decreto, e quindi annullerebbero retroattivamente tutte le elezioni svolte con gli effetti del decreto legge.
Insomma il coltello dalla parte del manico - qualora venga riammessa la lista Pdl da parte del Consiglio di Stato - ce l'avrà il Governo che farà, come al solito, come gli pare.
Si può prevedere e per questo governare. Ecco perché Pannella ha chiesto l'annullamento la sanatoria e il rinvio, qualche settimana fa, per tutti. Ecco la differenza di essere Radicali.
(via Rocco Berardo)
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