Il 24 marzo, data da ricordare oramai con quelle date fasciste
del salto del fuoco dei federali del duce e dell’oro alla Patria,
Roberto Calderoli ministro della Semplificazione ha realizzato davanti
a tutti, un complicatissimo rito di dimensioni colossali. Ha bruciato
in pubblico, in una caserma dei Vigili del Fuoco 375 mila “leggi
inutili”. Ha realizzato un falso, una truffa mediatica e – quasi
certamente – un danno grave alla Repubblica. Il falso consiste nella
cifra, tipica di una dittatura: inventata, esagerata, non
verificabile, se non altro perché manca una definizione univoca e
corretta di ciò che è stato distrutto. La truffa mediatica è nel far
credere e scrivere ai giornali che semplificazione (oggetto
dell’inesistente attività ministeriale di Calderoli) equivalga a
cancellazione. Non è vero, un ministro può proporre leggi o
cancellazioni di leggi, ma non può farlo. Farlo tocca al Parlamento.
Il danno è grave e ovvio. Tutte le leggi italiane fanno riferimento ad
altre leggi. Al momento – e senza che siano intervenuti cambiamenti in
Parlamento – tali incroci sono obbligatori. Nelle mie poche proposte
di legge da deputato e da senatore ho sempre evitato il riferimento ad
altri testi. Gli uffici legislativi di Camera e Senato li hanno sempre
reintrodotti ogni volta che la materia nuova richiamava qualcosa di
esistente. Calderoli ha cancellato senza potere e senza sapere perché
gli interessava lo spettacolo. O si tratta di una pagliacciata e
speriamo che ne tengano conto gli elettori. O si tratta di avere
stracciato a caso ciò che gli capitava fra le leggi italiane,
inventando le ragioni e il numero. E allora gli chiederà conto il
presidente della Repubblica.
(Furio Colombo via Google gruppi - 26/03/2010)
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