venerdì 19 marzo 2010

Non tutte le ciambelle riescono col... Busi

Visto tutto quello che sta succedendo in Italia in questo ultimo periodo, ammetto che forse c'erano delle cose più importanti di cui parlare invece della fuoriuscita di Aldo Busi (foto) dall'isola dei famosi. Ma siccome la vicenda ha anche a che fare con la Rai, e mi pare sia impregnata di un leggero velo di ipocrisia, un po' mi ha incuriosito. Dunque, voi sapete (se non lo sapete non è grave) che c'è un reality show chiamato appunto l'Isola dei Famosi. In pratica un gruppo di persone, alcuni VIP (quale sia il criterio di questa classificazione è un mistero) e altri no, se ne stanno per un periodo di tempo a cazzeggiare su un'isola tropicale. Quest'anno c'era anche Aldo Busi. Ieri, il noto scrittore, famoso anche per le sue intemperanze verbali e stravaganze televisive, ha deciso di lasciare l'isola.

Il discorso di commiato, però, è stato un po' movimentato e pare che abbia creato qualche grattacapo ai vertici della Rai - come se ultimamente non ne avessero già abbastanza. Tra le varie cose dette, infatti, sembra che abbia rivolto apprezzamenti poco simpatici nei confronti del Papa e della sua presunta omofobia, affermando che "L'omofobo è un omosessuale represso". La bomba è naturalmente esplosa subito: giornali, internet, tv, tutti a urlare allo scandalo e a chiedere interventi a destra e a manca. Ora, a mio parere ci sono da fare un paio di distinzioni. Io non so se l'omofobo sia un omosessuale represso, per il semplice fatto che non sono uno psichiatra e non sono quindi in grado di dirlo. Lo dice Busi? Beh, a me non basta, preferirei un parere più autorevole. Quindi, se effettivamente ha detto queste cose al Papa, diciamo che non ha certo brillato per correttezza, se non altro perché non ha la certezza che le cose stiano realmente così. Ma se il dubbio può esserci sull'eventuale omofobia di Ratzinger, direi invece che ben pochi ce ne sono sulla Chiesa in generale, e l'ultimo esempio l'abbiamo avuto con l'intervista di qualche giorno fa rilasciata da mons. Domenico Bartolucci.

Un atteggiamento alquanto ipocrita, invece, è stato a mio avviso quello della Rai, la quale ha deciso di escludere Busi da tutte le trasmissioni televisive da qui in avanti. E tutto questo in virtù di una presunta violazione da parte dello scrittore di alcune regole e disposizioni contrattuali. Ma la Rai non sapeva chi era Busi? Non era a conoscenza dei suoi "precedenti" in miriadi di trasmissioni televisive? O forse gli ha fatto comodo solo per gli ascolti e i ritorni pubblicitari collegati? E che dire poi di quella clausola del contratto, che Busi ha preteso fosse tolta, che "imponeva di non parlare in modo offensivo di politica e di religione"?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ho studiato psicanalisi diverso tempo fa. Uno studio estemporaneo e ad alcuni approfondimenti riguardanti una ricerca di sociologia per l'università. Niente di particolare e niente di approfondito tuttavia qualcosa posso dirla di sicuro.
l'omofobo è una persona affetta da una fobia che si distingue dalla paura per essere tendenzialmente irrazionale.
faccio un breve esempio: se io ho paura di un animale che mi attacca temo un pericolo reale e immediato; se ho paura di un genere di persone, di un ambiente ecc ecc. esprimo un sentimento verso un pericolo non immediato, spesso irreale e frutto - talvolta - di pregiudizi.
Non mi dilungo perché sui concetti di paura e fobia sono stati scritti fiumi di libri.
nel nostro caso l'omofobo è affetto da una fobia irrazionale e illogica verso un presunto pericolo non immediato.
ora l'interrogativo: l'omofobo è un omosessuale represso?
vi sono una mezza dozzina di correnti di pensiero che tendenzialmente si raggruppano in almeno 3 filoni (se guardi su wikipedia ne parlano come di "accezioni").

