lunedì 14 settembre 2009

Annozero e tutti gli altri che (forse) verranno

Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.


Cari amici, sono Michele Santoro e ho bisogno del vostro aiuto. Mancano pochi giorni alla partenza e la televisione continua a non informare il pubblico sulla data d'inizio di Annozero. Perciò vi chiedo di inviare a tutti i vostri amici e contatti su Internet gli spot che abbiamo preparato a questo scopo e che non vengono trasmessi.

Io ho tendenzialmente una visione positiva delle cose. Sono quello che si potrebbe definire un ottimista. Lo so, lo è anche qualcun altro di nostra conoscenza, vabbè... Comunque, in ossequio a questo mio modo di approcciarmi alle cose, tendo a interpretare quanto sta accadendo in questo periodo in certi ambienti della Rai come un disguido. E' vero, c'è già chi parla di censura, di pressioni occulte per tentare di impedire la messa in onda di alcuni programmi scomodi, ma, come dicevo, penso che sia una visione forse troppo pessimista degli eventi. O almeno lo pensavo inizialmente. Ma cos'è che sta succedendo?

Da un certo periodo di tempo sono pronti in Rai gli spot pubblicitari per reclamizzare l'imminente inizio della nuova stagione di Annozero, il noto programma giornalistico di Michele Santoro. Il problema è che questi spot, qui in alto ne avete appena visto uno, non vengono trasmessi dalla Rai. Perché? Mistero. Il primo pensiero è appunto quello del disguido. Poi, il 9 settembre scorso, sul sito di Annozero Michele Santoro ha pubblicato l'appello che ho citato qui sopra. Da lì in poi, ovviamente, internet ha fatto il resto e attualmente questi spot, in televisione tuttora bloccati, sono tra i più visti in rete. La pentola è scoperchiata e della vicenda ha cominciato a interessarsi anche la stampa. Il Corriere, ad esempio, solo per citarne uno, ha pubblicato un interessante articolo che racconta la vicenda: la mancata messa in onda, l'appello di Santoro alla rete perché veicoli i messaggi promozionali bloccati in Rai e la lettera che Santoro spedisce al direttore della Rai per chiedere chiarimenti: in primis il motivo di tale blocco, e poi i motivi per cui i contratti di molti addetti impegnati nella trasmissione sono ancora bloccati (tra i quali quello di Travaglio).

Venerdì 11 settembre, sempre sul sito di Annozero compare quest'altro mesaggio, sempre a firma Santoro:

Cari amici, sono Michele Santoro. Voglio ringraziare tutti voi per aver fatto circolare su Internet gli spot che annunciano il ritorno di Annozero. Grazie a voi questi spot sono diventati un vero e proprio caso mediatico su Youtube e su Facebook con quasi 130mila viste. E le statistiche sono in continua crescita.
Ciò nonostante la Rai insiste a non volerli mandare in onda. Continuate ad aiutare me e il mio gruppo a diffondere il nostro messaggio!
L’appuntamento con Annozero rimane comunque per Giovedì 24 Settembre alle 21.00 su Rai Due.

Insomma, la trasmissione dovrebbe andare in onda regolarmente a partire dal 24 settembre, ma dei famosi spot ancora nessuna traccia. Repubblica, ancora l'8 settembre scorso scriveva:

A due settimane dalla partenza di AnnoZero, nessuno dei contratti dei collaboratori del programma è stato ancora firmato. Compreso quello di Marco Travaglio, uno dei nomi di punta del programma di Rai 2. Per questo Michele Santoro, che conduce la trasmissione, ha scritto una lettera al direttore generale della Rai, Mauro Masi e al direttore di Raidue, Massimo Liofredi. Santoro ricorda come gli spot non siano ancora partiti e sottolinea che "non intende rinunciare a quanto le sentenze stabiliscono". Un chiaro riferimento alla sentenza con cui Santoro è stato reintegrato alla Rai.

Per Santoro, "una simile situazione non si è mai verificata da quando lavoro in televisione, né era mai accaduto che obiezioni e perplessità in materia editoriale si presentassero sotto forma di impedimenti burocratici. Perché questo modo di fare non può che minare l'autonomia dell'azienda e le sue finalità produttive".

Il giornalista parla poi di "ripetute assicurazioni" avute dai vertici Rai, ma nonostante questo "la situazione non è sostanzialmente cambiata". Anche perché, a quanto scrive Santoro, quello di Annozero non è un caso isolato. "Mi risulta che anche altri programmi di punta del servizio pubblico, in particolare di Rai 3, abbiano gli stessi problemi e si trovino a dover superare ostacoli pretestuosi per la messa in onda".

