martedì 22 dicembre 2009

Se l'aggravante è il futuro

E’, innanzitutto, sin troppo semplice rilevare come per effetto del disegno di legge Lauro chi domani istigasse qualcuno a tagliare i capelli forzatamente ad altra persona a mezzo internet rischierebbe una pena più elevata di chi istigasse un’intera nazione, magari in tv, a porre in essere genocidi o altri crimini contro l’umanità.

Avevo accennato velocemente, ieri, al disegno di legge del senatore Raffaele Lauro. Adesso la notizia è di dominio pubblico e ne stanno parlando in rete un po' tutti. Il motivo è molto semplice: così com'è, senza qualche modifica, è un altro dei famosi non sense giuridici a cui i nostri fervidi legislatori ci hanno da tempo abituato quando si tratta di legiferare in materia di internet. L'osservazione che ho citato sopra, ad esempio, è di Guido Scorza, avvocato esperto di diritti digitali. Ma anche Punto Informatico, oggi, esamina la questione in questo pregevole articolo di Fulvio Sarzana di cui vi riporto un paio di estratti.

Quindi si introduce una norma speciale di istigazione a commettere reati nei confronti di una persona determinata. Ma visto che esiste nel nostro codice penale già una norma che prevede l'istigazione a commettere un reato, ovvero l'art 414 del codice penale, chiamato appunto "istigazione a delinquere" e che prevede pene da uno a cinque anni, a cosa serve allora il DDL Lauro?

Serve ad aumentare in maniera considerevole le pene previste per le condotte istigative ed apologetiche (dagli 1 ai 5 anni secondo quanto previsto dall'art 414 del codice penale si passa a pene dai 3 ai 12 anni) con la possibilità dell'aumento di pena relativa all'aggravante delle comunicazioni telematiche o informatiche. Per fare un raffronto, chi commette un omicidio colposo è punito dal nostro ordinamento con sanzioni da sei mesi a cinque anni. Se per esempio un lavoratore muore a causa della mancanza di norme antinfortunistiche sul lavoro il datore di lavoro rischia fino a 7 anni. Ed inoltre in tema di pedofilia chiunque, anche per via telematica, distribuisce, divulga, diffonde o pubblicizza il materiale pornografico di cui al primo comma, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all'adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. In tema di violenza sessuale chi poi con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Chi istiga invece sul social network rischierebbe invece, se il DDL Lauro venisse approvato, oltre i dodici anni in virtù dell'aggravante delle comunicazioni telematiche o informatiche.

Come scrive Scorza, al momento pare che il ddl non sia ancora stato presentato in Senato. Vedremo. Comunque sia, sembra abbastanza evidente che ci troviamo di fronte all'ennesima legge perfettamente inutile (come abbiamo visto le regole in materia di istigazione a delinquere ci sono già), concepita sull'onda emozionale degli avvenimenti recenti accaduti al presidente del Consiglio, come d'altra parte ammette lo stesso estensore:

"L'aggressione al Presidente Berlusconi ha evidenziato la necessita' di intervenire sul diffuso fenomeno, caratterizzato da forme di esortazione alla violenza e all'aggressione, mediante discorsi, scritti ed interventi, che, in virtu' delle moderne tecnologie informatiche, riescono oggi ad acquisire una rilevanza mediatica particolarmente significativa".

Vedremo come va a finire. Siamo sopravvissuti ai vari D'Alia, Barbareschi, Carlucci e compagnia bella. Sopravviveremo anche a questo.

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