per farla breve ti rimando all'articolo che - grossomodo - può essere considerato esatto.

http://it.wikipedia.org/wiki/Omofobia

a noi interessa la terza eccezione quella psicopatologica.

per farla breve si crede che l'omofobo sia una persona che in qualche modo abbia subito dei traumi o degli sviluppi anomali (non è scritto nell'articolo ma comunque si può affermare questo) nella sfera sessuale e abbia cercato di sopire questi sviluppi reprimendoli.
in termini psichiatrici si chiama razionalizzazione che può essere conscia o inconscia.
secondo alcuni la razionalizzazione è conscia, secondo altri è inconscia.
siccome la psicologia e la psicanalisi non sono scienze esatte, le teorie abbondano.
senza entrare nel merito di ogni singola teoria (sono dozzine!) posso però affermare che dai dati clinici, da esami effettuati su alcuni omofobi e da sedute psicoanalitiche si può affermare che molti omofobi (non tutti) sono delle persone che hanno represso aspetti particolari della propria sfera sessuale.
aspetti non necessariamente omosessuali ma sicuramente atipici.
In alcuni casi poi possono aver subito abusi sessuali.

spero di esserti stato utile. Per approfondire posso darti in seguito il titolo di alcuni specialisti che hanno scritto libri sull'argomento. molti però sono in inglese e in tedesco e altri non sono più pubblicati da parecchio.

Andrea Sacchini ha detto...

Beh, devo dire di essermi fatto una cultura. Nel caso specifico, comunque, nei riguardi di molti esponenti della chiesa l'eventuale omofobia potrebbe essere tranquillamente provocata dalla repressione della vita sessuale, tipica dei seminari e delle direttive cattoliche.

Anonimo ha detto...

bisogna dire una cosa riguardo la repressione della vita sessuale.
da un punto di vista psichiatrico sono stati fatti dei test in alcuni carceri in cui si notava un aumento di rapporti omosessuali tra i detenuti. dopo diversi anni di test e di studi si è giunti alla conclusione che l'uomo, se non può avere rapporti con l'altro sesso, tende ad averne con il proprio sviluppando una sorta di omosessualità "istintiva".
secondo alcuni, infatti, l'uomo è potenzialmente bisessuale e può avere rapporti con lo stesso sesso se non può averli con il sesso opposto.
Uno studio simile è stato fatto anche nei confronti dei preti.
in quel caso si fa notare come un prete, se non può avere rapporti con l'altro sesso, potrebbe potenzialmente averne con persone dello stesso sesso. Mancando anche quelle della stessa età, ci si potrebbe rivolgere a persone di qualsiasi età.
ci sono stati anche casi di rapporti tra "ecclesiastici" e anziani, in gerontocomi. ma ovviamente il rapporto tra prete e bambino è più semplice.
è semplice perché il bambino è indifeso.
si potrebbe risolvere il tutto mettendo il prete nelle condizioni di avere rapporti con una donna ma mi pare che la chiesa non voglia andare in questa direzione.

nb: io parlo ovviamente dei preti che hanno rapporti con bambini ma non tutti i preti hanno rapporti sessuali. alcuni hanno tendenze omosessuali represse, altri forme di pedofilia o pederastia represse, e altri ancora (nei Paesi dell'est come in Polonia è capitato) intraprendono rapporti sessuali con ragazze.
nel caso di tendenze represse ovviamente si parla della volontà repressa di avere un rapporto che quindi non viene consumato.

Andrea Sacchini ha detto...

ma mi pare che la chiesa non voglia andare in questa direzione

Beh, diciamo che da alcune parti, però, qualcuno comincia a sollevare il problema.

Anonimo ha detto...

i preti brasiliani chiedono di ridiscutere il celibato dei preti da un sacco di tempo. Il problema è che decide il Papa e il Papa è un viaggiatore del tempo trovatosi per caso nel XXI secolo.
il suo secolo è il XII.

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