martedì 8 settembre 2009

Libertà di stampa? Ha ragione Berlusconi

E' incredibile: mi tocca pure dare ragione a Berlusconi questa volta. Calma, non avete letto male, ma occorrono delle precisazioni e una breve premessa.

Mattinata di ieri, Canale 5. Berlusconi partecipa telefonicamente a una trasmissione televisiva, Mattino 5, e dice alcune cose. Nessuno ormai fa più caso a questo, ma siamo di fronte a un capo di governo che interviene in una trasmissione che va in onda su una televisione di sua proprietà, senza il minimo contradditorio e in compagnia di un giornalista, Maurizio Belpietro (ex direttore de Il Giornale), che certamente non gli è ostile. Quello che in qualunque paese del mondo sarebbe considerato una barzelletta, e cioè un monologo mediatico autocelebrativo, da noi è una cosa normale. Questa è la premessa, adesso vengo al punto.

Il suddetto capo di governo, in questa trasmissione dice alcune cose. Tipo:

L’allarme lanciato sulla libertà di stampa in pericolo "è una barzelletta di una minoranza di comunisti e catto-comunisti e dei loro giornali, che purtroppo sono il 90%".

Che Berlusconi abbia l'incubo dei comunisti è cosa nota, e probabilmente, a questo punto, è una condizione che mi pare mostri forti connotazioni patologiche, visto che risale alla notte dei tempi (berlusconiani). Poco importa che i comunisti non esistano più, né fuori né dentro al Parlamento - quel che ne restava è stato spazzato via senza pietà alle politiche del 2008 -: quando uno ha questa fobia e questa fissazione non c'è probabilmente più niente da fare. Oltre a questo sarebbe interessante capire a cosa si riferisce quando spara quel 90% dei giornali dei comunisti e dei catto-comunisti. Vuole forse darci da intendere che il 90% dei quotidiani che sono in edicola hanno questa matrice? E quali sarebbero? il Manifesto? Liberazione? L'Altro? tutti giornali che messi insieme faranno sì e no come diffusione e copie venduto il 10% del totale? Non si sa; su questo punto il premier non è chiaro. E comunque, impressione mia, penso che lui intenda tutti quelli non direttamente controllati da lui. Vabbè. Andiamo avanti.

Loro intendono la libertà di stampa come libertà di insulti, diffamazione, calunnie. Io sono stato costretto a rivolgermi alla magistratura per dimostrare che la libertà di stampa non è tutto questo.

Interessante questa cosa. In primo luogo fa una certa specie il fatto che Berlusconi, quando serve, sia pure lui costretto a rivolgersi agli odiati magistrati; ma si sa, all'occorrenza... Per certi versi, comunque, la cosa fa anche piacere, perché in questo modo un organo terzo e indipendente come un tribunale stabilirà una volta per tutte se le famose 10 domande di Repubblica e i due articoli de L'Unità, quelli nel mirino del premier, sono diffamatori o no. Ma andiamo avanti, perché la prossima - la prendo dall'Agi - è spettacolare:

"Perche' i miei concittadini apprezzano Silvio Berlusconi in un numero cosi' elevato? Perche' la maggior parte degli italiani, nel loro intimo vorrebbero essere come me, perche' conoscono me e come mi comporto. Poi - ha aggiunto - sanno che Silvio Berlusconi non ruba e non utilizza il potere a suo vantaggio personale come hanno fatto quasi tutti coloro che, soprattutto dall'altra parte politica, mi hanno preceduto in questa difficile resaponsabilita'".

Se avete smesso di ridere, potete capire facilmente quello che ho voluto dire fin dall'inizio. Come può uno che fa dichiarazioni di questo tipo, in una televisione sua e senza nessuno che lo contraddica pretendere di pontificare sulla libertà di stampa, sapendo oltretutto benissimo che il nocciolo non è questo? Perché è vero: in Italia c'è (ancora) piena libertà di stampa e di pensiero, ma il problema è quello che la gente percepisce, quello che assorbe, è lì il problema. Il misterioso 90% di quotidiani catto-comunisti, comunque si voglia interpretare questa percentuale e questa definizione, è una barzelletta. E lo è in primo luogo perché la stragrande maggioranza delle persone non si informa leggendo i quotidiani, ma guardando la tv, i telegiornali e trasmissioni come questa.

