lunedì 28 settembre 2009

Le mine sono italiane?

Non ci sono conferme ufficiali o certezze, ma molti indizi lasciano pensare che l'ordigno che ha provocato la morte dei nostri parà nella recente tragedia di Kabul possa essere di fabbricazione italiana. Ora, intendiamoci, se anche la notizia fosse vera non è che cambierebbe granché, purtroppo, ma offrirebbe molti spunti per fare qualche riflessione.

Uno degli indizi che supporterebbero questa tesi, è questo articolo pubblicato alcuni giorni fa dal Corriere e passato sostanzialmente inosservato. Eccone alcuni stralci:

L' arma migliore dei talebani? Le mine anti tank italiane «Tc6». Le usano in serie di tre o due, a volte le «mescolano» con il fertilizzante per aumentarne gli effetti. Ordigni capaci di distruggere un blindato o di fare strage in una colonna di mezzi. Fonti statunitensi hanno confermato di recente, in modo informale, che la buona parte degli ordigni usati contro la coalizione sono proprio di origine italiana. Le «Tc6» erano state fornite dagli americani ai mujaheddin afghani all' epoca della resistenza contro l' Armata rossa.

Le mine chiamate Tc/6, menzionate dal Corriere, sono effettivamente di origine italiana, e sono state prodotte fino ad alcuni anni fa dalla Tecnovar Italiana SpA. Secondo la wikipedia inglese queste mine sono molto diffuse non solo in Afghanistan, ma anche in Ciad, Ecuador e Tagikistan. Scrive ancora il Corriere:

Le testimonianze dei soldati statunitensi impegnati nel settore di Khan Neshim - al confine con il Pakistan - o di quelli della brigata Striker a Kandahar valgono più di una scheda tecnica: «Le più terribili sono le mine italiane. Difficili da individuare e disinnescare. Il tradizionale metal detector non funziona in quanto non hanno componenti di metallo. E rimangono attive per anni».

Come è noto, l'industria bellica italiana è tra le più rinomate e floride del mondo, una delle poche che non conosce crisi (i dati dell'export riferiti al 2008 sono qui), e sono di conseguenza tantissimi i paesi del mondo dove si spara, si combatte e si uccide "italiano". Ecco, se per caso fosse confermata la notizia che pure la mina che ha ucciso i nostri parà è stata costruita in Italia, magari si potrebbe pensare in futuro - sperando ovviamente che cose del genere non si verifichino più - di lasciar stare l'ipocrisia dei funerali di stato, visto quanto esso stesso ci guadagna da questo turpe commercio.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

ma la produzione di mine antiuomo non era vietata dal 1991?
si tratta forse di mine prodotte prima di quella data?
non mi chiara sta situazione. non è che ci hanno preso per i fondelli e continuano a produrle malgrado siano vietate da 18 anni?

Andrea Sacchini ha detto...

>si tratta forse di mine prodotte prima di quella data?

La messa al bando delle mine antiuomo è in vigore dal 1997, anno in cui fu firmato il trattato di Ottawa a cui l'Italia ha aderito. Quelle mine probabilmente sono precedenti, come scrive il Corriere nell'articolo che ho linkato:

Le «Tc6» erano state fornite dagli americani ai mujaheddin afghani all' epoca della resistenza contro l' Armata rossa. Migliaia, anzi milioni di pezzi, sistemati ovunque e senza mappe. Con il tempo sono state dissotterrate dai talebani, che le hanno riciclate per gli attentati contro le truppe dell' alleanza.

Anonimo ha detto...

e infatti mi sono sbagliato. La data del 1991 riguardava la campagna internazionale contro le mine antiuomo e non la messa al bando delle stesse.

http://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_Internazionale_per_il_Bando_delle_Mine_Antiuomo

scusami.

il 1991 era anche la data degli accordi di alma ata e della creazione della Csi.
Ho fatto un po' di confusione.

Il cattivo Otto ha detto...

e poi non sono antiuomo, ma anti-carro.

essere colpiti dalle armi di propria produzione è quasi sempre successo, in questo tipo di guerra.

Andrea Sacchini ha detto...

>e poi non sono antiuomo, ma anti-carro

Hai ragione: piccolo lapsus.

>essere colpiti dalle armi di propria produzione è quasi sempre successo

Sì, ma non è questo il punto, ma semmai il fatto che molta gente non lo sappia. A differenza, suppongo, degli alti vertici dello stato, che si mettono in prima fila ai funerali in rappresentanza dello stesso stato sul cui suolo, probabilmente, gli tali ordigni sono stati costruiti.

Il cattivo Otto ha detto...

Scusa Andrea, ma cosa cambia ? E' solo un dettaglio. Non sono certo armi che abbiamo venduto ai talebani.

Il vero scandalo ci fu in Etiopia, dove il Negus ci batte' con le munizioni che gli avevamo fornito noi.

Andrea Sacchini ha detto...

>Scusa Andrea, ma cosa cambia ? E' solo un dettaglio

Sì, sarà solo un dettaglio, ma a me rimane un po' lì. Che ci devo fare?

Il cattivo Otto ha detto...

Fatti una passeggiata con i pargoli :-) Vedi che ti passa.

Andrea Sacchini ha detto...

Se era una battuta non m'è piaciuta per niente.

Il cattivo Otto ha detto...

Perché ti sei offeso ?

Andrea Sacchini ha detto...

1) Non ho pargoli, ma due figlie che sono ormai grandine - seconda e terza media.

2) Non c'è niente che mi debba passare facendo una passeggiata, tantomeno un'opinione.

3) Non mi piace il tono "fatti una passeggiata...".

Il cattivo Otto ha detto...

Il senso era:
Non rovinarti il fegato per cose di poco conto e che non hai il minimo potere di cambiare.

L'invito alla passeggiata era solo un invito a trascorrere in modo piacevole il tempo ... non certo un "datti all'ippica"

Andrea Sacchini ha detto...

Ok, scusa se ho frainteso.

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