martedì 7 aprile 2009

Serve prevedere i terremoti?

La tremenda tragedia del terremoto in Abruzzo, ha dato il via, tra le altre cose, a una interessante discussione generata in parte dal caso Giuliani. Ora, è un dato di fatto che prevedere con precisione un terremoto è, almeno a detta ufficiale della scienza, praticamente impossibile. L'ha affermato giusto ieri Enzo Boschi, lo scienziato che è tra i maggiori esperti al mondo in questo campo.

Ma la questione che tiene banco è un'altra: nel caso fosse invece possibile sapere con una certa precisione quando sta per accadere un evento sismico di una certa importanza, ciò sarebbe effettivamente di una qualche utilità?

Qui le opinioni divergono. Istintivamente verrebbe da pensare di no, sostanzialmente per il fatto che una evacuazione di massa non so se sarebbe fattibile e a quale costo. Piccolo esempio. Si sa per certo, due giorni prima, che un grosso terremoto si appresta a colpire una vasta area della regione X: cosa si fa? Si evacua una zona densamente popolata? Verso dove? In che modo? A quale onere? Insomma, così a occhio (ovviamente inesperto) non mi pare che la cosa sia fattibile. Sarebbe molto più utile, invece, la prevenzione, che vuol dire ad esempio costruire case ed edifici con accorgimenti antisismici. Lo so, la cosa richiede tempo e risorse, ma nei paesi - sicuramente più lungimiranti - dove questa politica è stata adottata per tempo i risultati si vedono (vedi Giappone).

Vero è, d'altro canto, che una ipotetica attendibilità nella previsione di un terremoto una sua utilità l'avrebbe senz'altro, se non altro per quello che riguarda tutto il discorso sulla logistica e la protezione civile. Voglio dire, se si sa con un certo margine di sicurezza che un terremoto è molto probabile in una certa zona, si potrebbe ad esempio mettere in moto cautelativamente tutta la macchina dei soccorsi (tende, ospedali da campo e quant'altro) in modo da non farsi trovare impreparati all'evento. Ciò eviterebbe, ad esempio, che si ripetano le scene, a cui siamo purtroppo abituati, della difficoltà e degli intoppi nell'allestimento nei soccorsi.

Mi rendo conto però che questi sono pensieri buttati lì così, senza una precisa cognizione di causa. Discorsi, inoltre, che in momenti come questo lasciano il tempo che trovano.

7 commenti:

BigFab ha detto...

Abbiamo avuto lo stesso pensiero, anche se purtroppo non porta da nessuna parte...

Ciao.

Andrea Sacchini ha detto...

Il problema vero è che in Italia si costruisce e si continua a costruire in barba a tutti i criteri antisismici.

Come si spiega, ad esempio, la quasi completa inagibilità dell'ospedale de L'Aquila inaugurato nel 2000?

Romina ha detto...

Io sono stata fortunata perché ho i parenti a Roma, dove il terremoto è stato avvertito in maniera molto forte ma non ha provocato danni.

Sottoscrivo quello che hai detto, e cioè che bisognerebbe costruire le abitazioni in modo adeguato, con i corretti criteri antisismici, per ridurre al minimo i danni.
Io temo invece che purtroppo questa catastrofe sarà, ancora una volta, una ghiotta occasione per alcuni personaggi "disinvolti", che troveranno il modo di sfruttarla per fare denaro. Non oso pensare, ad esempio, agli appalti per la ricostruzione delle case e così via. Non occorre continuare, tanto ci siamo capiti.

Ovviamente spero di sbagliarmi, ne sarei felicissima.

Saluti

Sbronzo di Riace ha detto...

tempo preciso, luogo preciso, intensità del terremoto

questi sono i tre elementi che potrebbero davvero servire a qualcosa

altrimenti ci sarebbe mezza Italia evacuata in maniera permanente e costante, tipo transumanza

finché non esisterà un metodo così preciso è tutta fuffa

tanto vale chiedere ad otelma

Andrea Sacchini ha detto...

Inviato Speciale pubblica alcuni dati (sconsolanti) sulla situazione del nostro paese per quanto riguarda il numero di edifici in regola con le norme antisismiche.

Ovviamente non c'è poi da stupirsi se le conseguenze di un terremoto sono così gravi.

Maurizio Antonelli ha detto...

L'utilità del riuscire a prevenire un forte sisma sarà quella di riuscire a salvare vite umane.

Non si riuscirà a far evacuare ua città, certo, ma almeno a poter dire con certezza alle persone se in determinate ore è sicuro o no rimanere in casa. Purtroppo intere città non rispettano i parametri di sicurezza antisismici. Molti centri storici sarà molto difficile metterli a norma. Il problema lo avremo abbondatemente ancora per qualche secolo, secondo me.

Almeno, riuscire a dire con certezza alle persone: "Uscite dalle case perché è in arrivo una scossa" sarebbe sicuramente già una cosa positiva.

Maurizio Antonelli ha detto...

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