giovedì 11 giugno 2009

"Così muore la giustizia (penale) in Italia"

Ieri, Il Giornale, riportando la frase pronunciata dal segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati a commento del ddl intercettazioni ("la morte della giustizia penale in Italia"), ha fatto nel titolo dell'articolo un piccolo omissis.


Questa piccola differenza, tra quanto riportato dal principale house organ di casa Berlusconi e quanto effettivamente pronunciato dall'ANM, potrebbe benissimo non significare niente. Ma io ho un sospetto, e ho fatto un piccolo ragionamento. Ovviamente si tratta di una fantasia mia e quindi prendetela per quello che è.

Che differenza c'è tra dire "così muore la giustizia in Italia" e "così muore la giustizia penale in Italia"? Beh, apparentemente si tratta della semplice omissione di un aggettivo, niente di più. Pensate però alla tipologia di lettori a cui si rivolge il Giornale: si tratta prevalentemente di lettori di centrodestra, e tra questi, quindi, è altamente probabile che vi siano molti leghisti.

Cos'ha voluto fare quindi Il Giornale, a mio parere? Ha voluto dare l'idea che sia la giustizia nel suo insieme a essere penalizzata e non specificamente quella penale. Ha inteso la giustizia in senso lato indicandola nella sua accezione più ampia, come una sorta di entità astratta. Il motivo è semplice: evitare che qualcuno possa pensare (non sia mai) che il governo, appoggiato in questo proprio dalla Lega, sia in procinto di partorire un provvedimento - come di fatto è - che possa in qualche modo diminuire l'efficacia dell'azione penale, e di conseguenza quella sicurezza che è da sempre la bandiera della Lega stessa.

Ma, come dicevo, queste sono elucubrazioni frutto della mia fantasia. E probabilmente sono totalmente campate per aria.

Tornando alla giustizia, invece, quella vera, non si può non segnalare quanto dichiarato ieri dal CSM in merito ad alcuni aspetti del famoso decreto sicurezza, quello che, in nome appunto della sicurezza (di chi non è ben chiaro), contiene tra le altre la norma che rispedisce al mittente senza tanti complimenti i barconi carichi di bambini e pericolose donne incinta. Se vi ricordate, tra le perle contenute nella legge, c'è il reato di immigrazione clandestina, quell'aberrazione secondo cui il solo fatto di appoggiare un piede sul territorio italiano dà diritto al clandestino di fregiarsi dello status di criminale.

Bene. Il CSM, ieri, in una nota rilasciata dalla Sesta commissione, ha dichiarato che non solo questa norma non contribuirà minimamente a rallentare il flusso dei clandestini che arrivano nel nostro paese, ma paralizzerà irrimediabilmente e definitivamente gli uffici giudiziari italiani, che, come è noto, già adesso non è che se la passino troppo bene. Scriveva ieri Repubblica:

In particolare, sottolinea il Csm, le conseguenze peggiori, sul fronte del rallentamento della giudizia, si avranno per i giudici di pace: saranno "gravati da centinaia di migliaia di nuovi processi, tali da determinare la paralisi di molti uffici". Ma problemi si avranno anche per gli "uffici giudiziari ordinari, impegnati nel processo in primo grado e nelle fasi di impugnazione successive". Il tutto peraltro senza che la norma serva al suo stesso scopo, quello di favorire l'allontanamento dei clandestini. I consiglieri infatti dubitano espressamente del suo "effetto deterrente": "Una contravvenzione punita con pena pecuniaria non appare prevedibilmente efficace per chi è spinto a emigrare da condizioni disperate; senza dire che "già la normativa vigente consente alle autorità amministrative competenti di disporre l'immediata espulsione dei clandestini"; uno strumento su cui pesano "non già carenze normative ma difficoltà di carattere amministrativo e organizzativo".

Ovviamente si tratta di previsioni del CSM che andranno verificate in futuro, ma, a margine, non posso fare a meno di notare come, giusto qualche giorno fa, lo stesso ministro della Giustizia Alfano sbandierasse poderose iniziative per accelerare la cronica lentezza della giustizia.

Io penso, invece, anche alla luce di quanto stanno combinando col ddl intercettazioni, che questo governo, nel suo insieme, sia dato una missione: sfasciare completamente la giustizia.