Ecco perché fanno ridere i vari Veltroni prima e Bersani poi che se ne escono fuori, nel 2009, e cioè 20 anni dopo che il danno è fatto e non è più possibile tornare indietro, con le grandi iniziative contro il conflitto di interessi. Ma un po' di serietà, eccheccavolo! Va bene che a breve ci sono le primarie del Pd, ma veramente pensano a suon di proclami, che sanno essere irrealizzabili coi numeri che si ritrova quella specie di sottopartito dell'inciucio, di continuare ad abbindolare quei quattro gatti che sono rimasti?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

è veramente assurdo. queste sparate senili sono il frutto di anni e anni di patologie cliniche continuate. Non posso pensare che queste sparate siano disgiunte da qualche serio problema clinico-psichiatrico.
Poi però mi accorgo che mio padre la pensa allo stesso modo quando parla di bolscevichi o di stalinisti.
e non è solo lui a dire queste cose.
Ma dove sono i bolscevichi in Italia? il partito bolscevico era tipico e peculiare della Russia prima della rivoluzione d'ottobre. dopo non ha più alcun senso e non ha senso neanche oggi.
e gli stalinisti chi sarebbero? i fans di Stalin. ma non era morto Stalin! e i catto-comunisti chi sono? quelli come Casini che si è risposato? e poi cosa vuol dire catto-comunista. un cattolico comunista è un ossimoro. non esistono cattolici che siano pure comunisti.
tempo fa berlusconi arrivò a definire catto-comunista giornali come l'avvenire! o definire stalinisti il new york times o la BBC. e qui entriamo nella patologia clinica grave.
non esiste lo stalinismo negli Usa e in Gran Bretagna. non è mai esistito. esiste un partito comunista negli usa: 10.000 iscritti su una popolazione di 300.000.000 di abitanti.
è ridicolo.
per non dire peggio.
ma solo in un Paese come l'Italia si può rimanere inermi di fronte a simili panzane.

Andrea Sacchini ha detto...

>un cattolico comunista è un ossimoro. non esistono cattolici che siano pure comunisti

Beh, per definizione esistono, ma non penso Berlusconi alludesse a quelli. Penso piuttosto che intendesse l'insieme della stampa cattolica che ultimamente si è permessa di criticarlo nel privato o nell'azione di governo.

Romina ha detto...

Silvio Berlusconi @ Perche' la maggior parte degli italiani, nel loro intimo vorrebbero essere come me,

Ecco, è quest'indubbia verità a sconvolgermi.

Andrea Sacchini ha detto...

Sarebbe poi interessante sapere quali sono le fonti dei sondaggi che indicherebbero un suo gradimento che veleggia "verso il 70% dei consensi", visto che a me risulta che si sia votato pochi mesi col risultato che è esattamente la metà di quanto dichiarato.

Ma in fondo anche questo fa parte della lista di vantaggi insiti nel possedere qualche tv in cui poter dire qualsiasi cosa senza timore di essere smentiti.

Anonimo ha detto...

il termine cattocomunismo esiste ed è stato creato ad hoc dai politici ai tempi del compromesso storico e delle alleanze ed inciuci con movimenti di sinistra e con il pc.
c'è da dire però che tali alleanze non avevano valenza ideologica ma meramente strategica.
mi spiego meglio: i cattolici, alcuni cattolici o presunti tali si alleavano per interesse politico o si avvicinavano o simpatizzavano per determinati individui della sinistra italiana, anche estrema pur senza abbracciare quell'ideologia ma meramente per interessi specifici di partito o strategici.

tale termine però fu accettato come dispregiativo dai loro avversari e da loro usato.
nella realtà il cattolico non può essere comunista da un punto di vista dottrinale.
il cattolico segue la Santa Romana Chiesa, un'istituzione per definizione anticomunista, conservatrice e totalitatrice, altamente gerarchizzata.
il comunisto e le ideologie di sinistra non sono conservatrici, né ovviamente "anticomuniste". ci mancherebbe!
altro termine che detesto e che non vuol dire un fico secco è "buonista" che starebbe ad indicare una sorta di bontà di facciata, una bontà ideologizzata o melensa o qualcosa di simile.
buonismo però non esiste nei vocabolari.
cattocomunismo invece lo si rileva nei vocabolari degli ultimi anni.
nel mio zanichelli del 1986 viene considerato termine giornalistico desueto.
nel Gabrielli solo termine giornalistico.
mi sta bene che venga usato per indicare una conciliazione tra comunismo e cattolicesimo da un punto di vista politico.
non mi pare abbia senso da un punto di vista ideologico

Aloisious ha detto...

Se non ne avete abbastanza di discutere, vi linko un articolo che personalmente continua a stupire ogni volta che lo leggo XD

http://www.loccidentale.it/articolo/perch%C3%A9+la+gente+continua+a+dare+credito+a+berlusconi.0077717

voi chene pensate??? O___O
la spazzatura a Napoli è sparita?
L'urgenza in Abruzzo è stata davvero presa come un'urgenza?è stato fatto tutto il possibile?
ho trovato anche alcune foto che sembrerebbero dimostrare il contrario, con un'interessante "prima-dopo"...

http://tg24.sky.it/tg24/album/terremoto_abruzzo_prima_dopo.html

datemi un parere :)

Andrea Sacchini ha detto...

>un articolo che personalmente continua a stupire ogni volta che lo leggo

Beh, non è che ci sia molto da stupirsi. Finché il monopolio dell'informazione continuerà a restare nelle sue mani...

Alessandro ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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