Come? Altri programmi stanno incontrando gli stessi ostacoli di Annozero? Una veloce googlata e si scopre che è vero, Annozero non è l'unico programma in difficoltà da questo punto di vista. Pure Report, la trasmissione di inchiesta di Raitre per la quale tempo fa ebbi a dire che è forse l'unica per la quale vale la pena pagare un canone, pare infatti avere qualche problemino. E non un problemino di poco conto; la Rai pare infatti intenzionata a togliere la tutela legale ai giornalisti che realizzano le inchieste per il programma. Scriveva La Stampa il 9 settembre scorso:

La trsmissione di inchieste Report rischia di restare senza copertura legale. «E' stata manifestata apertamente dalla Rai l’intenzione di toglierla - dice la giornalista Milena Gabanelli - e non capisco perchè, visto che finora non abbiamo perso una causa. Mi auguro che a breve il segnale sia chiaro, in un senso o nell’altro».

Penso che non sia difficile immaginare che sarebbero ben pochi i giornalisti che continuerebbero a lavorare per la trasmissione in assenza di questa garanzia fornita dalla Rai. Report, come ben sa chi la segue, è una di quelle trasmissioni che non le manda a dire, come si dice, che scava, porta documenti, mette il naso in faccende scomode, e che per questo è più che ovvio che attiri grane su grane. Pensate davvero che sia possibile mettere in piedi una trasmissione del genere senza la certezza di avere una adeguata copertura legale contro le cause spesso pretestuose intentate dai potenti?

Insomma, due delle trasmissioni più scomode, di quelle che fanno informazione senza bavaglio, si trovano con parecchi bastoni tra le ruote. A queste si può aggiungere anche Chetempochefa, il noto programma di Fabio Fazio. Anche questo pare avere qualche bega. Insomma, questa è la Rai che qualcuno forse vorrebbe che fosse nell'era di Berlusconi. E forse la risposta di tutto, sempre che non ve la siate già data da soli, sta tutta tutta in queste poche righe di Repubblica di venerdì scorso:

Un editto soft, una goccia cinese che scava la roccia fino all'obiettivo finale: addomesticare la Gabanelli, Fazio, la Littizzetto, Bertolino, "Parla con me", ridimensionare, cancellare forse. Silvio Berlusconi l'ha anche detto: quei programmi di Raitre non mi piacciono.

Ora, sgombriamo il campo da equivoci. Santoro, come ho già scritto in altre occasioni, non è che mi stia eccessivamente simpatico, ma qui non è questione di simpatie o antipatie, è questione che c'è qualcuno nelle alte stanze che forse si sta adoperando per cercare di imbavagliare certi programmi o ammorbidire certi giornalisti. Questa è la cosa antipatica e fastidiosa, e per quel che mi riguarda sarebbe fastidiosa anche nell'assurda ipotesi che vittima di tali oscure operazioni fosse il tg4. Perché la censura, da qualsiasi parte venga e verso chiunque sia rivolta, è sempre sinonimo di sopraffazione, di ingiustizia e di ignoranza. Tanto più nell'era di internet, come dimostrano i video di Annozero in circolazione in rete. Da ieri, nella colonna qui a fianco in cui di solito inserisco i clip interessanti che trovo in rete, ho messo uno di quelli promozionali censurati dalla Rai, e lo terrò lì fino al 24 settembre, o almeno finché la Rai stessa non si deciderà a metterli in onda.

Non cambierà niente, intendiamoci, ma tutte le volte che c'è da fare qualcosa per aggirare una stupida censura, io nel mio piccolo ci sono.


Aggiornamento 18,15.

Michele Santoro, tramite i suoi avvocati, ha scritto una lettera ai vertici della Rai. Qui il testo.

2 commenti:

  1. Forse in Rai si son stufati di spendere i soldi dei contribuenti per cause di diffamazione e monologhi senza possibilità di replica di Travaglio... forse...

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  2. >Forse in Rai si son stufati di spendere i soldi dei contribuenti per cause di diffamazione

    Forse. Peccato che, a parte in un caso che si è verificato nel 2001, nel quale tra l'altro - secondo Barnard - la Gabanelli pare non abbia brillato per correttezza, Report le cause le abbia vinte tutte.

    >e monologhi senza possibilità di replica di Travaglio...

    Senza possibilità di replica? Evidentemente, tu, Annozero l'hai visto poco. Ricordo personalmente più di una puntata in cui al termine del pistolotto di Travaglio, chi ha voluto ha preso la parola per puntualizzare o ribattere le cose dette dal giornalista, dando vita anche a interessanti e vivaci discussioni.

    Un esempio tra i tanti è questa piacevole discussione tra Travaglio e Lupi nata in seguito al "pistolotto" iniziale del giornalista, pistolotto in cui si parlava dei presunti abusi edilizi citati nella sentenza letta da Lupi.

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