5 commenti:

lucy ha detto...

sai

ho discusso molto in chat con delle persone che conosco, ho discusso anche con dei familiari, amici, conoscenti. Ho tentato di dialogare con loro riguardo il lodo alfano, riguardo la porcata delle intecettazioni, riguardo la stampa parzialmente libera in Italia, su Gheddafi e lo sai cosa mi sono sentito rispondere?

ecco ti faccio un paio di esempi?

io: la legge sulle intercettazioni è una porcata perché coadiuva il crimine, impedisce le indagini, censura la stampa. questo non è da Paese libero.

berlusconiano: e allora con Prodi era meglio?

io: ehm..e poi le leggi ad personam, lo svilimento della Costituzione, e ora pure un dittatore come Gheddafi che viene in Italia. Berlusconi ormai è rimasto amico di Gheddafi e di Putin...non sono proprio persone democratiche.

berlusconiano: e allora Stalin? e pensi che all'estero sia meglio?

io: ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio ma non ti pare che in Italia stiamo ammucchiando un po' troppi scheletri? non credi che questa finta democrazia sembra molto un regime?

berlusconiano: e allora in corea?
e poi gheddafi mi è simpatico.

io: a me no. non è decisamente un uomo che mi ispira fiducia. è un dittatore.

berlusconiano: pure in Corea c'è la dittatura.

io: siamo diventati lo zimbello d'Europa. Vai a leggere cosa scrivono i giornali, cosa ha scritto amnesty, cosa pensano di noi nei forum stranieri?

berlusconiano: sono tutti comunisti e poi perché non criticano la cina e cuba?

mi fermo qui.
questo è il genere di ragionamento circolare delle persone, di alcune persone in Italia.
sintetizzando in Italia fanno le leggi porcate ma le fanno pure all'estero e se le fanno all'estero le possono fare pure in Italia.

tanto per capirci questo ragionamento è un non ragionamento. una fallacia, una giustificazione logica, una scemenza.

e se vai nei blog gestiti da persone simili troverai tante cavolate simili.

vai qui per esempio

http://sulterrorismo.splinder.com/

è una vecchia conoscenza, forse lo conosci pure te. Ci scrissi anni fa, ci litigai pure perchè scrisse che il grande problema italiano sono i Rom e che i rom sono geneticamente predisposti a rubare.
Per non parlare poi degli elogi sperticati a berlusconi...

vedi un po'.. di esempi ne trovi a bizzeffe.
non si può dire che Berlusconi abbia fatto un pessimo lavoro! è riuscito nell'intento di trasformare la menzogna in verità. impresa non da poco.

Andrea Sacchini ha detto...

>vedi un po'.. di esempi ne trovi a bizzeffe

Sì, lo so, capita spessissimo anche a me. E penso sinceramente che non ci sia niente da fare. Anche io parlo di queste cose, spesso, con amici e conoscenti, ma non c'è niente da fare. Se provi a metterli di fronte a fatti accertati, dati e/o cifre, la risposta è sempre quella: perché quando c'era Prodi si stava meglio?

Dà retta a me: è una battaglia persa...

lucy ha detto...

la cosa peggiore però è quando ci sono elementi della famiglia (un elemento) a pensarla in questo modo.

è avvilente!

Romina ha detto...

disturbatore@
Apprezzo molto il tuo desiderio di giustizia e la tua volontà di cercare di far comprendere alcune ovvietà, ma, come Andrea, penso proprio che sia inutile.
Qualsiasi dato concreto tu possa portare a sostegno delle tue idee, ti rispondono con sofismi.

Tieni presente che, secondo il Censis (ma non c'era bisogno di questo per capirlo), la maggior parte degli italiani elabora le proprie idee politiche in base alla televisione.
In secondo luogo, se leggono, leggono al massimo i giornali referenti dei partiti per cui simpatizzano.

La maggior parte degli elettori di papi ha un atteggiamento fideistico nei suoi confronti, quindi non ci si può fare niente.

Il ddl sulle intercettazioni è, per questa gente, acqua fresca. Le continue bugie del premier, che testimoniano la sua completa inaffidabilità in tutti i campi, sono addirittura quelle che lo rendono simpatico a non pochi.

lucy ha detto...

segnatevi bene questa frase del nobel josè saramago

«Dev’essere duro vivere quando il potere politico e quello imprenditoriale si riuniscono. Non invidio la sorte degli italiani, però in­fine è nella volontà degli elettori mantenere questo stato di cose o cambiarlo».

penso che molti elettori vogliano mantenerlo.

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