domenica 9 maggio 2010

Eyjafjöll, eruzioni per un anno?


Da qualche settimana non se ne parlava più. La cosa sembrava chiusa lì. E invece, da ieri, la nube di cenere prodotta dal vulcano islandese dal nome impronunciabile ha rifatto capolino, creando un po' di casini.

Ho fatto un giretto sulla Wikipedia e ho scoperto che quella attuale è la quarta eruzione della sua storia geologica. La terza è iniziata nel dicembre del 1821 ed è terminata nel gennaio del 1823: un anno abbondante, insomma. Mi sa che sentiremo parlare parecchio di questo vulcano (e dei disagi che si trascina dietro).

4 commenti:

Maurizio ha detto...

Non sono d'accordo per i disagi.
Penso che il vulcano,che nella sua natura erutta,ne abbia tutto il diritto,siamo noi che abbiamo rotto le scatole al pianeta.
Buona domenica
Maurizio

Andrea Sacchini ha detto...

Anche questo è vero. Ma purtroppo, volenti o nolenti, siamo nell'era della globalizzazione e dobbiamo farci i conti.

Quando il vulcano ha eruttato la volta precedente, nel 1821, al massimo se ne saranno accorti gli islandesi, e magari neppure tutti. Però a quell'epoca quanto tempo ci voleva per farsi il viaggio, che ne so, Rimini-Reykiavik? Diciamo un paio di mesi? Di più? Di meno? Oggi il tempo della trasvolata in aereo: qualche ora. Vabbé che magari all'epoca c'era probabilmente meno necessità di spostarsi, ma si stava meglio allora oppure oggi?

Maurizio ha detto...

Gia,la domanda è proprio quella.

Si stava meglio quando si stava peggio?

Ciao
Maurizio

Sbronzo di Riace ha detto...

tagliando la testa al toro, si stava peggio quando si stava peggio e si stava meglio quando si stava meglio

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