Ecco quindi che i pm milanesi sono tormentati da un terribile dilemma: rinviarlo a giudizio prima o dopo quella data?
La chiusura dell'indagine, preludio della richiesta di rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi (un metro cubo di carte fascicolate con copertina azzurra), è già pronta nell'ufficio del pubblico ministero Fabio De Pasquale. Che, con procuratore e aggiunti, dovrà decidere ora se formalizzare il passo prima o dopo la sentenza della Consulta sulla legge Alfano che rende immune il capo del governo. I pubblici ministeri temono polemiche e clamori. Non sanno decidere quale delle due opzioni sia la più low profile. Consegnarla prima del giorno del giudizio della Corte può sembrare una sfida ai giudici costituzionali. Dopo la decisione della Consulta, quale che sia, una vendetta o un'aggressione al premier. (fonte)
Poveretti, non vorrei essere nei loro panni. Istintivamente mi verrebbe da suggerire loro di chiedere consiglio ai pm di qualche altro stato, vedere come si comportano all'estero in casi simili. Poi mi viene in mente che in tutti i paesi del mondo chi viene indagato si dimette all'istante, anzi agli indagati non viene neppure concesso di candidarsi a nessuna competizione elettorale, cosa che da noi invece rappresenta una corsia preferenziale. Quindi non è possibile fare nessun raffronto.
Poveri pm, non vorrei essere nei loro panni.
io voterei per la seguente strategia: pubblicizzare il più possibile il loro dubbio e far scegliere al caso, puntando sul primo numero estratto in qualche ruota del lotto
RispondiEliminain questo modo potranno dire che loro non avevano nessuna preferenza e la sorte ha deciso per loro :-)
>in questo modo potranno dire che loro non avevano nessuna preferenza
RispondiEliminaSta tranquillo, alla fine comunque vada lo diranno lo stesso. ;-)