Non vorrei mai leggere articoli sul caldo record e sul freddo record, anche perché di solito accompagnano fenomeni naturali del tutto prevedibili, scontati, normali e tutt’altro che record: d’estate fa caldo e d’inverno fa freddo, anno più anno meno. Possibile che a ogni cambio di stagione dobbiamo sopportare simili scemenze? Siccome quella del Fatto è una redazione molto giovane e i neuroni dovrebbero funzionare a pieno ritmo, amerei molto qualche sforzo di fantasia, onde evitare che New York sia sempre “la Grande Mela” e che ogni titolo su Pechino e dintorni finisca immutabilmente per suonare “la Cina è vicina”. Per non parlare delle sciagure prevedibili ed evitabili, che il redattore pigro e ammuffito finisce regolarmente per titolare “cronaca di una morte annunciata”. Un titolo che, a furia di scimmiottarlo, dev’essere venuto a noia anche a Gabriel Garcia Marquez.
Marco Travaglio spiega come vorrebbe che fosse il nuovo giornale, Il Fatto, che a fine settembre sarà in edicola.
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