lunedì 21 settembre 2009

I rimorsi di Bossi

Il senatùr è intervenuto ai funerali di stato dei nostri parà morti in Afghanistan. E' rimasto naturalmente turbato, e poi si è ricordato delle sue dichiarazioni, espresse a più riprese anche nei giorni scorsi, con le quali chiedeva a gran voce il rientro dei nostri soldati entro Natale - il famoso "tutti a casa" che qualche tempo fa fece storcere il naso a La Russa e a buona parte della compagine di governo. Poi, però, si è anche ricordato che la Lega ha firmato in favore della missione di "pace" in Afghanistan. Da qui la correzione:

«Ho votato anche io. Eravamo convinti che servisse non certo a farli morire».

Beh, grazie, mi stupirebbe il contrario. Ma la cosa suona comunque strana e - mi pare - un tantino ipocrita. Voglio dire, è chiaro che chi ha firmato in favore della missione lo ha fatto sperando che i nostri militari riportino a casa la pelle, ma l'Afghanistan è l'Afghanistan, mica una scampagnata in Val Brembana. Insomma, questa uscita di Bossi mi ha lasciato così, un po' perplesso. La stessa perplessità che sorge spontanea quando vedo lui e qualche ministro dei suoi che a Roma giurano sulla Costituzione e a casa strillano per la secessione.

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